BOLZANO. Ha 30 anni e abita in un appartamento in una palazzina di Bolzano. Sua madre vive nell’alloggio proprio sotto il suo e, in fin dei conti, è come se la loro fosse una convivenza. Con tutte le tensioni che questo comporta. Qualche giorno i due hanno litigato e il ragazzo ha fatto ciò che nessuno dovrebbe fare: alzare le mani contro la propria madre. Non solo, dopo averla spintonata e colpita, il giovane l’ha rinchiusa in una stanza. E lì, la donna è rimasta per un bel po’. Comportamento inaccettabile (per comprensibili ragioni di tutela della privacy non è dato sapere se ci sono stati precedenti) che, appena le è stato possibile, ha portato la mamma a recarsi dalle forze dell’ordine e a denunciare il ragazzo.

È scattato subito il “codice rosso”, la legge del 2019 che rafforza la tutela delle vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, connessi a contesti familiari o nell’ambito di relazione di convivenza, e nel giro di pochissimo tempo la vicenda è arrivata sul tavolo del giudice per le indagini preliminari Emilio Schönsberg che, nei confronti del trentenne ha disposto un divieto di avvicinamento alla madre. Nonostante la vicinanza fisica dei due alloggi, insomma, l’uomo non potrà avvicinarsi alla mamma.

Provvedimento più che giustificato e particolarmente sgradito al giovane. Al suo legale, infatti, ha rivelato di trovarsi in non poche difficoltà: è la donna, infatti, che provvede a lavare il bucato e a cucinare al figlio turbolento. Tanto turbolento, che nel momento in cui è stato sopraffatto dall’ira, non ha pensato nemmeno per un secondo alle conseguenze che il suo comportamento avrebbe potuto avere. E così, almeno per qualche tempo, dovrà trovare qualcun altro per far lavare e stirare i suoi vestiti.

E lo stesso discorso vale per i pasti, pranzi e cene, per le stoviglie da lavare e per la pulizia della casa. Servizi di cui il trentenne ha da sempre usufruito e che adesso, come si lamenta, gli sono stati tolti.