Ecco il coraggio del colore Un flash verde per Druso est 

Zona d’espansione. L’architetto Meraner ha vinto il concorso della Coop “Gries” e ha osato con un colore che rompe l’omogeneità del rione: « Balconi ad onde e ogni abitante ha potuto decidere numero di finestre  e misura degli affacci ». E adesso arriveranno le piante


Paolo Campostrini


Bolzano. «Beh, verde è verde...» dice Wolfgang Meraner guardandola. Lui, brissinese, studi di architettura a Innsbruck, l’ha appena conclusa la sua casa. Sul web, dove le immagini di questo edificio a 10 piani che rompe l’uniformità di “Prati di Gries” o Druso Est stanno correndo da giorni con una infinità di commenti, viene definito “l’architetto senza paura”, oppure “ecco chi ha il coraggio di osare”. Insomma, molti ne stanno parlando già adesso che le rifiniture non sono ancora completate («lo saranno tra un mese» annuncia), figurarsi dopo. E dunque perché verde? «Era nella palette di colori all’interno del concorso di architettura - dice Meraner - e mi sono detto che quel colore doveva vedersi. Certo, adesso si nota molto, anche perché le altre case del complesso sono ancora indietro. Ma vedrete che quando crescerà il verde naturale intorno, diventerà parte del paesaggio». In effetti l’architetto anticipa quello che sarà il luogo appena le piante e il prato si svilupperanno tutto intorno. Ma l’edificio costituisce già ora una delle novità più evidenti dell’intera zona di espansione urbana. E per due ragioni. La prima, naturalmente, è il coraggio del colore. Ma l’altra è più funzionale. E la spiega: «Fino all’ultimo, intendo fino agli ultimi lavori di cantiere, ai futuri occupanti delle case io ho chiesto: volete più o meno finestre, stare molto fuori o essere molto protetti dentro? Insomma, si è trattato di un progetto estremamente flessibile e modulabile». Tutto questo si nota nei balconi. Che non sono balconi. Sono curve irregolari, onde che percorrono tutto il fronte dell’edificio, allargandosi o stringendosi. In realtà ogni loro movimento nasconde una diversa fruibilità degli spazi interni. Nel senso che, gettandosi verso l’esterno o ritirandosi verso gli appartamenti, queste onde architettoniche consentono alle abitazioni di avere più o meno protezione, maggiore o minore fuga verso l’esterno. L’effetto delle balconate verdi è poi accentuato dall’uso di pannelli di alluminio, che creano un effetto mosaico e, ancor più, un senso di luce in movimento. «L’idea - spiega Meraner - era quella di offrire agli abitanti della casa l’illusione di essere circondati da foglie che, come quella degli alberi, creano giochi di luci e ombre, non consentono una illuminazione costante ma la variano col vento...». Questo effetto poetico pare sia stato molto apprezzato dagli occupanti della casa. Che sono ormai già dentro le loro stanze. Sono 37 gli appartamenti. E sono stati definiti, in premessa, dalla cooperativa Gries, che ha poi indetto il concorso di architettura vinto alla fine dallo studio di Wolfgang Meraner. Nel concorso c’era pure la palette, la scelta dei colori. E il verde era predominante. Anche perché l’intero lotto dovrà diventarlo pure in natura. Ma la caratteristica del progetto è la sua diversità, la quale, in una Bolzano che sembra predisposta a non osare mai in architettura, a tenersi in ombra e a proporre, anche nelle sue nuove zone edificabili, case quasi sempre uguali l’una all’altra, tanto funzionali da diventare invisibili, diventa un elemento di grande rottura. E diversità. Quest’ultimo elemento poi, non è solo formale, ma sostanziale. «Ogni appartamento dell’edificio è diverso dall’altro. Tanto che posso assicurare - aggiunge l’architetto - che nessuna delle 37 abitazioni è uguale all’altra. Ogni famiglia occupante ha deciso come e dove farsi le finestre, quanto far fuoriuscire le balconate, oltreche decidere la dimensione delle stanze». Libertà edificatoria 4.0: questo è il senso della “casa verde”. Un luogo di diversità. «Ma non troppo - si schermisce Meraner - perché allorché si svilupperanno gli alberi e anche le altre case intorno, magari con altri verdi un poco più attenuati immagino, la mia non si noterà più cosi tanto...».













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