Dai vestiti di Benno un’altra prova della premeditazione dell’omicidio
Per ora l’amica Martina resta sul registro degli indagati per favoreggiamento. L’insegnante accusato del delitto dei due genitori diede alla donna da lavare tre t-shirt ed una maglietta Polo. Un cambio ingiustificato dopo un viaggio di pochi chilometri da Bolzano a Ora
Bolzano. Martina, la commessa quarantenne iscritta sul registro degli indagati con l’ipotesi di accusa di favoreggiamento, sarà sicuramente risentita dalla Procura della Repubblica subito l’esito degli esami di laboratorio sui vestito di Benno Neumair che la donna ha consegnato ai carabinieri in ritardo, dopo aver lavato gli indumenti.
Come noto la sua posizione avrebbe dovuto essere rapidamente archiviata dai pubblici che si occupano del caso ma così non è stato perché, al di là delle analisi dei Ris, c’è ancora qualcosa che non convince gli inquirenti.
L’avvocato difensore Federico Fava ha più volte sottolineato che la commessa bolzanina ha sbagliato evitando di consegnare gli indumenti (il giorno dei controlli dei carabinieri) semplicemente per paura, essendo finita suo malgrado in una vicenda più grande di lei. Però la donna dovrà anche spiegare agli inquirenti perché non abbia ritenuto alquanto strano che il giovane, con cui aveva programmato di trascorrere la notte, si fosse presentato a casa sua (in notevole ritardo) con diversi indumenti da mettere in lavatrice.
In effetti Benno (che aveva annunciato a Martina telefonicamente che si sarebbe fatto la doccia prima di partire dalla sua casa di Bolzano) quando arrivò nell’appartamento di Ora si precipitò in bagno dove affermò che avrebbe avuto bisogno di farsi subito una doccia. Il giovane insegnante accusato di aver ucciso i propri genitori non aveva con sé però solo un cambio personale per il mattino successivo ma sparse a terra nel bagno una serie di indumenti, tra cui tre t shirt e una maglietta Polo. Possibile che Martina non abbia riscontrato l’anomalia del comportamento dell’amico? Per quale motivo nel breve tratto di strada tra Bolzano e Ora Benno avrebbe dovuto sporcare tra magliette, pensando tra il resto di poterne avere bisogno dato che decise di portarsele da casa? Ovviamente sulla posizione di Benno gli inquirenti hanno già le idee molto chiare. Gli inquirenti infatti sono convinti che l’omicidio dei due genitori sia stato pianificato dall’imputato il quale ritenne opportuno portarsi da casa abbigliamento in eccesso sapendo che avrebbe dovuto trasportare i cadaveri del padre e della madre per poi gettarli nell’Adige dal ponte nei pressi della discarica di Ischia Frizzi. Ecco perché, secondo l’accusa, Benno si sarebbe organizzato per avere a disposizione una riserva a livello di abbigliamento da indossare quella notte. Quello che ancora non convince gli inquirenti è la superficialità con cui Martina si offrì di mettere gli indumenti in lavatrice, senza farsi troppe domande.
La commessa ha però già dichiarato – quando venne sentita con l’assistenza dell’avvocato - di non aver notato alcuna macchia sospetta sugli indumenti buttati in lavatrice né odori particolari.
Per gli inquirenti sarà però necessario attendere l’esito delle analisi di laboratorio da parte dei Ris (reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri) di Parma prima di prendere una decisione definitiva sulla posizione della commessa la quale, tra il resto, dopo la scomparsa di entrambi i genitori accettò di trascorrere una notte assieme a Benno proprio nell’appartamento di via Castel Roncolo.
Nel frattempo a Parma sono iniziate le fasi peritali sui reperti di sangue rilevati sul ponte dal quale secondo, l’accusa sarebbero, stati gettati nell’Adige i corpi di Laura Perselli e Peter Neumair. Come noto i primi risultati saranno consegnati agli inquirenti e alla giudice Carla Scheidle l’8 aprile prossimo. Il 30 marzo precedente saranno resi noti i risultati delle verifiche informatiche su computer, chiavette Usb e telefonino in uso al presunto omicida.