Emergenza freddo, chiudono i centri per i senzatetto. Bolzano attacca la Provincia: «Non vogliamo tende in città»
Il 30 aprile chiudono le strutture di tutto l’Alto Adige: 200 persone dovranno lasciare l’ex Inpdap di via Pacinotti, altre 50 l’ex Alimarket. Andriollo: «Dire arrangiatevi significa dire andate tutti a Bolzano»
BOLZANO. Ci risiamo. Il Comune di Bolzano dà la sveglia alla Provincia. Il 30 aprile termina l'"emergenza freddo". Le circa 200 persone che vivono all'ex Inpdap di via Pacinotti (Bolzano Sud) - in maggioranza senza fissa dimora - se ne devono andare. Al momento sono ospitate in camere da sei, otto o dieci posti l'una, dotate di letti a castello, bagni e docce comuni. E a fine mese chiude, questa volta definitivamente, anche l'ex Alimarket, ancora una volta in zona industriale, che ospita un'altra cinquantina di persone.
L'assessore al Sociale del Comune Juri Andriollo dice che lo stesso succederà con le strutture di Bressanone (20 posti letto), Merano (più di 40 letti) e Laives (20 letti). Col risultato che dormiranno tutti all'addiaccio e non potranno usufruire di servizi igienici e di un posto dove riporre gli effetti personali. «La delibera della Provincia chiude l'"emergenza freddo" a fine mese - dice l'assessore - poi finiranno tutti in strada anche perché il centro Comini, sempre a Bolzano Sud, che ospita un'altra novantina di senza fissa dimora, non ha più spazio. Ho il fortissimo timore che arriveranno a Bolzano anche dalla periferia ma il capoluogo non può tornare ad avere le tende sui fiumi». Andriollo chiede che la Provincia si attivi con i Comuni interessati. «Occorrono soluzioni alternative per evitare che oltre a quelli in città altri senza fissa dimora premano sul capoluogo. E occorrono risposte ai lavoratori. Perché dire "arrangiatevi" significa dire "andate tutti a Bolzano"». E l'amministrazione comunale sta cercando risposte per i lavoratori che sono il 30% del totale. A brevissimo è atteso in giunta un progetto-pilota per l'ex Inpdap sempre per senza fissa dimora che hanno un posto di lavoro e per persone fragili.
Accoglienza invernale, dati provinciali aggiornati al 13 aprile
I Comuni coinvolti nell'accoglienza oltre a Bolzano sono Bressanone: 20 posti (solo uomini) e Merano (19 posti per uomini + 1 posto in emergenza più altri 24 posti per donne + 1 posto in emergenza).A Laives c'è il dormitorio autogestito dalla Croce Rossa, su mandato della Provincia, che dispone di 20 posti (solo per uomini) come appendice dell'ex Alimarket di Bolzano, con l'obiettivo di garantire una certa stabilità. Si è evitato così il turn over degli ospiti e privilegiato l'inserimento di uomini con contratto di lavoro e privi di particolari necessità sanitarie o sociali. Non è noto il numero di posti realmente occupati, né il numero delle persone accolte in questi mesi. Si era poi ipotizzata anche l'apertura di una struttura a Brunico, ma il progetto non ha avuto seguito.
Persone accolte in inverno dall'apertura ad oggi
L'ex Alimarket (Bolzano) ad oggi ha accolto 329 uomini, tra cui 9 italiani e 18 vulnerabili. Con il termine vulnerabili si indicano persone fragili per età (over 65) o condizioni sanitarie certificate (tra patologie, invalidità e convalescenze). L'ex Inpdap di via Pacinotti (Bolzano) ha accolto ad oggi 387 uomini (14 italiani e 26 vulnerabili). Merano: 78 donne (15 italiane e 1 vulnerabile). Merano: 43 uomini (4 italiani e 6 vulnerabili). Bressanone: 52 uomini (5 italiani e 3 vulnerabili).
Strutture di accoglienza aperte tutto l'anno
Per completezza il Comune fornisce i dati relativi alle strutture di accoglienza aperte tutto l'anno a Bolzano. Pur non facendo parte del sistema di accoglienza invernale hanno accolto situazioni riconducibili all'emergenza freddo, facendo riferimento alla lista d'attesa per un posto letto gestita dall'Infopoint della Provincia. Sono il Comini (Bolzano): 95 posti (79 uomini di cui 6 italiani e 15 vulnerabili), Accoglienza donne c/o Conte Forni (Bolzano): 28 posti (8 donne tra cui 1 vulnerabile).
La nota della Sinistra:«Selfie davanti ai bivacchi»
Sulla questione interviene con una nota anche la segreteria "Sinistra die Linke". «Tra poco finisce l'"emergenza freddo" e, come ogni anno, diverse persone saranno costrette a dormire per strada. Mentre si arrangiano come possono chi governa si indigna per il decoro urbano, si fa fotografare davanti ai giacigli e attacca chi distribuisce tende e coperte. I ricoveri chiudono e le soluzioni non arrivano: il centrodestra chiude le strutture, ma anche gli occhi. Servono politiche coordinate».