Grandi opere

Carcere, polo bibliotecario e Ötzi: le attese infinite di Bolzano

Cambia il governo, cambia la disponibilità di fondi. E la città aspetta, tra progetti da rifare e costi da rivedere. Il sindaco Renzo Caramaschi: «Noi la nostra parte la facciamo, è la Provincia a doversi muovere». Sul penitenziario servirà un tavolo con l’aggiudicataria


Sara Martinello


BOLZANO. Cambia il governo, cambia l’assetto geopolitico ed economico in Europa, cambia la disponibilità di fondi. La visita della ministra dell'altro giorno della Giustizia Marta Cartabia al carcere di via Dante ha rimescolato le carte, perché il fatto che la casa circondariale sia vetusta e cadente è pacifico, ma il progetto per la zona Agruzzo sarebbe troppo dispendioso.

Bolzano già aspetta una serie di grandi opere ferme da anni, su tutti il polo bibliotecario, il museo archeologico, le opere della viabilità.

Sbuffano i bolzanini, sbuffa il sindaco Renzo Caramaschi: «Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, ora tocca alla Provincia». Da palazzo Widmann la rimbeccata dell’assessore al patrimonio, Massimo Bessone: «Con il Trentino siamo i soli in Italia a non aver opere sospese. Quando il conto dell’opera è pronto noi cominciamo a costruire, funziona così. Sono gli intoppi burocratici a rallentare i procedimenti».

Il carcere

Già nel 2007 l’allora ministro di Grazia e giustizia Clemente Mastella rassicurava il governatore Luis Durnwalder sui destini di un penitenziario altoatesino ormai pieno.

Passano gli anni e una nuova ministra visita l’edificio di via Dante. Da progetto il carcere in zona Agruzzo ospiterebbe 200 detenuti: un numero adeguato alle esigenze del momento in cui – dopo anni di lavoro con il Dipartimento affari penitenziari – è stato scritto il bando ma di gran lunga superiore ai 101 ospiti di oggi, complici i provvedimenti di amnistia che si sono accompagnati ai vari cambi di legislatura. Venerdì la ministra Cartabia ha sollevato dubbi su capienza e costi, 170 milioni di euro tra costruzione e gestione per 18 anni.

Bessone difende il nuovo carcere: «Sì, è caro, ma vedremo di sbloccare la situazione in tempi brevi». Dai 170 milioni a carico dello Stato ne vanno detratti 8,6, il valore stimato dell’area sulla quale sorge l’attuale carcere. Inizialmente il valore era stimato in 20 milioni di euro dallo Stato, in 7,6 dall’Ufficio estimo della Provincia. «Con i dovuti aggiustamenti siamo arrivati a 8,6», precisa l’assessore. Qui il margine d’intervento del Comune è pressoché nullo. Caramaschi: «Più che la concessione edilizia noi non possiamo fare, abbiamo fatto tutto quel che potevamo».

Non resta altro che aspettare il vertice politico romano – ancora non c’è una data – e i successivi incontri tecnici per vedere come ripartire, con ogni probabilità sedendosi intorno a un tavolo con l’aggiudicataria Fincantieri. E sperare, a seconda della strada che si sceglierà di percorrere, che le imprese risultate perdenti non oppongano ricorsi.

Il polo bibliotecario

Sul polo bibliotecario il sindaco ripete: «Noi abbiamo deliberato di concedere il terreno, ora sta alla Provincia costruire l’opera. Ma quando? È dal 2016 che aspettiamo». La Condotte spa, che si trova in regime di amministrazione straordinaria, ha vinto la commessa da 40 milioni di euro nel 2017. Dopo le vicende dello scorso inverno è subentrata nell’appalto l’Ati seconda classificata, la cordata con capofila l’impresa Cmb, quindi Elpo, Atzwanger Spa, J. Schmidhammer rrl, Stahlbau Pichler e Costruzioni Repetto. È notizia di alcuni giorni fa il ricorso di Condotte al Consiglio di Stato.

Al ricorso con contenzioso si aggiunge il rincaro folle sulle materie prime, che ha reso necessario rivedere i costi. «Con l’Avvocatura – riprende l’assessore – stiamo cercando di riconoscere qualcosa di più alla seconda classificata. La parte burocratica dovrebbe essere conclusa nel 2023. Nel 2024 demoliremo la parte che si è deciso di demolire, quindi procederemo alla ricostruzione».

Il Museo archeologico

Appena tre settimane fa Kompatscher faceva sapere che il progetto del Museo archeologico all’ex Ina era stato depositato in Provincia e che la giunta provinciale aveva in programma un incontro con il Comune per discutere dell’ipotesi ex Enel. «A questo punto parleremo anche dell’ex Ina», aveva aggiunto il governatore. In realtà la prima scelta della Provincia sarebbe l’ex Enel, già eletta dallo studio Sinloc. «Io l’incontro l’ho chiesto a Kompatscher e ad Alfreider per le grandi opere della viabilità. Il Comune esprime un parere, poi la competenza è della Provincia», reclama Caramaschi. Ad ogni modo, il Servizio tecnico della Ripartizione provinciale edilizia prima di procedere con la progettazione sentirà il Comune e il Consiglio provinciale.













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