Il progetto

Cai e Avs: Catinaccio, rispunta la torre 

Le associazioni accusano: «Al posto del Rifugio Coronelle vogliono un edificio alto 20 metri». Bessone: «Proposta allo studio» Piano finanziario della Sinloc. La protesta: «L’Unesco aveva detto no. La struttura storica va salvata». La società Latemar: ambiente rispettato



BOLZANO. Sul Catinaccio e l’antico rifugio «A.Fronza alle Coronelle» la battaglia riparte da dove si era placata nel 2020. L’ipotesi di una torre di vetro.

È severissima la contrarietà delle associazioni alpinistiche e ambientaliste. Dopo le prime prese di posizione dei giorni scorsi, Cai, Avs, Dachverband für Natur und Umweltschutz e Heimatpflegeverband hanno firmato una nota sulla proposta di Ppp, partenariato pubblico-privato, presentato dalla società Latemar Carezza Srl alla Provincia. Non bastava la notizia che il progetto, curato dal noto architetto Werner Tscholl prevederebbe l’abbattimento e ricostruzione del rifugio di proprietà provinciale (edificato nel 1899). Avs, Cai e le altre associazioni hanno raccolto ulteriori informazioni e denunciano: «Torna lo spettro della torre di vetro sul Catinaccio. Ancora più massiccia, ancora più esposta e ancora più visibile di prima. Non basta: il Rifugio A. Fronza alle Coronelle, di recente ristrutturato, dovrebbe lasciarle spazio».

Nel 2019 la società Latemar Carezza lanciò la proposta di una torre di vetro nei pressi del rifugio. Pioggia di prese di posizione negative, tra cui la Fondazione Dolomiti Unesco, accese discussioni in giunta provinciale: nel maggio 2020 venne annunciata la proposta di compromesso della Provincia: niente torre di vetro da 18 metri, sì alla stazione a monte interrata per la cabinovia e ristrutturazione del Coronelle a carico della società, «con eventuale piattaforma panoramica e grandi vetrate», in cambio di una concessione pluriennale. La ristrutturazione in chiave contemporanea si prospetta ora come l’abbattimento del rifugio, da sostituire con una torre di vetro.

Al progetto, rivela il presidente dell’Avs Georg Simeoni, partecipa anche la società padovana Sinloc, incaricata dalla Provincia dello studio sulla nuova sede del Museo di Ötzi.«La Sinloc ha elaborato per noi il piano economico e finanziario», conferma Florian Eisath (società Latermar Carezza).

Il Ppp presentato alla Provincia prevederebbe una concessione di 35 anni per la costruzione e gestione della nuova struttura, con costi di realizzazione di 13 milioni di euro. Così Cai, Avs e le associazioni ambientaliste: al posto del rifugio dovrebbe sorgere, una torre di vetro, di fatto «una copia poco originale della torre presentata due anni fa e definita centro visitatori “Ttd, Touch the Dolomites". L'edificio di vetro si eleverebbe dal suolo per ben più di 20 metri, con sette piani, compresa una zona ristorante a sbalzo e una terrazza panoramica.

È previsto un ristorante raggiungibile tutto l'anno per servire la zona sciistica ed escursionistica. A ciò si aggiungerebbero esclusive camere panoramiche in vetro che andrebbero a sostituire il rifugio Coronelle e la tradizione dei rifugi alpini. La torre di vetro verrebbe collegata con scale mobili sotterranee, ascensori e gallerie alla nuova stazione sotterranea della funivia Laurin II e all'esistente esercizio ristorativo Laurins Lounge, il che richiederà massicci spostamenti di materiale. Va inoltre sottolineato come la frana avvenuta nel luglio 2020 abbia già mostrato la particolare sensibilità del terreno a questa altitudine».

Il nuovo rifugio avrebbe 22 camere con la possibilità di arrivare a 97 posti letto. Il ristorante avrebbe 360 posti a sedere, dei quali 172 al coperto e 188 all'aperto. Nel 2019 il comitato scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco, ricordano le associazioni, giudicò «la torre di vetro come un disturbo massiccio e un corpo estraneo con effetti negativi sul valore estetico e turistico del patrimonio naturale dell'umanità».

Florian Eisath assicura che la proposta verrà presentata pubblicamente: «Siamo convinti che il progetto del rinomato architetto Werner Tscholl rappresenti un significativo miglioramento della situazione attuale e si inserisca armoniosamente nel paesaggio». L’assessore Massimo Bessone sottolinea: «A volte conviene abbattere che ricostruire, ma non c’è nulla di deciso, nemmeno se verrà accolto il Ppp. La nostra conferenza di servizi sta esaminando la proposta dal punto di vista architettonico e finanziario». FR.G.













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