I finanziamenti

Ciak!, si taglia: la Provincia dice stop ai fondi per il cinema

Doccia fredda sul settore legato alle produzioni nazionali e internazionali: addio a 5 milioni di euro. La protesta del settore: «Così rischiamo di chiudere quando è provato che ogni somma destinata al comparto torna indietro con un ritorno del 246 percento in più»



BOLZANO. Ciak, si taglia. E chissà quando si riprenderà invece a girare. Perché la decisione della Provincia di negare i finanziamenti al fondo cinema, il Film Fund, toglie il terreno sotto i piedi a tutta una filiera di aziende, produzioni, tecnici e tecnologie, autori e sceneggiatori, registi e logistica che hanno costruito il successo dell'Alto Adige come sfondo ad innumerevoli film e serie televisive. Per la “location South Tyrol” un colpo da tagliare le gambe.

«Cinque milioni di contributo, ecco cosa ci mancherà. Per la Provincia una goccia nel mare, per noi, il lavoro». Con quel “per noi”, Georg Zeller intende le decine di imprese collegate alla produzione e al lavoro intorno ad Idm, quel complesso meccanismo virtuoso di proposte cinematografiche e di sceneggiature che , dietro un minimo investimento, ha costruito un indotto di proporzioni fuori media: ogni somma destinata al settore è tornata indietro con un più 246%.

Zeller è copresidente di Fas (film association South Tyrol), l’associazione film Alto Adige. All’inizio non ci credeva. Adesso ha dovuto. «Non era un regalo quel contributo, era un investimento» dice adesso. Dopo aver a lungo provato a far cambiare idea a Philipp Achammer e alla giunta. Niente, non c'è stato verso. La Provincia prova a tagliare soprattutto laddove si presume non ci sia una vigorosa risposta lobbistica. «Ma ci faremo ugualmente sentire» dicono Georg Zeller e la presidente Fas Nela Maerkl.

Certo, il taglio alle produzioni cinematografiche e alla logistica che le sostiene , segue di poco l'eliminazione delle borse di studio all’università. Quelle per merito. E il quadro che emerge è un mondo legato alla cultura non di routine, non istituzionale, che diventa il primo candidato ai tagli, come se lo si giudicasse non strategico. In realtà, la scure sugli studenti di Unibz era stata particolarmente odiosa perché andava a colpire il merito. Qui rischia di incidere sulla creatività imprenditoriale.

«Una decisione miope - spiega ancora Zeller - perché non tiene conto, oltreché del lavoro di tante persone impegnate a pensare soggetti e location, delle pesanti ricadute in positivo su tutto il nostro tessuto economico».

Ad esempio: erano in corso trattative ormai ad un passo dalla contrattualizzazione con case di produzioni austriache e svizzere che avevano scelto l'Alto Adige come sfondo dei loro soggetti cinematografici e televisivi.

Tutto saltato. E dunque non è sfumato soltanto il lavoro per chi sarebbe stato direttamente coinvolto, dai tecnici audio ai professionisti del casting, ai cosceneggiatori, ai registi, ma anche quello che si definisce “il territorio” : gli alberghi, i b&b che avrebbero ospitato attori e autori e troupe, le piccole aziende di supporto, dagli elettricisti agli artigiani. E ancora le ditte di autotrasporti o di servizio taxi. Ma non solo.

«Tanti imprenditori a noi collegati o a fianco di Idm, la film commission, hanno da tempo impostato programmi, elaborato strategie, effettuato investimenti, acquistato nuove tecnologie per offrire supporto alle produzioni italiane o estere» spiega Zeller.

Molte aziende hanno anche assunto. Decine di nuovi lavoratori che adesso vedono sfumare i loro possibili contratti. E i liberi professionisti che avevano programmato la costruzione di nuove squadre sul terreno, si trovano a loro volta in una terra di nessuno.

Le case di produzione che avevano contato di tornare in Alto Adige hanno disdetto, le nuove agende di molti di loro non prevederanno più le Dolomiti altoatesine come sfondo. «Capiamo la necessità di risparmiare. Ma noi - dice accorato Zeller - siamo un settore che potrebbe non conoscere crisi se solo non ci venisse a mancare un contributo essenziale per continuare a operare».

Florian Geiser, direttore tecnico della società di post produzione altoatesina Cine Chromatix Italy aggiunge: «È stata la Provincia, con Idm, a sollecitarci ad investire in questa nuova industria. Contando su un progetto duraturo, abbiamo creato posti di lavoro molto specializzati». Achammer ha già risposto a Fas: «Mancano i fondi, ci dispiace». Promettendo nel contempo di agire con Idm sul bilancio supplettivo. «Ma non sappiamo quando - replica Zeller - ne quanto. Se cioè avremo un fondo fortemente ridimensionato. E allora addio».













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