Il viaggio

Castelrotto, la zona rossa divide la comunità tra pro e no vax 

In uno dei paesi in lockdown i vaccinati sono arrabbiati perché costretti a sottostare alle nuove restrizioni. Tanti hanno paura di vaccinarsi. Scettici anche uno dei tre medici di famiglia e il sindaco. All’aperto poche mascherine



CASTELROTTO. «Buongiorno, vorrei una mascherina Ffp2 nera o blu scuro». «Spiace, ma le abbiamo terminate». «Allora me ne dia una normale, bianca». «Finite anche quelle, ci rimangono solo quelle rosa o arancioni». È il dialogo fra un cliente e il titolare della farmacia Schlern, nel centro di Castelrotto, dove ieri mattina, contrariamente alle settimane passate, le Fffp2 sono andate via come il pane. Perché il paese è in mini-lockdown, essendo uno dei venti comuni dichiarati rossi dalla Provincia, anche se non tutti i paesani si stanno adeguando alle nuove restrizioni. E non tutti sono allineati ai dettami provinciali e statali sulla necessità di vaccinarsi, compresi medici di famiglia ed esponenti della politica locale.

Il paese è sostanzialmente diviso, da una parte c’è chi è vaccinato e arrabbiato per dover subire comunque delle restrizioni, dall’altra chi ha paura di vaccinarsi, proprio non vuol sentirne parlare e contesta pure il Green pass. Tutti però si mostrano preoccupati, perché l’avvio della stagione invernale è imminente e i timori per l’economia tengono banco.

A Siusi, frazione prima di Castelrotto, campeggia un cartellone: la stagione dello sci parte il 4 dicembre. Peccato che il mini-lockdown durerà fino al 7, con coprifuoco dalle ore 20 alle ore 5 e locali pubblici chiusi dopo le 18. Gli operai comunali, camioncino a lato della carreggiata, stanno montando le luminarie di natale su un lampione. Poca gente in giro, a indossare la mascherina è solo l’agente della polizia locale che regola il traffico a senso unico alternato. A Castelrotto, come a Siusi, in pratica è tutto chiuso: alberghi, affittacamere, bed & breakfast, ristoranti, pizzerie. Pochissimi turisti giro, un paio di targhe germaniche, escursionisti sfegatati che approfittano dell’assenza quasi totale di neve anche in quota per salire all’Alpe di Siusi.

Varcando la soglia di uno dei supermercati - si entra e si esce dalla medesima porta - balza agli occhi che diversi clienti indossano la Ffp2, come prescritto dalla nuova ordinanza di Kompatscher, tanti altri invece usano ancora la chirurgica. In un altro supermercato va un pochino meglio, ma all’esterno, in piazza, quasi nessuno indossa la mascherina come prescritto nei Comuni rossi.

Davanti al municipio passano tre turisti italiani con chirurgica, padre madre e ragazzo. Sono arrivati in Alto Adige per i mercatini. Non sanno di essere in un paese decretato rosso. «Comunque noi stiamo a Ortisei, siamo qui solo per farci un giro». Quando scoprono che pure Ortisei è diventato rosso, trasecolano. All’azienda di soggiorno, i due impiegati stanno dietro al plexiglas, distanziati, ma non indossano la Ffp2. La portano invece in municipio, dove si entra solo se provvisti di mascherina adeguata.

In farmacia il titolare racconta: «Stamattina in pratica abbiamo terminato le Ffp2, prima non ne vendevamo». Le restrizioni, introdotte fino al 7 dicembre, ci si augura spingano i residenti a vaccinarsi. «La terza dose è l’unica chance che abbiamo per non dover richiudere tutto. Per il settore turistico sarebbe un disastro, qui a Castelrotto e ancora di più in val Gardena, dove si investono milioni ogni anno».

Ma a Castelrotto non tutti sono convinti. «Chi si è vaccinato è arrabbiato, i non vaccinati hanno paura di farlo, con questi vaccini a mRna. Non c’è scontro, ma il paese su questo aspetto è diviso». E si moltiplicano i casi di crolli psicologici. «Molte persone sono esasperate dalla situazione. Proprio stamattina è venuta una signora a chiedermi consiglio, perché ha detto che in questa situazione non ce la fa più. Voleva il numero di uno psichiatra. Molti non guardano più la tv, sono esasperati dal continuo mutare delle regole di comportamento da adottare». Qualcuno, spinto dalle nuove restrizioni, pare abbia deciso di capitolare e farsi inoculare il vaccino, ma nessuno in paese sa dire quanti saranno tra due settimane e se sarà sufficiente. «L’importante, ora, è che si rispettino le regole, con senso di responsabilità, anche nelle scuole».

In paese la situazione non è buona. Secondo i dati dell’Asl, a Castelrotto si contano 190 persone in quarantena su una popolazione di poco inferiore ai 7.000 abitanti, più altri 115 paesani in isolamento in quanto positivi - contro una soglia limite per diventare comune rosso di 5. L’incidenza a 7 giorni ogni 100 mila abitanti era di 1.026 casi, contro una soglia limite di 800. Le vaccinazioni stanno sotto al 70%. Tre parametri da rispettare, tre non rispettati.

«Non è un bel momento. Prima eravamo incerti. Ora speriamo che la situazione migliori, che la gente si vaccini, che possiamo rimanere zona bianca», commenta il presidente dell’associazione turistica di Castelrotto, Martin Plunger. «In teoria, a inizio dicembre potremmo aprire alberghi e piste da sci anche in quanto comune rosso; il problema è la chiusura dei ristoranti alle ore 18. Negli alberghi possono restare aperti per gli ospiti, ma molti dei nostri esercizi ricettivi sono B&B, affittacamere eccetera. I turisti la sera escono a cena fuori, ma se è tutto chiuso...»

In un bar del centro non si può consumare al banco; servono il caffè al tavolo, ma nessuno chiede il Green pass. Gli avventori leggono la Tageszeitung, dove, con tanto di nomi e cognomi, sta scritto che, su tre medici di famiglia, in paese due sarebbero pro vaccini, un terzo no, e quindi non eserciterebbe anche se pare non sia stato ancora sospeso. Un avventore mostra il profilo Facebook privato del sindaco, Andreas Colli: link a contenuti esterni quanto meno critici. Tipo: “Costringono i cittadini a pagare per lavorare - Ritirate questo Green pass”. Poi una vignetta di Max e Moritz che vanno all’osteria: Max (vaccinato ma positivo senza saperlo, perché non si è fatto il tampone) infetta tutti, ma la colpa se la prende Moritz (testato negativo ma non vaccinato). E ancora: “Accolto il ricorso della Cunial. L’onorevole potrà entrare in aula senza Green pass”. E avanti col link a Radio Radio: “Cabras inchioda la figuraccia di Draghi”, “Ha inventato dati falsi, una raffica di balle”. La Svp locale pare non abbia digerito l’atteggiamento e stia prendendo in considerazione l’opportunità di un’azione disciplinare. Per una replica, l’Alto Adige ha cercato il sindaco. In Comune non c’era: appena terminato l’orario di udienza al pubblico. Lo ha cercato al cellulare, gli ha scritto. Non ha risposto. DA.PA.













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