Conservatorio all’Università,  se ne vanno sette docenti 

Ieri l’ultimo giorno per decidere. Solo cinque dei 12 che avevano presentato richiesta di trasferimento hanno ritirato la domanda. Lascia anche la violinista Gisella Curtolo. Fornari preoccupato: «È il 10 per cento del corpo docente»



Bolzano. Il futuro del conservatorio si ingrigisce: sette docenti se ne vanno. Tra questi anche Gisella Curtolo, già primo violino della Fenice di Venezia. E poi musicisti riconosciuti, insegnanti di grande livello, compositori. Dei 12 che avevano fatto domanda di trasferimento, restano invece in cinque. Pochi. Tanti invece gli addii. Ieri era l’ultimo giorno utile per decidre. «Beh, facendo un po' di conti e visto che siamo in 70 ad insegnare qui, è una perdita secca del 10% del corpo docenti» commenta il direttore, Giacomo Fornari.

Una fuga più significativa rispetto al passato, dove comunque una quota fisiologica di insegnanti chiedeva di passare ad altra sede. E segna un passaggio estremamente complesso nella vita del Monteverdi e del suo rapporto con la città che lo ospita da 80 anni. Evidente la connessione tra il numero delle rinunce e gli scenari che si vanno disegnando nel percorso che dovrà definire la trasformazione del conservatorio in facoltà. Che la Provincia e la Lub vedono come “aggregazione” all'ateneo mentre il Monteverdi ancora immagina come, appunto, trasformazione: «Secondo la legge noi diventiamo facoltà», hanno sempre sostenuto sindacati e corpo docente. E lo sostengono ancora.

Questa discrepanza interpretativa del testo di legge è ovviamente alla base della preoccupazioni in piazza Domenicani. Nonostante le rassicurazioni di Arno Kompatscher che ha tracciato un cammino di condivisione tra i due interlocutori, è evidente che la bozza elaborata autonomamente dagli esperti e consulenti della Lub e che disegna la cornice normativa in cui dovrebbe essere inserito il Monteverdi all'interno della nuova facoltà di Musica, è un testo già definito e compiuto. «E ci è stato presentato a cose fatte pochi mesi fa - contesta Fornari - con il rischio che, anche se ci ritroveremo a settembre per confrontarci, noi e l'ateneo, ci siano pochi spazi di manovra per ridiscutere della bozza fin dalle sue basi». Perché proprio le basi del dossier non vengono accettate dal Conservatorio che vi vede la possibilità molto concreta di una posizione di sudditanza dell'istituzione rispetto alla Lub. Con tutte le conseguenze anche normative e contrattuali del caso riguardo il ruolo del corpo docente, la sua subalternità rispetto al resto del personale accademico e l'impossibilità di incidere realmente sulle scelte della facoltà stessa. «È a rischio la nostra autonomia» aveva detto poco tempo fa Stefano Bozolo, responsabile del dipartimento di pianoforte, in un primo momento nella lista dei partenti ma che ora ha rinunciato in extremis al trasferimento.

I docenti che lasciano e quelli che restano

Ecco i nomi dei partenti: Andrea Albertani, Silvia Carta, Gisella Curtolo, Marisa Dalla Vecchia, Francesco Fontolan, Manuela Matis e Gabriella Medetti. Hanno rinunciato invece al trasferimento, dopo essersi in un primo momento messi nella lista dei possibili partenti, Stefano Bozolo, Eugenio Giulio Di Raco, Paolo Martinelli, Laura Mondiello e Massimo Repellini. Dunque sette trasferiti dei dodici che avevano fatto domanda preventiva. Come detto dal direttore Fornari, un dieci per cento dell'intero corpo docente. E questa trasmigrazione avviene proprio alla vigilia di una difficile trattativa tra Lub e conservatorio. In cui quest'ultimo proverà fino alla fine a preservare le proprie prerogative in termini di autonomia di insegnamento e libertà nei percorsi formativi. «Avevamo anche in programma un incontro col viceministro Fioramonti del Miur - dice Giacomo Fornari - ma la crisi di governo lo ha naturalmente messo in forse. Lui ci era vicino, è dato, sembra, per confermato al ministero dell'università... In ogni caso speriamo che qualcuno ci aiuti». (p.ca.)













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