Lo studio

Case di riposo: con l’isolamento meno malati, ma più depressi  

I risultati della ricerca dell’Istituto di medicina generale condotta su ospiti, familiari, medici e operatori. La blindatura delle strutture decisa per proteggere gli anziani ha causato un progressivo degrado mentale e motorio  



BOLZANO. L’isolamento ha bloccato o quanto meno limitato il diffondersi del Covid, salvando tante vite, ma ha fatto aumentare depressione, psicosi, ansia, inappetenza, disturbi del sonno. Questo è quanto emerge dallo studio “Residenze per anziani in isolamento”, condotto dall’Istituto di Medicina generale della Claudiana, sotto la direzione della ricercatrice Barbara Plagg e in collaborazione con il Forum prevenzione. Tra settembre e ottobre dello scorso anno sono state effettuate 45 interviste a direttori medici di residenze per anziani, operatori sanitari, ospiti e familiari.

La ricerca oltre ad avere esaminato le conseguenze della blindatura delle case di risposo su ospiti e familiari, ha evidenziato le difficoltà in cui da un anno si trovano ad agire i responsabili medici delle residenze e gli operatori sanitari, ovvero coloro che sono in prima linea. «Combattuti - ha spiegato Giuliano Piccoliori, responsabile Scientifico dell’Istituto di medicina generale - tra l’urgenza di fare di tutto per proteggere dal contagio gli anziani e la preoccupazione degli effetti dell’improvviso isolamento su soggetti già particolarmente fragili. E poi la paura di sbagliare. Il timore di ammalarsi e soprattutto di contagiare i propri cari».

Paure e dubbi giustificati, perché se è vero che l’isolamento ha evitato che, in particolare nella seconda ondata, il virus facesse una nuova strage tra gli anziani; dall’altra la strategia dell’isolamento - unica possibile in una pandemia - ha lasciato segni profondi. Lo studio ha evidenziato infatti negli ospiti un progressivo degrado linguistico, mentale e motorio, difficilmente recuperabile vista l’età e le patologie.

«Dalle interviste - ha spiegato Peter Koler del Forum prevenzione - è emerso che hanno gestito meglio l’emergenza coloro che, pur nel rispetto del quadro normativo, hanno adottato soluzioni individuali e regole interne in base alle caratteristiche della propria struttura. Per esempio consentendo la visita al familiare morente».

La solitudine che ha caratterizzato l’anno della pandemia ha pesato sia sugli anziani che sui familiari. «In alcune residenze - ha detto Plagg - veniva vietato ai congiunti la visita ai familiari anche in punto di morte. La cancellazione dei rituali legati al doloroso momento del distacco ha provocato in tutte le persone coinvolte un grave stress emotivo; in particolare, in coloro che non si sono potuti congedare dai propri cari».

Dallo studio sono emerse indicazioni importanti per quanto riguarda le strategie future: «Attraverso la collaborazione tra personale, ospiti e congiunti le residenze per anziani - ha detto Adolf Engl, presidente dell’Istituto di medicina generale - devono essere gestite e organizzate in modo partecipativo. Nel contempo però c’è bisogno di più personale che va adeguatamente retribuito».

Per quanto riguarda il breve periodo, c’è la necessità di fare in modo che le case di riposo tornino ad essere accessibili ai familiari; a questi ultimi deve essere di nuovo garantita la possibilità di stare accanto ai propri cari, in particolare quando si avvicina il momento del distacco.

Questo grazie anche al fatto che la quasi totalità degli ospiti e gran parte del personale è stato vaccinato. E si può prevedere un lento ritorno alla normalità. Ovviamente con tutte le precauzioni del caso.

Il cammino è ancora lungo, ma si va in questa direzione. Anche se al momento, soprattutto nelle strutture più grandi, si procede con la massima cautela, visto che - nonostante tutto - la priorità resta la protezione dell’ospite. A.M.













Altre notizie

ospiti vip

Zidane, settimana di relax nel meranese

Il campione francese è ripartito dall’aeroporto di Bolzano, dove non si è sottratto ad una foto prima di salire su un jet privato (immagine da Instagram / Davide Montemerli)

Attualità