sanità

Errori medici sui pazienti, in 10 anni Alto Adige risarciti oltre 27 milioni 

Restano aperti altri 458 procedimenti per i quali l’assicurazione ha stanziato “ riserve” per altri 40 milioni L’Azienda sanitaria ha versato in premi più di 75 milioni. I reparti più interessati sono Ortopedia, Pronto soccorso e Chirurgia generale


Valeria Frangipane


BOLZANO. Errori medici sui pazienti Asl, in dieci anni l’assicurazione Uniqa ha risarcito agli interessati più di 27 milioni. Restano aperti altri 458 procedimenti per i quali Uniqa ha stanziato “ riserve” per altri 40 milioni. In totale l’Asl ha versato in premi tra il 2012 ed il 2022 più di 75 milioni. E con gli importi accumulati come “riserve” l’assicurazione ha quasi pagato quanto incassato, non c’è da meravigliarsi chr non abbia rinnovato il contratto. I dati emergono dalla risposta del presidente Arno Kompatscher all’interrogazione di Franz Ploner, ex primario di Anestesia a Vipiteno ed oggi consigliere provinciale Team K.

I reparti maggiormente coinvolti nelle richieste di risarcimento di tutti gli ospedali sono Ortopedia e traumatologia, Pronto soccorso astanteria e Chirurgia generale. La media delle richieste di risarcimento ha interessato nel 69,40% dei casi il Comprensorio di Bolzano, con il San Maurizio unico ospedale regionale, seguito da Merano 35,8%, Bressanone 31,30% e Brunico 30,80%.

Paolo Martini - direttore dell’Ufficio rischi assicurativi Asl - dice che tendenzialmente in Alto Adige - come del resto altrove - la litigiosità è aumentata. «Negli ultimi 5 anni i danni a cose sono il 25% delle richieste di rimborso pervenute. Un esempio per tutte, la dentiera persa in ospedale».

E sono più di 300 mila le cause pendenti contro i medici in tutta Italia. Un problema rilevante, che pesa sulla testa di molti professionisti, spesso indotti ad un surplus di esami diagnostici per evitare grane. Si tratta della cosiddetta medicina difensiva che vede lo specialista produrre una quantità di esami e accertamenti inutili per tenere “buono” l’assistito e, di fatto, proteggersi da eventuali cause. Con conseguente aumento di costi e sprechi per le aziende sanitarie.

Martini entra nel dettaglio e precisa che l’ammontare dei premi di polizza pagati dall’Asl ad Uniqa dal 2012 al 2022 è pari a 75 milioni (75.273.964). L’importo dei risarcimenti e delle spese processuali corrisposti dall’assicurazione nello stesso periodo di tempo è di 27 milioni (27.165.928). A tali importi va sommato l’ammontare delle cosiddette “riserve”, l’importo che l’assicurazione stanzia per i sinistri ancora aperti.

A fine 2022 l’ammontare delle riserve era pari a quasi 40 milioni (39.451.291). E sono ancora 458 i contenzioni che devono essere ancora definiti. Con le “riserve” l’assicurazione ha quasi pagato quanto incassato, non c’è da stupirsi se non ha rinnovato il contratto. Ricordiamo infatti che con la fine di dicembre ha cessato di esistere la copertura assicurativa garantita in questi anni da Uniqa e l'Asl ha stipulato una nuova polizza con Relyens (ex Sham), primario gruppo assicurativo europeo nel settore della responsabilità medica. La nuova polizza ha validità di tre anni, con opzione di rinnovo per altri tre. Il massimale di garanzia per sinistro (e per sinistro in serie) è di 20.000.000 di euro. L'assicurazione copre qualsiasi sinistro, solo che se c'è colpa grave, il medico è poi chiamato a intervenire con una sua assicurazione personale, obbligatoria ai sensi della legge. In pratica, in caso di sinistro il paziente viene sempre indennizzato, ma mentre nel caso di colpa lieve è la nuova compagnia assicurativa che rimborsa definitivamente, qualora la responsabilità del professionista sia invece determinata da “colpa grave”, medici e infermieri devono ricorrere alla copertura di una loro polizza personale, che sono tenuti per legge a stipulare in autonomia. Non c’è franchigia (la parte di danno che rimane a carico dell'assicurato).

 













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