LA POLEMICA

Bolzano, gli architetti protestano: «Il Comune è arretrato»

Dura lettera dell’Ordine al municipio: la digitalizzazione è in grave ritardo. L’accusa: «Per una verifica legata al superbonus si spendono fino a 600 euro di fotocopie»



BOLZANO. In Comune a Bolzano è arrivata una Pec. In tempi meno digitali si sarebbe detta una lettera di fuoco. Indirizzata al sindaco, ma soprattutto all’assessorato all’Urbanistica. Sintesi della missiva: «Caro municipio, così non va». Firmato: l’Ordine degli architetti. Non uno o due, tutti. In oggetto quello che uno dei membri del direttivo, Valentino Andriolo, ha voluto definire in parole meno ufficiali: «Quasi un ricatto».

Si tratta di questo: in Comune la digitalizzazione avanza come una tartaruga e chi ne fa le spese sono i tecnici impegnati in operazioni molto diffuse di questi tempi, come le riqualificazioni per via del super bonus, per le quali sono costretti a effettuare delle visure sui progetti e gli interventi che i singoli edifici hanno avuto nel corso del tempo allo scopo di verificare se tutto è stato fatto a norma. Ebbene, per ognuna di queste verifiche, che consiste nel richiedere copia dei documenti edifícali, ogni architetto è chiamato dal Comune a pagare 20 euro. Ogni quattro pagine.

«A forza di 20 euro per due facciate», spiega anche l’architetto Michele Stramandinoli, «si finisce per dover sborsare di media 600 euro a verifica, visto che i condomini di una certa età hanno almeno una trentina di documenti riportanti i vari interventi nel corso degli anni». Queste cifre, che servono solo in una fase preliminare da allegare alle richieste di concessione, finiranno poi per essere riversate sui costi di intervento a carico dei singoli condomini. In pratica, una tassa ulteriore sui cittadini. «In realtà, visto che l’archivio è nelle mani del Comune», commenta un altro architetto, Carlo Bassetti, «ogni richiesta di documentazione dovrebbe essere fornita gratuitamente. Invece si paga l’impegno dell’impiegato comunale che va in archivio, lo apre e fotocopia».

In sostanza , un servizio pubblico pagato dai privati. Come premessa di questo appesantimento burocratico c’è la volontà, espressa anche dal consiglio comunale, di fare allegare una quantità abnorme di documentazione, appunto gli “allegati “ tecnici , ad ogni richiesta edilizia. Una sorta di macchinosa autotutela dell’ente pubblico che, così pensano gli architetti, viene fatta ricadere sostanzialmente sui professionisti, in termini di tempo e impegno digitale, e infine sui cittadini, in termini di costi ulteriori che gravano sugli interventi da super bonus. Il quale, ben accolto ovunque, a Bolzano ha fatto emergere evidentemente una carente modernizzazione degli apparati archivistici e questo proprio per via del successo che questa formula ha riscosso. Ma che, in ultima analisi, ha indotto ad uno stress prestazionale riguardo la risposta amministrativa degli uffici. In particolare quelli del l’urbanistica. I quali sono già da tempo nel mirino degli architetti anche su altri fronti, primo tra tutti una diversa sensibilità di approccio ai temi costruttivi.

«Si osserva anche», insiste l’architetto Andriolo, «che i costi della digitalizzazione degli enti pubblici sono stati inseriti anche nel Pnrr e quindi basterebbe organizzarsi, richiedere i contributi governativi e avviare la riconversione». Nella pratica ogni tecnico è oggi chiamato a verificare prima di ogni intervento, in questo caso legato al super bonus ma in ogni altro caso analogo, che tutto l’iter che ha interessato l’edificio sia stato legittimo e non fuori norma. Una garanzia a tutela del corretto funzionamento della macchina ma che la macchina non fornisce di suo, ma sotto pagamento. Negli altri Comuni italiani, questa è l’ulteriore osservazione, la digitalizzazione è stata avviata con largo anticipo. Qui sembra di no. Ma a questa lentezza applicativa è corrisposta una mancata semplificazione burocratica. «Va bene la documentazione non digitale, meno bene il pagamento, ma malissimo», dicono gli architetti, «che si richiedano decine e decine di allegati ad ogni nostra richiesta». 













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