Carenza di medici ed infermieri. Quest’anno 106 borse di studio
Le risposte dell’assessore Kompatscher all’interrogazione Pd per Repetto e Dellantonio sono confuse In sofferenza Anestesia, Chirurgia, Palliative, Ginecologia, Medicina d’urgenza, Ortopedia, Pediatria e Radiologia
IL BILANCIO. 42 milioni in meno per personale e prestazioni di Asl
BOLZANO. Sos medici e infermieri. Il problema resta importante. Sandro Repetto - in un’interrogazione al presidente e assessore alla sanità - Arno Kompatscher - lo scorso marzo aveva chiesto numeri aggiornati. «Ma la risposta arrivata adesso - dicono il consigliere provinciale ed Elio Dellantonio, responsabile sanità del Pd - traccia uno scenario confuso. Le risposte dell'assessore sono oggettivamente poco precise e possiamo presumere che dipendano da comunicazioni aziendali insufficienti, in ogni caso molto imprecise e carenti. E questo ci preoccupa molto».
Medici in formazione 2023: le borse di studio sono 106.
Ogni tre anni Provincia ed Asl calcolano il fabbisogno di medici specialisti in base a pensionamenti, contratti part time, posti vacanti e medici in formazione ecc. Se per il triennio 2020-2023 la richiesta è stata di 449 nuovi medici, per il successivo 2024-2026 non ci sono ancora cifre esatte, la programmazione è in fase di elaborazione.
«Mi sarebbe piaciuto sapere - dice Repetto - quanti di questi 459 sono stati trovati e quanti invece ancora mancano». Ogni anno viene poi stabilito il numero delle borse di studio finanziate dalla Provincia, in sintesi il numero dei posti di specializzazione offerti dall’Asl.
In questo caso il fabbisogno per il 2023 è di 106 specialisti.
In sofferenza Anestesia e Rianimazione (6 borse di studio), Chirurgia generale (4), Cure palliative (4), Ginecologia (6), Igiene (5), Cardiologia (4), Medicina d’urgenza (4), Medicina interna (120). Ortopedia (4), Pediatria (6) e Radiologia (4).
Quindi l’elenco completo delle borse di studio per l’anno in corso: Allergologia (1), Anatomia patologica (2), Anestesia e rianimazione (6), Audiologia (1), Chirurgia generale (4), Chirurgia vascolare (1), Cure palliative (4), Ematologia (2), Endocrinologia (1), Genetica medica (1), Geriatria (2), Ginecologia e ostetricia (6), Igiene e medicina preventiva (5), Malattie dell’apparato cardiovascolare (4), Malattie dell’apparato digerente (1), Malattie dell’apparato respiratorio (2), Malattie infettive (3), Medicina del lavoro (2), Medicina dello sport (1), Medicina d’urgenza (4), Medicina fisica e riabilitazione (2), Medicina interna (10), Medicina legale (1), Medicina nucleare (1), Microbiologia e virologia (1), Nefrologia (2), Neurochirurgia (2), Neurologia (2), Neuropsichiatria infantile (3), Oftalmologia (3), Oncologia (2), Ortopedia (4), Otorinolaringoiatria (1), Patologia clinica e Biochimica clinica (1), Pediatria (6), Psichiatria (3), Radiodiagnostica (4), Radioterapia (1), Scienze dell’alimentazione (1), Statistica sanitaria (1) e Urologia (3).
Primariati, 31 reggenti.
«Se poi parliamo dei primari - specifica Dellantonio - 31 sono quelli reggenti su 135 e da 32 a 52 (Zerzer dice 52) quelli a rischio relativamente alle modalità di concorso appena dichiarate illegittime dalla sentenza Carbucicchio. Questo comporta un forte condizionamento degli stessi sul piano della sicurezza psicologica in funzione della loro posizione incerta e ad alto tasso di vulnerabilità. Non si capiscono le tempistiche ed i criteri di avvio delle procedure concorsuali se consideriamo che per singoli primariati i tempi di reggenza superano i 10 anni. Nemmeno in questo ambito i conti tornano come non tornano per le nomine di primariati per gestire unità operative con numeri di collaboratori ridotti a poche unità e per la nomina diretta, senza concorso, di facenti funzione per primariati di nuova istituzione».
Medici di famiglia e pediatri
“Quanti medici di medicina di famiglia - chiede Repetto - e quanti pediatri di libera scelta mancano nel 2023? E quanti per il 2024? Come si prevede di coprire i posti vacanti?”. «In totale - risponde l’assessore - ci risultano 92 incarichi di medici di famiglia vacanti per l’anno in corso, nonché 8 zone carenti di assistenza pediatrica». Quindi i pensionamenti. «Secondo quanto previsto dal contratto nazionale i medici di base e i pediatri di libera scelta possono rimanere fino ai 72 anni di età. Nel 2023 due medici di famiglia compiono 70 anni, altri quattro nel 2024. Dovendo rispettare un periodo di preavviso di meramente 2 mesi, al momento non è ancora chiaro se decidano di rimanere in servizio o meno».
Infermieri, il Pd dati confusi.
Quante risorse infermieristiche mancano ad oggi? E quante nel 2024? Chiede il Pd. Kompatscher si focalizza solo sugli infermieri pediatrici: «Attualmente in Asl sono disponibili 152 posti liberi». Quanto ai pensionamenti l’Azienda ne prevede 51 nel 2023 e 91 2024. «Dati poco precisi - riprende Dellantonio - e questo ci preoccupa perché se la Direzione aziendale infermieristica non dispone di dati certi, diventa difficile immaginare come possa governare e gestire efficacemente questo settore che rappresenta uno snodo decisivo per il futuro riassetto del sistema sanitario pubblico che dovrà essere riorientato con priorità verso l'assistenza territoriale mantenendo elevati livelli di cura ospedalieri. Immaginare, come è già stato ufficialmente detto, di attivare percorsi di cura multi professionali e progetti di assistenza territoriale dislocando infermieri dall'ospedale al territorio significa mettere a rischio le attività di interi reparti ed incidere negativamente sulle cure in regime di urgenza ed emergenza. La risposta all'interrogazione ha peraltro il pregio di quantificare la remunerazione dei dirigenti infermieristici che è del 100% superiore alla media dei colleghi che operano nei reparti, fanno le notti, i fine settimana e rischiano la riduzione della parte stipendiale legata al plus-orario. Si parla di 70.000 euro per gli infermieri, cifra però già alta e probabilmente comprende notti e straordinari e di 140 mila per i dirigenti infermieristici».