L'iniziativa

Con l’arte a noleggio anche il lockdown è meno pesante 

L’art-sharing nella biblioteca Claudia Augusta ha riscosso un notevole successo: quadri e foto sono ottimi “compagni”



BOLZANO. In questi tempi forzatamente domestici anche un quadro aiuta. Soprattutto se portarsi a casa un’opera d’arte non costa nulla. Uno la sceglie e gliela consegnano a domicilio. Gratis. E per novanta giorni è sua, non per uno. Niente riproduzioni, stampe, fotocopie, no: proprio lei, l’opera autentica, uscita dalle mani dell’artista.

Accade a Bolzano e questa art-sharing, il noleggio breve di quadri e foto d’autore è possibile in quel l’incrocio di eventi e iniziative che è la biblioteca Claudia Augusta, all’angolo tra via Cappuccini e via Marconi, luogo divenuto in pochi anni un piccolo distretto della creatività, tra lei, il Trevi, le gallerie d’arte e il teatro comunale.

«Pensi - dice Valeria Trevisan, ma quale dirige la biblioteca - che c’è stato chi è venuto ad affittarsi un quadro una volta. Poi, compiaciuto, è tornato e ritornato. Insomma lo ha voluto per dodici volte».

Forse, chissà, l’avrà alla fine l’avrà pure finalmente comprato. Oppure no, si sarà gettato in un’altra storia d’amore. Questa vicenda non è iniziata col lockdown, anche se è risultata estremamente funzionale al periodo, ma almeno tre anni fa. Col titolo di Artoteca. Ampliando agli oggetti d’arte quella che è una specifica delle biblioteche pubbliche, l’affitto dei volumi.

E in questi giorni, per riattizzare il desiderio d’arte, questa nuova versione della consegna fiduciaria, una piccola pattuglia di giovani appartenenti alla coop 19, che è una delle tante associazioni che collabora con l’istituzione libresca provinciale, si è messa a girare la città con uno schema d'ingaggio inedito: si fermavano, a caso, i passanti, gli si metteva sotto gli occhi un quadro mentre, dietro, un microfono e una telecamera filmavano le prime possibili reazioni a questo improvviso contatto con un’opera della creatività umana. Proprio la prima.

Impressioni a caldo che poi saranno riportate in uno speciale a supporto dell’iniziativa. I quadri sono giunti da molti luoghi nella disponibilità della Claudia Augusta: dall’associazione artisti altoatesini, soprattutto, poi la appassionati, da collezionisti. Passando dal moderno alla contemporaneità. E Valeria Trevisan ha provato a integrare in questi mesi una raccolta che ha mostrato intatte le sue capacità di attrazione anche in tempi così complicati.

Cosa è accaduto di nuovo con Artoteca?

Per noi poco. Abbiamo semplicemente spostato all’ingresso quello che chiamiamo il carrello dei quadri. Chi arrivava a sceglierseli li trovava con comodità e sicurezza.

E per i fruitori?

Beh, il lockdown ha mostrato come i libri ma adesso anche i quadri possano essere dei buoni compagni di viaggio in questi mesi complicati. Poi, per molti di noi, il lavoro da casa, lo smartworking ha aumentato le ore di vita passate dentro le mura domestiche. E con questa nuova realtà è evidentemente cresciuto il piacere di avere in casa oggetti interessanti.

Che mutassero anche il panorama domestico interno?

Certamente. E questa possibilità di variare le scelte attraverso una formula flessibile ha certo interessato molti, adesso più di prima.

Come aiuta la biblioteca ?

Con una scelta dei quadri possibilmente sempre più estesa. Ma, per dire, a chi arriva da noi e se ne va con un’opera forniamo anche il chiodo per appenderla al muro.

E c’è chi si innamora?

Qualcuno in particolare sì. Dopo i 90 giorni si affitto, c’è chi ha richiesto per dodici volte lo stesso quadro.

Questo per quanto riguarda i fruitori. Ma gli artisti che dicono?

Farsi conoscere, far girare le proprie opere è il cruccio di ogni autore. Con questa formula veniamo incontro a due esigenze, quella di chi ama circondarsi di cose belle e quella di chi, eseguendole, trova la possibilità di entrare in nuove case.

Mai successo che i quadri sparissero?

Mai. Il nostro è un rapporto fiduciario. Quello che pensiamo essere un rapporto virtuoso che consente a tanti di portarsi a domicilio opere che comunque hanno un costo ma con la certezza che, se vuole, potrà portarmene via altre.

E i quadri e le fotografie sono di qualità?

Pensiamo di sì. Non c’è Raffaello, ma tanti sono eseguiti da artisti con un lungo percorso professionale. Ci sono anche i giovani, i quasi dilettanti ma sempre garantendo la qualità complessiva.

Perché, dopo i libri, i quadri?

Quello tra arte e cultura è un dialogo da ricostruire. In particolare adesso che viviamo queste enormi difficoltà di relazione. Insomma, ciò che voglio dire è che, parlando di cultura, non esiste, nei rapporti tra creazione e pubblico, solo il terreno dello spettacolo o del teatro. C’è anche l’arte. Ci sono gli artisti. I quali stanno soffrendo molto anch'essi di questo vuoto.

 













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