Bolzano rimane la città più cara d’Italia 

I dati dell’Istat. Per una famiglia tipo vivere nel capoluogo altoatesino costa 254 euro in più all’anno. Trento seconda con un rincaro di 140 A settembre - oltre a noi - solamente altre tre città e tre regioni hanno fatto segnare un aumento dei prezzi. Tutte le altre sono in deflazione


Davide Pasquali


Bolzano. Anche in tempo di Coronavirus la nostra città e la nostra regione, fra le poche in Italia, fanno segnare un rincaro dei prezzi. E Bolzano rimane la più cara d’Italia, in uno Stato dove a causa del Covid a farla da padrona è quasi ovunque la deflazione. Lo rende noto l’Unione nazionale consumatori su dati dell’Istituto nazionale di statistica.

L'Istat nella giornata di ieri ha infatti reso noti i dati dell'inflazione delle regioni e delle città (capoluoghi e agglomerati urbani con più di 150 mila abitanti), in base ai quali l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato l'ormai tradizionale classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita. Nel mese di settembre solo quattro città e quattro regioni non sono in deflazione.

Bolzano in testa alla classifica

In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care torna Bolzano, che in agosto aveva perso il primato a favore di Trento, con un'inflazione pari a +0,8%; fa anche registrare la maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente, per una famiglia media, a 254 euro. Al secondo posto si piazza Trento, dove il rialzo dei prezzi dello 0,6% determina un aggravio annuo di spesa pari a 140 euro. Terza Perugia, dove il +0,4% genera una spesa supplementare, per una famiglia tipo, pari a 95 euro. Chiude la classifica delle sole quattro città non in deflazione, Napoli, +0,2% e 44 euro.

Idem vale per la nostra regione

In testa alla classifica delle regioni più costose, con un'inflazione a +0,8%, il Trentino Alto Adige che registra, per una famiglia media, un rialzo pari a 217 euro su base annua. Segue la Calabria, dove l'incremento dei prezzi pari allo 0,4% implica un incremento del costo della vita pari a 77 euro, terza l'Umbria (+0,3%), con un rincaro annuo, per la famiglia tipo, di 70 euro, chiude al quarto posto la Campania: +0,1% pari a 20 euro.

Rilevazioni difficili

Gli indici dei prezzi al consumo di settembre 2020 sono stati elaborati nel contesto di progressiva riduzione della gravità dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Covid-19 in Italia e di riapertura graduale di buona parte delle attività commerciali di offerta di beni e servizi di consumo. Pur rimanendo sopra la norma, il numero di mancate rilevazioni è quindi diminuito (analogamente a quanto accaduto a giugno, luglio e agosto). L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo.

Le variazioni

Come rende noto il municipio, a settembre 2020 nel Comune di Bolzano l'indice generale dei prezzi al consumo per l'intera collettività - il cosiddetto NIC con tabacchi- è sceso dell'1,0% rispetto allo scorso mese di agosto, mentre rispetto a settembre 2019 segna +0,8% (ad agosto questo valore era ancora pari a +0,5%). Anche i corrispondenti valori dell'indice NIC senza tabacchi questo mese sono rispettivamente: -1,0% e +0,8%.

Analisi per divisioni

Incrementi congiunturali (cioè rispetto al mese scorso) si registrano a settembre soprattutto nelle divisioni Istruzione (+2,4%), Abbigliamento e calzature (+1,5%) nonché Prodotti alimentari e bevande analcoliche, e Bevande alcoliche e tabacchi (entrambe +0,3%). In ribasso rispetto allo scorso agosto appaiono le divisioni Trasporti (-2,9%), Servizi ricettivi e di ristorazione (-2,3%), Ricreazione, spettacolo e cultura (-1,6%) e Comunicazioni (-0,2%). Invariate a settembre appaiono le divisioni Abitazione, acqua, energia e combustibili e Servizi sanitari e spese per la salute. Il maggiore incremento tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese dell'anno precedente) si registra a settembre nell'Istruzione (+3,0%), seguita dalle divisioni Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,5%), Bevande alcoliche e tabacchi (+2,4%) e Beni e servizi vari (+2,3%). In ribasso rispetto a settembre 2019 appaiono le divisioni Comunicazioni (-6,7%), Abitazione, acqua, energia e combustibili (-3,9%) e Trasporti (-2,8%).













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