Dopo due anni Carnaghi se ne va e lascia il primariato di Oncologia 

Dall’Alto Adige alla Sicilia, Zerzer (Asl): «Mi spiace moltissimo. Ci siamo incontrati più volte per convincerlo a restare ma ha preferito fare un’altra scelta. Probabile un concorso per scegliere il nuovo responsabile del reparto»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Niente da fare, ha scelto di andarsene. Un altro addio eccellente all’ospedale di Bolzano.

Se ne va Carlo Carnaghi, classe 1965, tra i migliori oncologi d’Italia, arrivato a Bolzano a maggio 2018 dall’Humanitas di Milano per guidare il reparto di Oncologia del San Maurizio.

Per Bolzano un brutto addio.

Lo aveva scelto l’allora direttore dell’Asl - Thomas Schael - che aveva puntato sulla chiamata diretta per sostituire Claudio Graiff, in pensione da fine 2017. «Un’ottima scelta, abbiamo un luminare», era stato il commento di Guido Mazzoleni, al tempo presidente dei primari Anpo.

Adesso, a soli due anni dalla nomina Carnaghi - che si era messo a studiare il tedesco per affrontare il patentino - lascia l’Alto Adige per la Sicilia e Bolzano per Catania. Una doccia fredda per la nostra sanità che perde un altro professionista di spicco.

Così il direttore dell’Asl, Florian Zerzer: «Lo stimo moltissimo, mi dispiace che se ne vada. Ci siamo incontrati per cercare di farlo restare ma ha preferito un’altra scelta. Lo ringrazio per il lavoro svolto a Bolzano, gli faccio i complimenti dell’Azienda».

Da capire adesso cosa succederà al reparto.

«Oncologia resta nelle mani della dottoressa Judith Stocker - dice Zerzer - vedremo come comportarci per la successione a Carnaghi. Devo parlare con i direttori, per quanto mi riguarda proporrò il concorso».

Carnaghi, laurea a Pavia nel 1992 e specializzazione in Chemioterapia e Oncologia all’Università di Milano, aveva lavorato all'Istituto tumori di Milano ed era quindi entrato in Humanitas nel 1997 prima come assistente dell'unità operativa di Oncologia quindi come aiuto e capo sezione. Dopo una breve esperienza come responsabile dell’Oncologia al San Giuseppe di Milano era rientrato in Humanitas come responsabile di Oncologia e referente per la patologia per i tumori neuroendocrini.

Il primario, interpellato, commenta l’addio con un laconico: «Non voglio polemiche».

A proposito dell’Oncologia in Alto Adige aveva più volte detto che è all’avanguardia ma i farmaci antineoplastici e immunomodulatori rappresentano la prima voce di spesa pubblica che si fa sempre più consistente. «Ce la facciamo ancora a sopportare i costi. Siamo messi molto bene rispetto ad altre regioni del resto d’Italia ma c’è un ma. La spesa farmaceutica sta esplodendo ed in prospettiva non ce la faremo neanche noi». La risposta? «La può dare solo la politica. E si tratta di scelte nazionali e sovranazionali. La realtà è che la medicina sta scrivendo un nuovo capitolo nella lotta ai tumori. Lo scenario dell’immunoterapia e dei farmaci a bersaglio molecolare è entusiasmante e si sono fatti passi da gigante solo due anni fa impensabili. Combattiamo tutti i giorni con medicinali straordinariamente efficaci ma costosissimi. E questo in prospettiva è un problema serissimo».

Carnaghi, dunque , lascia mentre si allunga la lista dei primari e dirigenti Asl che negli ultimi tempi hanno lasciato il campo per altre scommesse professionali.

Tra gli altri ricordiamo Michael Häfner, primario del reparto di Gastroenterologia del San Maurizio, che se n’è andato a maggio dello scorso anno.

Era stato nominato a giugno 2016 da Thomas Schael. Subentrato a Fausto Chilovi aveva lasciato l’Alto Adige in polemica: «La direzione dell’ospedale ha paura a prendere decisioni e tagliare i rami secchi. In reparto lavoriamo con macchinari vecchi anche di 15 anni o più che si guastano e non si trovano i pezzi di ricambio. Ma nessuno mi ha ascoltato». Ad aprile 2019 altro, questa volta doppio, addio con le dimissioni di Thomas Lanthaler - direttore sanitario Asl - e Peter Zelger, primario della Riabilitazione. Tutti e due i professionisti avevano lasciato per la medicina di base.

Andando a ritroso, a gennaio 2019 altro saluto eccellente, quello dell’ex direttore amministrativo Andrea Zeppa che dopo appena 4 mesi in Asl si era congedato con un: «L'attività è molto interessante ma, a causa della specificità del settore, ho deciso che questo ruolo non è il mio».

Tra i primari ad andarsene anche Markus Herrmann, a Bolzano dal 2012, che ad agosto 2017 se n’era adnato per un incarico «irrinunciabile» alla clinica universitaria di Graz. Cortese ma secco il suo commento: «Cercate di capire, a Bolzano sto bene, ma non potevo rifiutare».

E nel 2017 non aveva potuto rifiutare Bruno Bonetti dal 2015 primario di Neurologia a Bolzano - che aveva vinto il concorso per il primariato di Verona - e salutato a sua volta l’Alto Adige. Impossibile dire di no alla clinica universitaria. L’addio era arrivato anche da Christian Thuile (Medicina complementare) a cui l'Asl nel 2010 aveva cucito addosso - tra più di mille polemiche - il servizio che faceva base a Merano. E nel 2017 l’Asl aveva perso anche Lukas Lusuardi, 46 anni, bolzanino, da tre primario di Urologia a Bressanone che aveva lasciato per l’Università di Salisburgo. «Se l’Università fosse stata qui sarei rimasto, l’ipotesi di avere in Alto Adige una Medical School mi aveva fatto sognare ma il sogno purtroppo è sfumato. Mi spiace salutare la mia terra ed i colleghi». I medici non possono rifiutare - “ubi maior” - si dispiacciono ma salutano.













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