Bolzano, il declino di piazza Mazzini: mancano vita e negozi
Il Comune ha approvato la sistemazione dell’area sotto palazzo Rossi. Incidono le chiusure in corso Libertà: è venuto meno il passaggio, soprattutto serale
BOLZANO. Martin e Chiara si amano (o si amavano) e l’hanno voluto dire a tutti. la “piazzetta Ortles Crew” è passata da Gries e ci ha messo la Tag, la firma. Quante cose dicono le scritte di piazza Mazzini, forse lasciate perché tanto il cemento era già così sporco... In piazza mazzini è tutto doppio. I due cubi di accesso ai garage anneriti dall’umidità e dallo smog, i due vasi arancioni con una manciata di piccoli fiori a sopravvivere come ginestre tra i mozziconi e i rifiuti nel terriccio, le due sale dedicate all’azzardo.
Il declino di piazza Mazzini va avanti da almeno dieci, quindici anni, legata a doppio filo alle (s)fortune di corso Libertà, dove un negozio su tre è sfitto. I residenti della zona compresa tra la piazza, il Corso e via Cesare Battisti chiedono un po’ di colore, del verde, soprattutto sicurezza.
La sala scommesse sotto palazzo Rossi incredibilmente prospera e sul lato opposto, dove ai saloni “storici” si sono aggiunti nuovi parrucchieri, è arrivata una sala giochi. Ci si entra direttamente dal passaggio Kristall, davanti ai locali sfitti della scuola di danza. La sera i residenti non la percorrono volentieri, quella scorciatoia verso via Cesare Battisti.
A fine dicembre la giunta comunale ha approvato il progetto preliminare, la spesa (346 mila euro) e l’affidamento diretto per la progettazione esecutiva all’architetto Stanislao Fierro. Il progetto punta a rendere più vivibile l’area con pergole sopra panchine nuove, ad avere cubi risanati e protetti dalle scritte dei vandali con l’applicazione di uno strato di materiale lavabile, a far tornare in funzione la fontana centrale e quella a cascata.
Patrick von Bleichert abita nelle immediate vicinanze. «Purtroppo la piazza versa in condizioni di degrado, con questi cubi sporchi. Purtroppo la presenza di sale per le scommesse o per i giochi d’azzardo attira persone che non è piacevole ritrovarsi sotto casa a tarda sera. I pannelli con le fotografie delle montagne (scattate da Leonhard Angerer e sistemate in piazza per celebrare l’opera dei soccorritori alpini, ndr) erano molto belli: peccato li abbiano tolti. Mi piacerebbe che la piazza avesse un design moderno, più pulito».
Magari più colorato, Lucia Rossi la pensa così. Da sotto la mascherina fa spuntare un sorriso gentile: «Tutto ciò che “fa colore” e mette allegria va bene. Non saprei, magari si potrebbe mettere qualche fiore! Siamo già abbastanza demoralizzati con la pandemia». Un’installazione artistica, «più colore, più piante – chiede Angelika Scremin – e cestini con posacenere, perché a terra è pieno di mozziconi». «A che servono, due vasi? A fare da aiuole o da cestini?», Alessandro Comini indica i due vasi arancioni. «Lavoravo all’Unipol quando aveva sede in questa piazza, al posto di Alperia. Ho sentito che in zona dovrebbero aprire un altro bar».
Non torna, Libri&Libri, non tornano i negozi di fiducia dalla pelletteria Olly alla merceria Stadler. Fino a qualche anno fa rendevano vitale questa parte del Corso che così tanto incide sul passaggio in piazza Mazzini. Una signora gioca con la nipotina. Abita qua. «Ultimamente abbiamo notato un certo degrado. C’è sporcizia. L’area verde vicino al parcheggio è peggio. Piazza Mazzini è cambiata molto, negli ultimi anni». Perché la piazza sia frequentata anche la sera – questo il nodo della questione – bisognerebbe tornare ad abitudini quasi antiche: comprare la frutta e la verdura al mercato, fare una passeggiata in compagnia, far vedere ai vandali che la piazza è viva. Mostrare cura per lo spazio pubblico, affollarlo per una manifestazione o per una festa. Non buttare a terra mozziconi e fazzoletti.
Mostrare amore per i posti di una vita, come Mariella Montagna Gaspa, che abita in zona da più di cinquant’anni. «La vede, la magnolia laggiù? Se la abbattono protesto anch’io, scendo in piazza».