L'inchiesta

Fondi, rito abbreviato per Luis Durnwalder 

L’avvocato Gerhard Brandstätter ha ottenuto un nuovo rinvio del processo sui fondi riservati annunciando di valutare un rito alternativo che garantirebbe uno sconto di pena, Depositata intanto la sentenza della Cassazione sul primo filone


Mario Bertoldi


BOLZANO. L’inchiesta sulle presunte irregolarità per la gestione dei fondi riservati continua a creare preoccupazioni all’ex presidente Luis Durnwalder. Come noto il presidentissimo ha già rimediato una condanna (definitiva) per il primo filone dell’indagine, all’epoca condotta dall’allora procuratore capo Guido Rispoli.

L’avvocato difensore Gerhard Brandstätter ha confermato che sta per essere completato un dettagliato ricorso alla Corte di giustizia europea anche se per la giustizia italiana il verdetto nei confronti dell’ex presidente è ormai definitivo.

Ora l’ex governatore deve fare i conti con una nuova richiesta di rinvio a giudizio per peculato, depositata dalla Procura della Repubblica. Nel mirino ci sono ancora presunte irregolarità nella gestione dei fondi di rappresentanza che lo stesso presidente utilizzava per dare una mano alle varie iniziative delle realtà associative e culturali altoatesine, con conseguente rafforzamento della propria popolarità e a catena del seguito elettorale.

In occasione dell’inchiesta principale la Guardia di Finanza non era riuscita a concludere in tempo l’analisi della documentazione riguardante cinque mesi (novembre 2012/marzo 2013).

Il procedimento, dunque, dovrà essere concluso e molto probabilmente l’ex governatore tornerà davanti al tribunale il prossimo 19 gennaio L’udienza di ieri davanti al giudice dell’udienza preliminare (che deve decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio) è slittata a gennaio su istanza della difesa in quanto l’avvocato di Luis Durnwalder ha annunciato che l’ex presidente sta prendendo in considerazione l’ipotesi di chiedere di essere processato con un rito alternativo.

Posto che l’ex governatore ha sempre sostenuto di aver agito in perfetta buona fede nella gestione dei propri fondi di rappresentanza e di non aver mai incassato indebitamente un solo centesimo, è molto difficile che decida di chiedere di definire questo secondo troncone dell’inchiesta con un patteggiamento.

E’ invece probabile che Durnwalder decida di procedere con rito abbreviato, ottenendo così il diritto ad un eventuale sconto di pena di un terzo in caso di condanna. Nel corso dell’ udienza di ieri mattina la Procura ha fatto acquisire agli atti del procedimento copia della sentenza della Corte di Cassazione che confermò il verdetto di condanna per il primo filone dell’inchiesta e, dunque, la illegittimità della gestione dei fondi di rappresentanza a disposizione dell’ex presidente Durnwalder.

Come noto la nuova contestazione di peculato riguarda il sistema delle cosiddette compensazioni tra anticipazioni personali dello stesso Durnwalder (per spese di rappresentanza) e rimborsi ottenuti utilizzando i soldi pubblici per far fronte a spese di natura personale. Un sistema di gestione di risorse pubbliche che la Cassazione ha ritenuto illegittimo (definendolo “intollerabile”) anche per la documentazione considerata esigua sulle anticipazioni di tasca propria dell’ex presidente.

Come si ricorderà per il primo filone dell’inchiesta, Durnwalder era stato assolto nel merito per ben due volte ritenendo che la sua condotta non fosse stata di per sè legittima ma non risultasse perseguibile penalmente per mancanza di dolo. In soldoni i giudici altoatesini sia di primo che di secondo grado avevano ritenuto che l’ex governatore andasse assolto, seppur nel dubbio, per aver agito in buona fede.

La Cassazione ribaltò però il verdetto, dapprima facendo ripetere il processo d’appello e poi dichiarando inammissibile l’ultimo ricorso difensivo possibile.













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