Chiesa, esperti esterni per la lotta agli abusi
Al via un progetto pluriennale che coinvolge Università Gregoriana e nuovi consulenti Il diritto alla casa e le nuove povertà al centro dell’incontro tra il vescovo Ivo Muser e i giornalisti
BOLZANO. Una Chiesa moderna reagisce alla povertà e alla violenza. Vanno in questa direzione i «cantieri» della diocesi di Bolzano-Bressanone, che ha deciso di avvalersi di esperti esterni per indagare il contesto degli abusi e raggiungere l’obiettivo di una Chiesa come «luogo sicuro per minori e persone che hanno bisogno di tutela», come ha dichiarato il vescovo Ivo Muser ieri durante l’incontro con l’Ordine e con il Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige. L’altro grande cantiere è quello del diritto alla casa: il vescovo ricorda ancora il 19enne egiziano morto di freddo lo scorso 8 dicembre e reclama un’azione globale.
Il diritto alla casa
«La forbice sociale si allarga e molti sono abituati a chiedere sempre di più, a non vedere la povertà», esordisce Muser. La sua richiesta è rivolta a tutti i decisori politici: nei Comuni, in Provincia e al governo. La direttrice della Caritas Beatrix Mairhofer: «Abbiamo a che fare con lavoratori con contratti precari, giovani, genitori separati, madri single, famiglie, ma anche sfratti». I tempi di attesa delle case albergo ormai superano i 12 mesi. Beatrix Mairhofer elenca i possibili interventi: «Accelerare i tempi di ristrutturazione degli appartamenti Ipes o comunali, trovare strade per invogliare i proprietari ad affittare con le dovute garanzie. Ma serve innanzitutto anche la loro solidarietà. Per esperienza possiamo dire che nessuno sceglie di vivere per strada».
La lotta agli abusi
Per affrontare quella che definisce «una grande e pesante ferita per la nostra Chiesa», il vescovo ha chiesto aiuto innanzitutto a padre Hans Zollner, preside dell’Istituto di antropologia della Pontificia Università Gregoriana. Ne è nato il progetto «Il coraggio di guardare».
Il referente diocesano, don Gottfried Ugolini, illustra i dettagli: «La Chiesa locale affronterà abuso di potere e violenza sessualizzata al suo interno con un processo in tre fasi: chiarire, elaborare, prevenire. La progettazione prevede fin dall’inizio il coinvolgimento del maggior numero possibile di persone, comprese le vittime di abusi. L’attuazione del progetto, che avrà l’apporto di esperti esterni della società civile, durerà dai due ai tre anni investendo quattro ambiti ecclesiali: pastorale, formazione, Caritas, amministrazione». La novità di questo approccio è che per costruire una visione di futuro si indagano i contesti nei quali gli abusi si sono sviluppati, ricercando i fattori di cambiamento culturale e strutturale. «La Diocesi informerà dei progressi sul proprio sito», promette il vescovo.
Giornalisti ed elezioni
L’autunno prossimo ci saranno le provinciali. «Mi auguro che la retorica elettorale non degeneri in una comunicazione ostile», così il vescovo. Ringraziando i giornalisti per il loro lavoro nel centesimo anniversario della proclamazione di san Francesco di Sales come patrono dei giornalisti, Muser ha chiesto loro di continuare a perseguire un giornalismo di qualità che contrasti la diffusione di fake news. A questo proposito, ha annunciato la presidente Lissi Mair, l’Ordine ha avviato la collaborazione con lo Studio teologico-accademico: il prossimo 2 marzo è in programma il primo evento di formazione con don Paolo Renner nel Centro pastorale sul tema «Islam, islamismo e fake news». Il tema della convivenza invece è centrale nella pubblicazione per i 50 anni del Sindacato, come ha ricordato il segretario Rocco Cerone.