Ci sarà il “salvagente” per i dirigenti 

La trattativa. Sindacati del pubblico impiego verso l’accordo: indennità illegittime recuperate dal fondo per il rinnovo del contratto Per la Provincia operazione da 16,2 milioni, di cui 1,1 milioni dovuti dai sostituti e 3,9 milioni dai coordinatori. Malumore nella base degli iscritti



Bolzano. L’imbarazzo si taglia con il coltello, ma alla fine i sindacati del pubblico impiego accetteranno la soluzione proposta dalla Provincia per sanare i 16 milioni di indennità dichiarate illegittime, percepite tra il 2009 e il 2019 da dirigenti e coordinatori. Quei fondi vanno reintregrati nel bilancio provinciale. I 16 milioni verranno stornati dai capitoli di budget previsti per la contrattazione delle diverse categorie coinvolte. Dopo i dirigenti, l’accordo è stato discusso ieri dal direttore generale Alexander Steiner con i sindacati dell’intercomparto. La settimana prossima nuova seduta con il testo rivisto. L’orientamento è di accettare, sia pure con una pesante insofferenza nella base degli iscritti. Questi giorni serviranno proprio per la discussione dentro Cgil, Cisl, Uil, Asgb, Gs e Nursing Up.

Tutti i dipendenti pubblici, sanità compresa, rinunceranno a una parte dei fondi destinati al rinnovo del contratto per sanare la posizione di 2.065 dirigenti, direttori sostituti e coordinatori, che altrimenti avrebbero dovuto restituire parte delle indennità percepite dal 2009 al 2019

Per agevolare l’accordo con i sindacati, la delegazione della amministrazione ha accolto o dimostrato aperture rispetto a quattro punti sui cinque presentati dai sindacati per quanto riguarda la trattativa sul rinnovo del contratto di intercomparto. «Ma non si dica che è una grande azione di solidarietà, almeno questo, per favore», sottolinea Marisa Mantovan (Fp Cisl) riferendosi alle dichiarazioni di Thomas Mathà, segretario del sindacato dei dirigenti provinciali (Dirap),«C’è un problema da risolvere, che coinvolge duemila persone che hanno ricevuto uno stipendio sulla base di un contratto in vigore. C’è imbarazzo, è evidente, e anche rabbia per la lentezza con cui l’amministrazione provinciale si è mossa». Gianluca Moggio (segretario Gs) conferma: «Tra gli iscritti c’è tensione, ma dobbiamo ammettere che la quota che verrà stralciata dal fondo per la contrattazione è ridotta, visto che parliamo di un budget di 175 milioni di euro per il triennio». Tra i punti accolti dalla delegazione trattante, lo scatto automatico dell’1,1 per cento da gennaio 2021 per il recupero dell’inflazione: nell’intesa raggiunta l’anno scorso l’aumento era collegato a una revisione degli inquadramenti professionali. «Una operazione complessa, impossibile in questi mesi di pandemia», riferisce Moggio. Dalla amministrazione apertura anche sull’applicazione della paternità retribuita obbligatoria. Nella seduta di ieri la Cgil in particolare ha contestato i tempi stretti chiesti dalla amministrazione per definire l’accordo sulle indennità illegittime. La Corte costituzionale con la sentenza 138 del 6 giugno 2019 aveva bocciato la normativa provinciale che dal 1992 permetteva di trasformare gradualmente l’indennità di dirigenza in un elemento fisso della retribuzione, mantenuto anche dopo la cessazione dei relativi incarichi. Una situazione che ha sempre posto i dipendenti della Provincia in una posizione di privilegio rispetto a lavoratori di pari settore del resto d’Italia. Sono interessati ai recuperi 2.065 dirigenti (1.273 coordinatori, 409 dirigenti sostituti, 279 dirigenti e 104 dirigenti sanitari), che dovrebbero restituire 16,2 milioni (11,1 milioni i dirigenti inclusi quelli sanitari, 1,1 milioni dovuti dai sostituti e 3,9 milioni dai coordinatori).

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Valeria Frangipane

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