La storia

Dai libri di greco al circo, Alex vola in Canada: punto al Cirque du Soleil 

L’artista di Bronzolo Aufderklamm si diploma all’Accademia Cirko Vertigo, poi andrà a Montreal


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Cinema e circo, una lunga storia d’amore». È il titolo del progetto che la Fondazione Cirko Vertigo realizzerà, fra il 24 giugno e il 3 luglio, in partnership con il Museo Nazionale del Cinema di Torino, all’interno della Mole Antonelliana, monumento simbolo del capoluogo piemontese. In scena cinema, teatro, danza, musica dal vivo e circo contemporaneo. Previste le esibizioni, tra gli altri, dei migliori artisti di circo contemporaneo formatisi a Torino negli ultimi dieci anni. Tra loro anche Alex Aufderklamm, 21 anni di Bronzolo, che dopo il diploma al liceo classico “Carducci”, due anni fa, si è trasferito a Torino, per frequentare l’Accademia della Fondazione Cirko Vertigo.

Tutto è iniziato con la pole dance.

Tutto è cominciato per caso: ricordo ancora il pomeriggio in cui ero nel salotto di casa e mi sono messo a ballare. Avevo sei anni. È così che i miei genitori hanno deciso di iscrivermi ai primi corsi di danza contemporanea e danza moderna; poi sono passato alle discipline aeree con i tessuti e da lì alla pole sport.

E con questa disciplina c’è stato subito feeling.

È una disciplina che richiede grande allenamento e tanta concentrazione, perché l’obiettivo è la perfezione raggiunta esibendosi su un palo alto circa quattro metri.

Come nasce l’idea di passare dalle traduzioni di latino e greco, all’Accademia della Fondazione Cirko Vertigo?

Nel 2019 ero a Montreal per una competizione internazionale. È stato in quell’occasione che un artista mi ha suggerito di imboccare la via del circo. Non ci avevo mai pensato prima, ma da quel momento è diventato un chiodo fisso. Ho cominciato a documentarmi; a capire cos’è il circo contemporaneo.

Cos’è esattamente?

Una cosa diversa dal circo tradizionale che fa parte dell’immaginario collettivo. Al repertorio classico aggiunge performance anche di tipo artistico che spaziano nel mondo della danza, della musica, della pole sport.

Chi non appartiene ad una famiglia di circensi, come fa ad entrare in questo mondo?

Ad esempio come ho fatto io che due anni fa mi sono iscritto all’Accademia della Fondazione Cirko Vertigo di Torino, dopo aver superato una selezione.

Cosa prevede il programma?

Si articola su un biennio. Le lezioni - sette ore al giorni, dal lunedì al venerdì - prevedono una parte teorica che va dalla storia del circo alla storia dell’arte, all’anatomia. Poi c’è la parte pratica: al lavoro acrobatico si affiancano teatro e danza.

Le sue performance in cosa consistono?

Sono numeri acrobatici effettuati sul palo cinese che è una pertica, bloccata in alto e al pavimento; e sul palo aereo che è appeso al soffitto, ma libero sotto, per consentire di fluttuare nell’aria.

Il biennio si chiude quest’estate e dopo?

A luglio ho gli esami. Ad agosto parto per il Canada.

Destinazione?

Montreal. Sono felicissimo, perché ho superato la selezione per entrare all’ École Nationale de Cirque. Una scuola prestigiosa di alta specializzazione di un anno, al termine del quale potrò iscrivermi ad un triennio.

L’obiettivo: trasformare in lavoro quella che è una passione.

Già oggi mi rendo conto di quante possibilità di lavoro offra questo settore. Terminata la specializzazione a Montreal, cercherò di entrare in qualche compagnia internazionale. Il mio sogno è il Cirque du Soleil. Significherebbe girare il mondo, lavorare con grandi star che arrivano da diversi Paesi. Ho il vantaggio di cavarmela bene con le lingue: venendo da una famiglia mistilingue parlo italiano e tedesco; oltre a inglese, francese, spagnolo. E anche un po’ di russo.

Bisognerà mettere in conto tanti sacrifici?

Nessun sacrificio. È una mia scelta. Queste sono le regole del gioco se vuoi raggiungere certi obiettivi. Vale per il mondo del circo, come per qualsiasi altro settore. E comunque credo che si debba sempre porre l’asticella un po’ più in alto.

Quanto in alto?

Abbastanza, visto che non voglio solo trasformare in lavoro una passione, ma voglio anche creare qualcosa di nuovo.

Che sarebbe?

Portare in scena numeri mozzafiato, con acrobazie e salti mortali effettuati sul palo aereo. Per regalare emozioni forti e scariche di adrenalina in chi assiste agli spettacoli.













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