la tragedia

Dicianovenne egiziano morto di freddo, dopo la tragedia arrivano 150 posti letto in più

L'ira del sindaco Caramaschi: «Il problema profughi non può essere scaricato tutto sul capoluogo». Rabini: «Un errore chiudere i centri di accoglienza». Kompatscher: «Subito 25 posti letto in più all'Alimarket»


Antonella Mattioli


BOLZANO. Venticinque posti letto in più, già da sabato sera, all’ex Alimarket (in tutto sono 95); altri 50 nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) vuoti e distribuiti sul territorio che dovranno essere riaperti entro la prossima settimana; altri 100 la settimana successiva. Complessivamente 150 i posti che, nel resto della provincia, verranno messi a disposizione: questa la promessa fatta sabato dal presidente Arno Kompatscher al sindaco Renzo Caramaschi.

Purtroppo c’è voluto un morto, un diciannovenne di origine egiziana ucciso dal freddo, per far passare il concetto - sempre ribadito dal Comune di Bolzano e mai ascoltato in piazza Magnago - che il problema dei profughi che diventano “semplicemente” senzatetto nel momento in cui si sentono respingere la domanda di asilo o sono di passaggio diretti al nord, è provinciale, non “bolzanino”.

Di pochi giorni fa, l’ultimo braccio di ferro tra Provincia e Comune sui 5 mila euro di affitto al mese chiesti dall’assessore Massimo Bessone, su una proposta approvata dalla giunta e presentata dall’assessora Waltraud Deeg, al Comune per un’ala dell’Alimarket di via Gobetti dove, da metà novembre, è in funzione l’Emergenza freddo. Il centro a Bolzano sud ospita senzatetto, ma anche persone che pur lavorando, non trovano un alloggio in affitto. L’Alimarket è in aggiunta agli altri 90 posti del centro Comini sempre a Bolzano sud.

L’ira del sindaco

«Non potete scaricare su Bolzano il problema enorme di profughi e senzatetto: adesso dovete trovare una soluzione. Da soli non possiamo farcela». Più o meno questo il tono delle telefonate fatte ieri dal sindaco Renzo Caramaschi al presidente della giunta provinciale Arno Kompatscher, per sollecitare un rapido intervento della Provincia dopo che, nella notte tra giovedì e venerdì, è morto di freddo un diciannovenne egiziano. Arrivato a Bolzano solo mercoledì, in attesa di un letto all’Alimarket, si era sistemato tra i cartoni dei maxi-schermo, nascosti sotto i binari della ferrovia, in via Buozzi. Difronte al parcheggio dei camper dei turisti, arrivati in città per il Mercatino. A pochi passi dalla Fiera, dove c’è un viavai quotidiano di centinaia di persone, ma la vittima ero uno dei tanti invisibili che, non trovando posto nelle strutture del Comune, dormono all’addiaccio.

Ieri sera, lì dove è morto il giovane egiziano, si sono ritrovati alcuni esponenti di Verdi, Sinistra Italiana, Anpi - presente l’assessora Chiara Rabini e l’assessore Juri Andriollo - per ricordare la vittima della tragedia che si è consumata in una delle più ricche città italiane. Che fa molto per accogliere gli ultimi, ma non è mai abbastanza visto che il problema è “scaricato” quasi interamente sul capoluogo. In seguito è arrivato anche l’appello del vescovo Ivo Muser a “non rimanere indifferenti, non distogliere lo sguardo, favorire l’incontro e cercare soluzioni affinché una tragedia simile non si ripeta”.

L’intervento del governatore

Secondo le stime del Comune - che in questo caso coincidono con quelle di Bozen Solidale, una delle associazioni in prima linea - sono tra i 200 e i 250 coloro che a Bolzano vivono in strada. Nelle ultime settimane è tornato ad aumentare il flusso dei migranti che passano per il capoluogo. Una situazione difficilissima sempre, che diventa ad alto rischio in inverno e lo sarà ancora di più nei prossimi giorni con temperature che i meteorologi danno in picchiata. Di qui la decisione del governatore Arno Kompatscher, pressato dal sindaco, di intervenire a livello provinciale: «Ho dato indicazioni di provvedere immediatamente per posti aggiuntivi sia a Bolzano sia nel resto della provincia. Già da sabato allestimenti di altri posti all’Alimarket. Domani riunione d’urgenza con il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer e i presidenti della Comunità comprensoriali. È un tema che riguarda tutto il territorio».

I Cas chiusi

Sempre critica nei confronti del Comune di Bolzano, su una cosa Federica Franchi, presidente di Bozen solidale, è d’accordo: il problema profughi e senzatetto è scaricato quasi interamente sul capoluogo. Di qui la richiesta dell’assessora Chiara Rabini: «Devono essere immessi in quota statale anche i richiedenti protezione internazionale che arrivano sul nostro territorio autonomamente. Le persone devono essere accolte nei Cas, Centri di accoglienza straordinari della Provincia. Strutture che in maniera poco lungimirante sono stati chiusi nel 2020: dopo tre anni di buon funzionamento dei Cas ed ex Sprar/ Sai. Ma il fenomeno dei flussi migratori è costante e dobbiamo gestirlo. Come avviene nelle città del sud Italia con gli arrivi dal Mediterraneo: quando le persone arrivano, devono essere accolte». Dal 2018 al 2020 c’erano sei Centri di accoglienza distribuiti sul territorio provinciale; ne sono rimasti tre, rispettivamente in Val Venosta con 26 famiglie, nel Burgraviato con una quarantina di posti e in Val d’Isarco con 27. Si tratta di strutture gestite dalle Comunità comprensoriali sulla base di un progetto che prevede apprendimento delle lingue e inserimento lavorativo, oltre che la messa a disposizione di un alloggio.













Altre notizie

La battaglia degli ambientalisti

Sassolungo: già 70 mila firme. «Monte Pana-Saltria fa paura»

Si sono mobilitate 14 associazioni che chiedono alla Provincia un referendum. «L’area va messa sotto tutela. C’è invece chi vuole cementificare e trarre profitto: previsti da 7 a 22 piloni, alti da 8 a 25 metri


Massimiliano Bona

Attualità