La disavventura

Bolzano, travolto in ciclabile da un biker pirata 

Vittima Walter Donegà, imprenditore di 56 anni, che un ancora misterioso ciclista ha colpito e fatto cadere in via Galilei. «Ho avuto un blackout e mi sono risvegliato in ambulanza: non ricordo nulla di ciò è accaduto. Adesso sta indagando la polizia municipale»



BOLZANO. Stava pedalando sulla ciclabile che costeggia via Galilei e ricorda di essere arrivato al civico 35, circa 150 metri a sud del comando della polizia municipale. Poi, il buio. Ogni ricordo di Walter Donegà, 56 anni, imprenditore nel settore informatico, fotografo, sommozzatore e istruttore, sportivo e molto altro ancora, si ferma lì. Poi il buio.

Un blackout totale da cui è uscito solo al suo risveglio sull’ambulanza che lo stava trasportando a sirene spiegate all’ospedale San Maurizio, dolorante, sanguinante e malconcio. E se non ci fossero stati dei testimoni, Walter sarebbe ancora lì a cercare di capire cosa gli fosse accaduto. «Mi hanno detto che un altro ciclista mi è venuto addosso lateralmente – spiega – e che, dopo avermi fatto rovinare sull’asfalto, si è allontanato».

Tutto è accaduto attorno alle 12.30 dell'altra mattina e, sul posto, sono subito arrivati gli agenti della polizia municipale e i sanitari di un’ambulanza, che hanno prestato le prime cure a Donegà, che giaceva a terra e sanguinava copiosamente. Poi, la corsa al San Maurizio, l’arrivo al Pronto Soccorso, le prime medicazioni e la consueta lunga serie di esami per escludere lesioni interne. Alla fine, senza nemmeno sapere chi ringraziare, ha rimediato sei punti di sutura al sopracciglio destro, una luna serie di botte, diverse fasciature e una notte in osservazione nel nosocomio del capoluogo. Niente male per un uomo con la tempra dello sportivo di lungo corso. C’è da chiedersi cosa sarebbe potuto accadere se il “pirata a pedali” avesse investito un bambino o una persona anziana.

Pirata che potrebbe avere un nome e cognome in tempi relativamente brevi. «Non mi vogliono dire ancora nulla – ha spiegato ieri Walter – ma so che la municipale ha avviato subito le indagini per cercare di risalire all’uomo che mi ha fatto cadere». E anche se il ciclista in fuga era ovviamente privo di una targa, le persone che hanno assistito allo schianto sono già state ascoltate sommariamente dagli agenti del Nucleo Infortunistica stradale, subito dopo l’incidente. Non solo. Qualche istante dopo aver travolto Donegà, l’uomo è passato proprio davanti al comando della municipale, dove sono posizionate delle telecamere. E se non bastasse, altre telecamere sono presenti in zona.

Al comando di via Galilei le bocche sono cucite, ma, anche alla luce di quello che è stato riferito a Donegà, è chiaro che si stia lavorando per risalire in tempi brevi allo sconosciuto e sconsiderato ciclista.

Sconsiderato perché, qualora venga identificato, dovrà rispondere del reato di omissione di soccorso. Allontanarsi senza prestare soccorso ai feriti nell’ambito di un incidente stradale costituisce una violazione penale e l’articolo 189 del Codice della Strada prevede la denuncia dell’autore del reato all'Autorità Giudiziaria e pene pesanti: arresto da 6 mesi a 3 anni; sospensione della patente da uno a tre anni e decurtazione di dieci punti dalla patente. I ciclisti, infatti, sono equiparati ai conducenti di veicoli a motore e quindi sono tenuti al rispetto di tutte quelle regole cautelari previste dal codice della strada.

Al di là di questo, resta da capire anche perché non si sia fermato, posto che non può non essersi accorto di aver fatto cadere Walter: ha avuto paura delle possibili conseguenze o forse aveva qualcosa da nascondere e ha temuto che l’arrivo delle forze dell’ordine, con le successive verifiche, potesse farlo finire nei guai?

Alla brutta avventura Walter ha comunque reagito con la sua consueta giovialità. «Quasi quasi il trend vestiti macchiati di sangue, sei punti al sopracciglio e fasciature varie potrei anche lanciarlo…magari per Halloween…e grazie a tutti per i messaggi di conforto» ha scritto sul suo profilo Facebook, pubblicando una foto che lo ritrae fasciato, con jeans e maglietta macchiati di sangue. Decine sono stati, infatti, i messaggi di vicinanza e di auguri inviatigli nelle scorse ore sul social.













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