il caso

Bus pubblici, autisti sotto pressione 

La protesta. Segnalati all’ispettorato del lavoro casi sospetti di orari irregolari legati a un subappalto di Sasa. Interrogazione di Repetto ad Alfreider: «Quali verifiche vengono effettuate?». Perkmann (Cgil): «Va fatta chiarezza»



BOLZANO. Orari di lavoro impossibili, in violazione delle regole del contratto. Il sindacato dei trasporti ha denunciato una presunta vicenda legata a subappaltatori della Sasa. «Non parliamo solo di una sospetta violazione dei diritti dei lavoratori. Se fosse confermata, questa situazione comporterebbe anche un potenziale pericolo perché parliamo di autisti di bus», sottolinea Anita Perkmann, segretaria della Filt/Cgil. L’accusa riguarda una ditta di trasporti che opera nel meranese in regime di subappalto da Sasa. Le segnalazioni raccolte dal sindacato parlano di episodi di «turni con “nastri di 18 ore e oltre”, senza rispettare le “11 ore minime di riposo”, con i conducenti che “lavorano cinque settimane senza un giorno di riposo”».

L’allarme del sindacato è stato ripreso da Sandro Repetto (Pd), che ha posto all’assessore provinciale Daniel Alfreider una serie di quesiti sulla vicenda. La ditta segnalata ha ricevuto il servizio in subappalto dalla ditta che ha vinto una gara di Sasa per servizi su Merano.

La Cgil ha inviato una relazione sul caso all’ispettorato del lavoro, alla Sasa e allo stesso Alfreider. Aggiunge Anita Perkmann: «Non deve essere difficile verificare l’esattezza o meno delle nostre segnalazioni. Gli autisti della ditta guidano anche mezzi della Sasa. Attraverso il loro badge si possono ricostruire gli orari di lavoro».

La Sasa, riferisce Repetto, ha risposto, indicando di avere «ricordato al noleggiatore le prescrizioni di cui al D.lgs. 66/2003 confidando nella sua massima accortezza, affinché ai conducenti alle sue dipendenze vengano sempre garantiti adeguati tempi di riposo”, dichiarando altresì che “non potendo entrare nel merito delle (ulteriori eventuali) ore di lavoro del personale del subaffidatario e in definitiva alle sue scelte organizzative e imprenditoriali, ogni valutazione e verifica compete agli enti istituzionalmente a ciò preposti».

L’accusa di orari irregolari si inserisce nel problema generale della carenza di autisti sofferta dalle società di trasporti. «Gli stipendi sono troppo bassi. Sempre più spesso le aziende devono ricorrere ad assunzioni di autisti di altre regioni o stranieri, o magari di autisti in pensione. Si può capire allora che queste persone, soprattutto se hanno contratti a termine, possano accettare turni di lavoro massacranti per guadagnare di più. Tengono duro per qualche mese o un anno e poi lasciano», sottolinea Anita Perkmann. Repetto chiede ad Alfreider informazioni sul caso specifico e in generale quali tipo di controlli la Sasa eserciti sul rispetto dei diritti dei lavoratori nei servizi appaltati e subappaltati. FR.G.

 













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