Covid in hotel: trecento testati Alto Adige, sale l’indice di rischio 

Controlli in 4 alberghi tra Sesto Pusteria e Bellunese. L’Asl: «I primi 70-80 tamponi sui dipendenti hanno dato tutti risultato negativo». L’Istituto superiore di sanità: «In 8 regioni aumenta la tendenza al contagio, anche a Bolzano»



Bolzano. Il focolaio Covid partito da un albergo di Sesto Pusteria - che coinvolge in tutto 4 strutture anche nel Bellunese - ha fatto balzare l’indice di contagiosità dell’Alto Adige a 1.07. Superata la soglia di guardia fissata a 1. E va male anche in Trentino - dopo il focolaio alla “Bartolini di Rovereto - con l’indice salito a 1.34 (ricordiamo - a latere - che l’indice Rt descrive il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure che servono a contenere il diffondersi della malattia).

Preoccupato il sindaco di Sesto Fritz Egarter: «Questo virus è incontrollabile e tutto questo sta succedendo nel momento più delicato per il turismo in valle. Siamo in agosto». Insomma non ci voleva.

L’Asl va avanti intanto a tamburo battente con i controlli - dopo che un dipendente di un albergo di Sesto, originario del Kosovo ma residente in Pusteria, è tornato in Alto Adige con i sintomi del Covid dopo essere stato nel suo Paese d’origine.

A tutt’oggi si contano 9 persone positive: 5 lavoratori (uno è lo stesso kosovaro) ed altri 4 familiari.

Così l’Asl: «I controlli epidemiologici e i test su dipendenti e ospiti delle strutture turistiche di Sesto vanno avanti. Sono già stati prelevati circa 300 campioni sia sul personale che sugli ospiti restiamo in attesa dei risultati che arrivano oggi. Va detto intanto che i 70-80 tamponi effettuati venerdì sui primi dipendenti hanno dato tutti risultato negativo».

Il direttore sanitario dell’Asl - Pierpaolo Bertoli - fa sapere che l'obiettivo è quello di individuare immediatamente i contatti stretti delle persone infette, di sottoporli a test e di isolarli. «Ieri - come detto - abbiamo prelevato circa 300 tamponi, sia tra i dipendenti che tra gli ospiti. I risultati di questi tamponi saranno disponibili oggi. In parte le analisi sono state effettuate dai nostri laboratori, in parte da un laboratorio austriaco che lavora in convenzione con l’Asl. Al momento non si evidenzia la necessità di chiudere le strutture interessate». Dagmar Regele, direttrice del Dipartimento di Prevenzione, sottolinea che la situazione è strettamente monitorata e controllata. Bertoli dice ancora che il protocollo di sicurezza che l’Azienda ha concordato con i responsabili del settore turistico sta dimostrando di funzionare molto bene: «Il titolare della struttura alberghiera interessata ci ha subito informato ed i dipendenti coinvolti sono stati messi immediatamente in isolamento. In brevissimo tempo abbiamo avviato gli accertamenti epidemiologici ed i test. Abbiamo avuto i primi riscontri positivi, oggi aspettiamo gli altri e avanti così».

L’Istituto di sanità.

Il monitoraggio settimanale effettuato dall’Istituto superiore di Sanità ci fa sapere che sulla penisola «persiste una trasmissione diffusa del Coronavirus che, quando si verificano condizioni favorevoli, provoca focolai anche di dimensioni rilevanti».

La tendenza dei contagi è dunque in aumento, come testimonia anche l’indice Rt, che a livello nazionale si ferma a 0.98, ma che in 8 regioni - tra cui le provincia di Bolzano e di Trento - ha superato la soglia di guardia fissata a 1: Lazio 1.04, Bolzano 1.07, Emilia Romagna 1.08, Liguria 1.25, Trento 1.34, Campania 1.42, Sicilia 1.55 e Veneto 1.66. L’attenzione resta alta anche in Alto Adige. V.F.













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