Conservatorio e università Fornari: soddisfatti al 500% 

La trattativa. Il regolamento verrà ridiscusso tenendo conto delle richieste del Monteverdi Il nuovo nome: «Facoltà di Musica/Conservatorio Monteverdi della Libera università di Bolzano»



Bolzano. "Abbiamo dato il la...". Non poteva che usare una metafora musicale, Giacomo Fornari, per raccontare quello che è accaduto tra il suo conservatorio, la Provincia e la Lub l'altro giorno al tavolo in cui si discuteva del passaggio del Monteverdi a facoltà di Musica. Se passaggio indolore ("cioè senza uno che sta sotto e uno che sta sopra" dice ancora) o doloroso (col conservatorio che diventa scuola di musica e l'università a decidere). Poi, la mediazione di Arno Kompatscher, molto impegnato in questo frangente nella ricerca di una scelta trasparente e per una "soluzione condivisa". Alla fine che è accaduto? «Che siamo contenti al 500%» commenta il direttore Fornari. Il quale rivela anche come si chiamerà questo "unicum" in Italia: «Assumeremo la denominazione di Facoltà di Musica/conservatorio Monteverdi della Libera università di Bolzano». Fornari è felice perché non è stato facile. La Lub ha a lungo preteso di avere l'ultima parola sulla questione e aveva individuato nella sua bozza di riforma che il conservatorio sarebbe stato "aggregato" e integrato nell'ateneo con prerogative poste su un piano inferiore.

E invece direttore?

"Abbiamo in fondo ottenuto quello che dice la legge, senza troppi fronzoli nel testo. E cioè che il conservatorio "è la facoltà di Musica".

È stato difficile?

"Direi di sì".

E cosa ancora è accaduto al tavolo a tre?

"Una cosa molto importante. Direi decisiva. E cioè che è stato chiesto all'università di riprendersi la bozza che aveva elaborato sul suo e sul nostro ruolo e di riscriverla".

Che significa, politicamente?

"Che dovrà rivedere quei passaggi in cui è prefigurato un nostro ruolo subordinato. In cui la Lub crea la sua facoltà di Musica e noi definiti scuola di musica. E elaborare invece una bozza in cui viene detto che il Monteverdi diventa la facoltà. Mi sembra un passaggio decisivo".

Come ha reagito la Lub?

"Beh, c'è stata qualche resistenza. Ma non è questo il punto".

E quale è allora?

"Che è stata riconosciuta la nostra interpretazione della legge di riforma e non ci sarà, come ha detto anche il presidente Kompatscher, nessuna subordinazione o penalizzazione del ruolo del nostro corpo docente".

Chi ha vinto e chi ha perso?

"Non la metterei così. Nessun è stato sconfitto o ha vinto. Ha vinto il buon senso."

Ma alla Lub è stato chiesto di rifare la bozza...

"In realtà era inevitabile. Quello schema era stato redatto senza confrontarsi con noi. Era ovvio che una volta mostrate le carte si aprisse una discussione. E che la Provincia chiedesse quindi di riaprire il dialogo in modo trasparente".

In pratica cosa accadrà alla riforma?

"Che i consulenti della Lub dovranno riscrivere lo statuto della nuova facoltà alla luce del fatto che facoltà lo saremo noi".

Ma cosa accadrà, ad esempio, all'altro livello accademico dei docenti, ad esempio i professori di musicologia? Quale sarà il rapporto tra quel corpo accademico e il vostro?

"Ecco, di questo dovremo parlare. Mi spiego: era importante ribadire un principio che abbiamo sempre sostenuto, che cioè il Monteverdi diventa facoltà e non che "viene integrato nella facoltà". Sottinteso: creata dalla Lub e posta a un livello superiore a noi. Ci resta adesso da capire le modalità in cui tutto questo dovrà avvenire".

E come?

"Col rispetto reciproco. E soprattutto con la consapevolezza che non esiste più chi sta sopra, cioè la Lub, e chi sta sotto, cioè noi. Ma che ogni ricollocazione e risistemazione degli ambiti di competenza e dei ruoli dovrà avvenire su un piano di parità e di reciproco rispetto. Immagino che è questo che aveva inteso anche il presidente Kompatscher quando ha detto: soluzione condivisa. Per me vuol dire anche paritaria. Cioè nel modo più empatico possibile".

Le è servita la vicinanza dell'oggi ministro dell'istruzione Fioramonti?

"Beh, sì. Ma non decisiva. Anche il nostro presidente ha ribadito la necessità di una approvazione ministeriale, stante comunque la regia della Provincia. Ma questo schema del conservatorio che diventa facoltà è accettato ormai ovunque. Noi abbiamo dato il la..."













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