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Don Bosco, la casa di riposo sarà demolita e ricostruita 

Il Comune di Bolzano ha accantonato definitivamente la soluzione che prevedeva la ristrutturazione. L’intervento costerà circa 20 milioni; l’appalto dei lavori il prossimo anno. Le nuove stanze saranno quasi tutte singole



BOLZANO. L’idea iniziale, per la quale il Comune aveva già accantonato dei fondi, prevedeva di ristrutturare la casa di riposo Don Bosco. Una delle più vecchie a livello regionale e sicuramente la più grande, con circa 150 posti letto. E con standard che - nonostante gli adattamenti fatti nel corso degli anni - non corrispondono più alle esigenze di oggi.

Ma il confronto con i tecnici e lo studio di progettazione, specializzato in interventi su case di riposo, hanno consigliato di seguire ed investire in una via più radicale. Che significa demolire e ricostruire il grande complesso di via Milano. Le ruspe risparmieranno però il nucleo Alzheimer che è stato realizzato solo pochi anni fa.

«La demo-ricostruzione - assicura l’assessore Juri Andriollo - è la soluzione più migliore, perché alla fine ci consentirà di avere una struttura nuova, con un centinaio di letti quasi tutti in stanze singole; mentre oggi sono soprattutto doppie. E poi spazi per le attività collettive e le sale da pranzo. Investimento previsto: circa 20 milioni di euro».

L’assessore prevede che a settembre il progetto preliminare possa andare all’esame della sotto-commissione provinciale. «Se non ci saranno particolari intoppi - spera l’assessore Andriollo - dovremmo essere in grado di appaltare i lavori già il prossimo anno».

Si tratta in realtà di una previsione ottimistica, perché - purtroppo - la burocrazia e i tempi dell’amministrazione pubblica sono sempre molto lunghi. L’importante comunque è che almeno si sia partiti con l’iter.

I lavori con dentro gli ospiti

L’aspetto più complicato comunque dell’intera operazione è rappresentato dal fatto che si intende intervenire, con un certo numero di ospiti, che rimarrebbe nella parte del complesso, temporaneamente non interessata dalla demolizione. «Il progettista - spiega ancora Andriollo - ci ha assicurato che la cosa è fattibile. Ovviamente, per un po’, bisognerà bloccare i nuovi ingressi; una parte degli ospiti potrebbero anche essere smistati in altre strutture. Non siamo ancora entrati nel dettaglio, ma lo faremo quando sarà il momento».

Tutto sarebbe più facile, ovviamente, se ci fosse una struttura da utilizzare temporaneamente durante la fase dei lavori, ma non c’è.

La casa di riposo di Oltrisarco

Della casa di riposo di Oltrisarco, che avrebbe potuto essere particolarmente utile durante i lavori alla Don Bosco, nessuno parla più. C’è il terreno che si trova vicino a piazza Nikoletti; ci sarebbero anche il progetto in Provincia e una parte di fondi. Mancano però all’appello ancora diversi milioni di euro che secondo la Provincia dovrebbe mettere il Comune e viceversa. Periodicamente il tema torna di attualità, poi però in concreto non succede nulla.

La casa di via della Roggia

L’altra questione aperta, riguarda la casa di riposo “La Roggia”. Al civico 1 della via omonima c’è un edificio di proprietà del Comune, fatiscente al punto che i 18 alloggi di edilizia sociale, ogni volta che si liberano, non vengono più assegnati. Nella stessa strada, ma al civico 5, c’è la casa di riposo “La Roggia” che da tempo sta valutando la possibilità di ampliarsi, utilizzando la cubatura di proprietà comunale. È un progetto al quale la presidente della Fondazione La Roggia, Nirvana Pedrazza, sta lavorando già da alcuni anni. Ma senza grandi risultati, nonostante la fame di case di riposo presente e ancora di più - è facile prevedere - futura visto il progressivo invecchiamento della popolazione. A maggio però, la giunta comunale aveva deciso di affidare ad un consulente tecnico esterno uno studio, per valutare la congruità della proposta avanzata dalla Fondazione, relativa ai costi e alla durata dell’eventuale convenzione. L’immobile rimarrebbe di proprietà del Comune, ma la Fondazione si accollerebbe le spese per i lavori di ristrutturazione. Per ammortizzare i costi, si chiede la gestione per un periodo piuttosto lungo. Il progetto prevede di demolire e ricostruire l’edificio di proprietà comunale che diventerebbe, a sua volta, una Rsa collegata alla casa di riposo “La Roggia” e gestita dalla Fondazione.

L’utilità dell’operazione sarebbe duplice: i posti letto passerebbero dagli attuali 38 a circa 80; le sinergie consentirebbero - in base alle verifiche fatte - di ridurre i costi di gestione. A.M.













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Valeria Frangipane

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