Il ricordo

Elena Moretti, il commosso ricordo dei colleghi

La maestra amata da tutti insegnava alle Langer. L'amica: «Ho adorato da subito il tuo buon cuore, il tuo essere così elegantemente svampita ma soprattutto la tua grinta e la tua tenacia»



BOLZANO. «Una grande persona, prima ancora che una grande insegnante. Aveva un’energia incredibile. Anche se stava male, era lei che rincuorava gli altri. Generosa sempre e comunque, non si lamentava mai. Una grande umiltà, un grande rispetto per tutti, per chiunque». È solo uno dei tanti ricordi di Elena Moretti, amatissima insegnante della Langer di Firmian, che se n’è andata dopo mesi di malattia, lasciando un vuoto incolmabile fra i colleghi, gli alunni, i genitori. Se n’è andata troppo presto, a poco più di un mese dal suo quarantanovesimo compleanno. Lascia Daniele, il compagno di una vita, che aveva sposato soltanto sabato scorso, e la figlia tredicenne Lucia, che amava più della sua stessa vita.

Tutti fanno un passo indietro, nessuno desidera comparire, ma a volerla ricordare sono in tanti. «Una grande persona, prima ancora che una grande insegnante», ricorda la fiduciaria delle scuole Langer. «Disponibile, altruista, una grande mediatrice. Una sensibilità fuori dal comune, un’empatia nei confronti di tutti gli alunni. Abbiamo avuto una grandissima fortuna ad averla nella nuova scuola Langer».

Elena Moretti aveva iniziato la carriera nella Bassa Atesina, per poi spostarsi nelle scuole tedesche delle valli per approdare infine a Don Bosco. «Era insegnante di classe, prevalente, negli ultimi dieci anni si era specializzata e alle Langer era la figura di riferimento per le prove Invalsi». A Don Bosco la ricordano ancora tutti, perché aveva un buon rapporto con chiunque, specie con un maestro in pensione, personaggio sui generis, spinoso, che le maestre definiscono un riccio. Il mitico maestro Alfredo. «Era rimasto per dare una mano, si occupava del campo scientifico, e insieme a Elena avevano instaurato un rapporto bellissimo, fra loro e con i ragazzini. Tutti i maestri, i genitori, gli alunni, se ne ricordano. Il maestro se n’era andato da qualche anno, ma Elena aveva portato con sé alle nuove scuole Langer il suo materiale, i suoi cartelloni. Era riuscita ad addomesticarlo e poi ne aveva continuato l’opera».

A ricordare la maestra Moretti è anche un’assistente all’integrazione, che da 40 anni segue i bimbi con disabilità. «Elena era un’insegnante straordinaria, una bella persona, quello che tutti noi vorremmo essere ma non ci riusciamo. Sempre sorridente, con ogni bambino. Li conosceva uno a uno, per le loro caratteristiche, le loro peculiarità. Accoglieva tutti dal primo all’ultimo. In classe c’era un’atmosfera vispa, come spiegano dovrebbe essere nei manuali. Era capace di tirar fuori il meglio da tutti. Solare, attiva, trovava sempre una soluzione. Sfoderava il suo sorriso e risolveva. La ricordano tutti, ha lasciato molto nella crescita personale di ognuno dei suoi alunni. Pure i genitori la adoravano».

Un’altra collega e carissima amica racconta: «Era una maestra straordinaria, aveva il dono di vedere ogni alunno come speciale, riusciva a sfruttare ogni potenzialità con semplicità, per ogni problema aveva una soluzione ed un sorriso. Una maestra e una persona unica, amata sempre. Per chi ha avuto l’onore di conoscerla riusciva a tirare fuori il meglio dalle persone, da tutti. Dove la mettevi, lei stava, si adattava con una naturalezza unica e, inconsapevole di questo suo dono, alle persone che incontrava».

L’amica le ha scritto una lunga lettera, di cui pubblichiamo qui un breve estratto: «Ho adorato da subito il tuo buon cuore, il tuo essere così elegantemente svampita ma soprattutto la tua grinta e la tua tenacia....». Poi, prosegue la lettera, «è arrivato lui. Fin da subito è stato chiaro che sarebbe stata una guerra difficile, ma tu non hai mollato un colpo e hai iniziato a lottare. Io all’improvviso sono diventata quella forte, quella che poteva aiutare, e così nel mio piccolo ho provato a fare e per questo mi ringrazi sempre e io sempre ti dico che non c’è niente da dire, grazie semplicemente Tu hai aiutato me, mi coccolavi e mi spronavi. Ancora una volta mi hai dimostrato quanto sei forte e gentile e altruista».













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