Il fenomeno

Doppio cognome a rilento: a Bolzano nessun caso 

Dal primo giugno a Bolzano nessun neonato registrato col doppio cognome o col cognome della madre, dopo la sentenza dell’Alta Corte che ha tolto l'automatismo del nome del padre


Valeria Frangipane


BOLZANO. A Bolzano - come del resto almeno fino a pochi giorni fa anche a Trento - ancora nessun neonato è stato registrato all'anagrafe cittadina con il doppio cognome o solo con il cognome della madre. E questo dopo la sentenza della Corte Costituzionale - pubblicata in Gazzetta Ufficiale il primo giugno - che ha tolto l'automatismo dell'attribuzione del solo cognome paterno.

Angelo Gennaccaro, assessore comunale ai servizi demografici, ha in mano la lista con una trentina di nuovi nati.

«Al momento ancora nessuna registrazione secondo le nuove regole. Sono una ventina i neonati i cui nomi sono stati inseriti in anagrafe dall’inizio del mese e tutti riportano il cognome del padre mentre un’altra decina sono stati registrati in ospedale dall’Asl - che poi passa all’anagrafe i dati - e la scelta è stata identica».

L’assessore spiega che non si tratta di mancanza di informazione perchè gli impiegati sono obbligati a comunicare ai genitori che si presentano agli sportelli dell’Ufficio servizi demografici, le nuove regole. E lo stesso capita in ospedale. «Abbiamo dato indicazioni precise».

I genitori dunque vengono informati della possibilità di aggiungere il cognome della madre, ma vince l’abitudine. Resta da capire come mai nessuno abbia ancora pensato di cogliere questa nuova opportunità. «Posso pensare che tanti nuovi nati siano figli di immigrati che preferiscono la tradizione rispetto alla nuova opzione e che forse gli altri siano spaventati da un cognome che rischia di diventare troppo lungo che la piccola o il piccolo, si porteranno dietro tutta una vita». Sempre ricordando che già dal 2017 è possibile aggiungere il cognome della mamma a quello del papà.

«Credo comunque che a breve avremo anche noi i primi casi dopotutto si tratta di una scelta di civiltà che fa scendere in campo con parità di diritti anche la donna. Mi dispiace che si sia dovuti arrivare a questo attraverso una sentenza della Corte costituzionale, ciò dimostra che il Parlamento che avrebbe il compito di legiferare subisce per l’ennesima volte le decisioni dei giudici. Perchè senza un vera legge si rischia comunque il caos se i genitori sono in rotta. Credo che questa estensione per chi deciderà oggi o domani di farne uso dovrà essere vista come un opportunità da cogliere e non come una guerra uomo- donna, padre e madre».

É dunque scattata la regola che è destinata a cambiare i rapporti uomo-donna dentro e fuori la famiglia e il diritto all'identità dei figli. Si tratta del frutto della pronuncia storica con la quale la Corte costituzionale il 27 aprile ha dichiarato illegittima l'automatica assegnazione del cognome paterno, mandando in soffitta un retaggio patriarcale.

L'efficacia è scattata con la pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale, avvenuta - come detto - il primo giugno. E investe tutti i bimbi che ancora non sono stati dichiarati all'anagrafe: prenderanno il doppio cognome, nell'ordine stabilito dai genitori, o anche solo quello di uno di loro di comune accordo. Se non ci sarà l'intesa sull'ordine dei cognomi la questione sarà risolta dal giudice.













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