Casa, così cambiano i mutui. Tassi dal 3 al 4% e tempi lunghi
Cassa di risparmio: la media è un prestito per 20-25 anni. UniCredit: agevolazioni con alloggi casaclima. Le agenzie immobiliari: «Si chiedono finanziamenti anche per le ristrutturazioni, che sono salite a 1.500 euro al metro»
BOLZANO. Il caro casa a Bolzano galoppa. L’ultima indagine Youtrend su dati dell’Agenzia delle entrate ha certificato che l’Alto Adige, con il Trentino, è il territorio in cui costa di più acquistare un appartamento. E Bolzano, all’interno della regione, ancora di più. Come uscirne? Probabilmente con un mutuo. Il quale, oggi, può contare sulla predisposizione al ribasso dei tassi di interesse di tutte le centrali bancarie del pianeta. La Bce, per parte sua, si è stabilizzata in queste settimane su un “range” tra il 3,25 al 3,65%. E a dicembre promette di scendere ancora. La sensazione, tuttavia, è che i prezzi degli immobili, con le accelerazioni bolzanine, giochino a rimpiattino con la nuova appetibilità dei prestiti. Cioè: questi scendono, anche se di poco, ma loro, i prezzi, salgono sempre, anno dopo anno.
Cosa accade, dunque, nel quotidiano delle compravendite? «Difficile scendere sotto il 4% di interesse nei mutui casa», osserva Davide Borgo, di Sotheby’s. Nel suo ufficio passano, di media, case di fascia medio-alta ma, ugualmente, la dinamica dei prestiti bancari pare risultare abbastanza in linea con quelle di fascia inferiore. «La richiesta, che noto nei colloqui con i compratori va nella direzione di un allungamento dei tempi del mutuo», così Borgo. Con l’obiettivo di ridurre la rata dilazionando il saldo.
Ma il ricorso al prestito fa registrare a Bolzano un ulteriore aggiustamento delle sue dinamiche. Molti, spiega Carlo Perseghin, a capo dell’associazione degli agenti immobiliari del territorio (Fiaip), «chiedono aiuto alle banche anche per una ristrutturazione». E i prezzi su questo piano? «Mai inferiori ai 1500 euro al metro quadrato». I quali non mostrano differenze tra immobili di prestigio o meno, tra quartieri più costosi e rioni periferici. «I prezzi sono quelli - commenta Perseghin, il quale ha nel suo portafoglio immobili molto diversificati per genere e location - e non variano da zona a zona. Con anche i prezzi delle case che, visti i costi dei terreni, non scendono quasi mai sotto i 5mila al metro». Con i mutui, conferma, collocabili tra il 4% di interesse e qualche virgola in meno. Ma, osserva Perseghin, anche il costante ricorso all’allungamento del prestito e, soprattutto «al fatto che, ormai, in tanti chiedono un mutuo in grado di coprire, di media, il 75% del costo dell’immobile». In altri ambiti immobiliari, con case di fascia alta, questo parametro invece scende. «Normalmente, vediamo clienti proporre un prestito di poco superiore al 50% del costo della casa» dice Borgo. Anche in questo caso, una città a due velocità.
Dal suo osservatorio di Ceo della Cassa di Risparmio, Nicola Calabrò guarda invece al fenomeno carocasa-mutui ponendo l’accento sulla poca incidenza che ha avuto negli anni scorsi il mancato abbassamento dei tassi: «L’erogazione dei prestiti non ha subito rallentamenti sia lo scorso che quest’anno». Arriva cioè la conferma che, al di là delle dinamiche economiche, il mutuo resta lo strumento a cui si ricorre per contrastare l’ascesa dei prezzi. Ma osserva: «La costante è la richiesta della clientela di allungare il periodo di erogazione: dai vecchi 10-15 anni del passato, ai 20-25 di oggi». Con la possibilità, tuttavia, offerta dagli uffici di Sparkasse di individuare un serie di parametri in grado di ottenere un tasso fisso di poco superiore al 3%.
Anche in UniCredit sono in grado di certificare che il ricorso a tempi lunghi e a una copertura del prestito ben superiore al 50% del costo della casa sono le cornici entro sui si dipanano le trattative. «Ma ci sono molte variabili», dicono dall’ufficio mutui casa UniCredit, «legati ad esempio alla tipologia dell’immobile, che se è casaclima gode di sconti e agevolazioni nel prestito». I quali riescono a far scendere il tasso tra il 3 e il 4%. Come pure si conferma il costante ricorso al tasso fisso. «La media delle richieste? Vent’anni come arco temporale», spiegano a UniCredit, «copertura oltre il 50% del costo dell’immobile e tasso fisso intorno al 4,06%». P.CA.