Dramma in piscina, primi indagati Verifiche sui bagnini e la sicurezza 

La Procura apre un’inchiesta per lesioni personali gravi colpose. Anche i due genitori, distrutti dal dolore e dalla disperazione,  rischiano di essere chiamati in causa per non aver controllato adeguatamente il figlioletto. Le condizioni del piccolo sono sempre gravi


MARIO BERTOLDI


Bolzano. Per il momento l’ipotesi di accusa è di lesioni personali gravissime di natura colposa e gli indagati potenziali sono diversi. l’inchiesta della procura della repubblica sul dramma al lido di bolzano è già stata avviata ieri mattina dopo il deposito della relazione di servizio della polizia e della squadra mobile su quanto è stato possibile ricostruire. e’ probabile che l’episodio avvenuto lunedì pomeriggio , con il bambino di 4 anni e mezzo recuperato in stato di incoscienza da una delle vasche dell’impianto di viale trieste, non possa essere ricondotto a pura fatalità. le condizioni del piccolo, ricoverato nel reparto di terapia intensiva pediatrica di vicenza, sono stabili ma sempre gravi.

Tra i possibili indagati ci sono anche i genitori del piccolo (cittadini di origine albanese domiciliati a bolzano), oggi comprensibilmente distrutti dal dolore e dalla disperazione ma che potrebbero essere anche accusati di non aver saputo accudire il figlioletto in maniera adeguata. un attimo di disattenzione potrebbe segnare una tragedia senza ritorno. ma l’inchiesta della procura dovrà inevitabilmente anche verificare la gestione dell’impianto balneare bolzanino sotto il profilo della sicurezza. ieri mattina al magistrato è stato fatto presente che quest’anno il regolamento messo a punto dall’amministrazione comunale per l’apertura del lido è stato reso addirittura più stringente e severo. ad esempio i ragazzini che non hanno compiuto i 14 anni non possono avere accesso all’impianto ma debbono essere accompagnati da maggiorenni che ne assumono la responsabilità. nel dramma di lunedì pomeriggio, sarebbero bastati pochi attimi di disattenzione del padre e della madre per permettere al bambino di allontanarsi proprio verso la vasca che in parte era stata chiusa al pubblico per le norme anticontagio imposte dall’emergenza sanitaria.

Gli inquirenti hanno confermato che nessuno avrebbe potuto avere accesso e che la piscina era stata delimitata da una serie di balaustre che ne indicavano la non accessibilità. ma il problema, sotto il profilo giudiziario, sarà accertare se la vasca del dramma, in quanto chiusa, fosse o non fosse adeguatamente controllata da bagnini o altro personale della sicurezza.

Come succede ad ogni stagione estiva, anche quest’anno il comune ha appaltato diversi servizi (tra quello della sicurezza) ad una società sulla base di un appalto pubblico.

Nel lido di viale trieste il servizio viene garantito dalla società «cleansolution». saranno proprio i responsabili della società specializzata (che gestisce altri impianti balneari in regione) ad illustrare agli inquirenti nelle prossime ore come fosse organizzato il servizio dei bagnini per la sicurezza nelle vasche.

Sotto questo profilo sembra che per l’impianto di viale trieste non fosse stata fatta nessuna scelta in economia, nonostante la forte riduzione di accessi ammessi alla struttura a seguito delle limitazioni anti covid.

Come noto al lido di bolzano quest’anno non sono ammesse più di 1500 presenze contemporanee. lunedì pomeriggio (al momento della trAgedia) i bagnanti erano 800 ma la procura sta effettuando controlli e valutazioni sulla base delle norme che prevedono un numero di addetti alla sicurezza rapportato non ai bagnanti ma alla superficie d’acqua (in metri quadrati) di cui la struttura dispone.

Sulla base di questo principio, è probabile che la piscina del dramma (anche se ufficialmente non accessibile) avrebbe dovuto essere comunque controllata. la vasca in questione è collegata direttamente ad una parte aperta ai bagnanti e dunque sicuramente soggetta ad attenti controlli di sicurezza.

L’inchiesta però dovrà stabilire se dalla posizione di controllo della parte aperta della vasca fosse possibile controllare anche la parte chiusa dove è stato poi recuperato il bambino caduto in acqua.

Secondo quanto emerso dai primi accertamenti nel lido di bolzano la sicurezza è stata affidata a otto bagnini e altri sei operatori in azione lungo i prati e che lunedì pomeriggio sono stati i primi ad essere mobilitati dai due genitori preoccupati per aver perso di vista, per pochi minuti, il figlioletto.

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