«Dal 2009 cerco mio padre sparito qui in Alto Adige» 

Caso irrisolto. La straziante storia raccontata da Stefania Bonduan alla presentazione del libro sulle persone scomparse di Nicodemo Gentile


Paolo tagliente


Bolzano. Dieci storie di persone scomparse. Dieci storie di famiglie segnate, risucchiate all’improvviso in un limbo fatto di dolore e angoscia. Dieci storie di gente normale. Dieci vicende che Nicodemo Gentile, avvocato penalista tra i più noti d’Italia oltre, ex presidente di Penelope e legale dell’associazione, impegnato in molte tra le vicende giudiziarie più rilevanti degli ultimi anni, ha potuto toccare in prima persona e ha deciso di raccontare nel suo ultimo libro dal titolo «Nella terra del niente. Storie di scomparse, storie di famiglie». Giovedì pomeriggio, alla biblioteca Claudia Augusta, nel corso di un affollato incontro organizzato dall’Associazione Penelope Trentino Alto Adige, Gentile ha ripercorso alcune delle storie narrate nella sua fatica letteraria. Accanto a lui, Mirella Spadotto e Livio Liponi, rappresentanti dell’Associazione Penelope Trentino Alto Adige (Mirella ne è la presidente) e genitori di Andrea, scomparso misteriosamente nel giugno del 2008, a 22 anni. Mirella e Livio hanno fornito i dati sull’attività di Penelope e reso noti alcuni inquietanti numeri sulle persone scomparse, in Italia. A fare da padrona di casa, la direttrice della biblioteca, Valeria Trevisan, che ha introdotto l’argomento dell’incontro e presentato l’ospite e i relatori mentre l’attrice e speaker Maria Pia Zanetti ha letto con grande pathos alcuni brani del libro, emozionando tutti i presenti.

Gentile ha idealmente preso per mano i presenti e li ha accompagnati con discrezione e delicatezza nelle vite di alcune delle persone scomparse e dei loro familiari. Lo ha fatto - e lo hanno ribadito più volte anche Mirella e Livio –, sottolineando che nessuno di noi può considerarsi esente da simili drammi, che nessuno può essere certo di non ritrovarsi, all’improvviso, a cercare un parente scomparso. Ha parlato di Pietro Sarchié, il sessantunenne commerciante di pesce marchigiano scomparso nel nulla il 18 giugno del 2014, il cui corpo, smembrato, fu ritrovato il 4 luglio dello stesso anno. Per quell’omicidio sono stati poi condannati in via definitiva all’ergastolo Giuseppe Farina e a vent’anni suo figlio Salvatore. In quel processo, Gentile ha assistito la famiglia Sarchié, costituitasi parte civile. L’avvocato calabrese ha poi narrato la vicenda di Carlos Sanchez Ortiz de Salazar, brillante neo laureato in medicina, scomparso da Siviglia nel 1996. Di lui si era persa ogni traccia, tanto che nel 2010 l’Administracion de Justicia spagnola di Cazalla de la Sierra, ne aveva decretato addirittura la morte presunta. Il colpo di scena nel 2015, quando alcune guardie forestali lo ritrovano nei boschi delle Bandite di Scarlino, vicino a Cala Violina, uno delle spiagge più belle della Maremma. Lì, vivendo come un eremita, aveva trascorso gli ultimi vent’anni. Vengono chiamati i genitori dalla Spagna, ma quando mamma Olga e papà Carlos arrivano in Italia, l’uomo - che nel 2015 aveva 45 anni - è già fuggito. Facendo perdere di nuovo le sue tracce. Gentile ha raccontato anche la terribile storia di Irene Cristinzio, l’insegnante in pensione di 64 anni sparita a Orosei nel 2013 e mai più ritrovata. La storia più toccante e commovente, però, è stata senza dubbio quella del trevisano Mario Bonduan, scomparso il 30 dicembre del 2009, quando aveva 67 anni, a San Candido, dove si trovava in vacanza con la famiglia. Presente in sala, infatti, c’era la figlia Stefania, vice presidente dell’associazione Penelope Veneto, (con lei anche la presidente Gilda Milani Bianchi, mamma di Milena, scomparsa in Tunisia nel 1995 e trovata senza vita nel 1997) che ha ripercorso i terribili momenti di quel pomeriggio in cui il padre è svanito nel nulla, narrando poi le ore e gli anni successivi, passati con la sorella Angela e con mamma Anna, scomparsa a gennaio del 2018, alla ricerca del papà. Una ricerca che non ha conosciuto soste, in questi quasi dieci anni, tra momenti di scoramento e momenti di ottimismo. Una ricerca che guarda con speranza alla possibilità che Mario, che soffriva di un rallentamento psico motorio e di un’iniziale possibile demenza senile precoce ancora in fase di diagnosi, sia ancora vivo. Ma valutando realisticamente l’eventualità che egli abbia perso la vita poco dopo la sua scomparsa, su qualcuna delle montagne che circondano San Candido. Come aveva fatto poco prima l’avvocato calabrese, anche Stefania Bonduan ha invitato tutti a guardare con occhi diversi clochard ed emarginati che incontriamo nelle nostre città «perché ognuno di loro ha una storia e qualcuno può essere una persona scomparsa». Una vita, quella di chi non ha più notizie di un figlio, di una mamma, di un papà o di una sorella scomparsi, che Nicodemo Gentile ha paragonato a quella dell’orologio della stazione di Bologna, fermatosi alle 10.25 di quel 2 agosto. «Il tempo si ferma al momento della scomparsa – ha detto il famoso legale – e chi, magari dopo anni, riesce a trovare anche solo i poveri resti del proprio caro, si considera fortunato. Perché ha un luogo dove piangere il familiare morto, perché il dolore è meglio del niente che deve affrontare chi ancora cerca il proprio caro sparito». E proprio da questa considerazione, prende il titolo il libro di Gentile che, al termine dell’incontro, ha letto un brano di Oriana Fallaci. «Ma il niente è da preferirsi al soffrire? – scriveva la grande giornalista – Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente».

Un dato agghiacciante: dal 1° gennaio 1974, anno in cui è stato creato il registro, al 31 dicembre 2018, le persone scomparse in Italia sono 57.713.













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