Camice da notte, «danno di 5-600 euro»
EGNA. «Il comprensorio Bassa Atesina ha sbagliato ed è giusto che paghi l'intera somma che ho speso per acquistare le otto camice da notte per mia moglie, che è stata ricoverata per circa un mese e...
EGNA. «Il comprensorio Bassa Atesina ha sbagliato ed è giusto che paghi l'intera somma che ho speso per acquistare le otto camice da notte per mia moglie, che è stata ricoverata per circa un mese e mezzo in una delle strutture che gestisce»: a parlare è il marito della donna che ha deciso di rivolgersi al giudice di pace per veder tutelati i propri diritti. Il Comprensorio sarà difeso invece da un legale dell'Avvocatura di Trento. «In mano - spiega - ho una regolare ricevuta, consegnatami dal responsabile della struttura, che attesta la presa in consegna dei capi, che costavano dai 70 agli 80 euro l'uno, come testimoniano anche gli scontrini allegati».
Il danno complessivo lamentato dall'interessato dovrebbe essere, dunque, di circa seicento euro. «Mi hanno proposto un risarcimento di 30 euro, è vero, ma quei capi non li ho acquistati al mercato, ma in un negozio dei Portici, perché mi interessava che mia moglie avesse camice da notte di materiali adeguati. A tagliarle non sono stato io ma il personale della struttura. Visto che sudava molto quando era ricoverata veniva cambiata una o persino due volte al giorno». Il problema è iniziato quando l'altoatesino che ha promosso la vertenza si è accorto del pasticcio. «Hanno iniziato a mettere i capi in un cestino comune e poi a farle indossare camice da notte non sue. Lo ritengo inaccettabile. A quel punto ho chiesto lumi e ho deciso di agire legalmente. Non ci provato, ma voglio vedere tutelati i miei diritti». Ora la palla passa al giudice di pace che potrebbe invitare le parti a trovare un'intesa reciprocamente soddisfacente. Resta da capire, poi, se le camice da notte siano state danneggiate (magari per un lavaggio errato) oppure siano andate perse o buttate via.
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