agricoltura

Frutticoltura in ginocchio per l'alluvione, prezzi su anche in Alto Adige 

Sommersi decine di milioni di piante in quello che è uno dei distretti più importanti d’Europa: distrutte tonnellate di frutta quasi matura



BOLZANO.  In Emilia Romagna si continua a lavorare senza sosta e, anche per la giornata di oggi, la Protezione civile ha diramato avvisi di allerta rossa su alcune zone della regione. La conta degli ingentissimi danni è appena iniziata, ma c’è un settore che è stato ferito quasi mortalmente: quello ortofrutticolo. A rischio ci sono 50mila posti di lavoro, ma il colpo terribile si farà sentire presto in tutta Italia, Alto Adige compreso, che dall’Emilia Romagna acquista tonnellate di frutta ogni anno.

Il cataclisma dei giorni scorsi avrà ripercussioni anche a livello europeo. Stiamo parlando di aumento dei prezzi sui banchi dei supermercati che, secondo gli analisti, pare inevitabile e contribuirà a tenere alta l’inflazione nel nostro paese.

Qualche ripercussione è già stata avvertita in questi giorni, ma sembra per lo più provocata dai problemi che le esondazioni hanno causato alla rete viaria, impedendo lo svolgimento regolare dei trasporti. «Noi siamo rimasti senza piantine di verdura da trapianto – fanno sapere da garden center biasion, importante grossista di prodotti per il verde– perché i trasporti dall’Emilia Romagna si sono di fatto interrotti a causa delle tante strade rese inagibili dagli allagamenti e l’azienda che ci rifornisce, che per fortuna non ha subito danni, non è riuscita a spedire la merce. già da martedì (domani per chi legge, Ndr), però, saremo di nuovo in grado di rispondere alle richieste dei nostri clienti».

Il peggio, a livello di prezzi, si farà sentire tra qualche settimana.

Le piante da frutto, irrimediabilmente danneggiate, sono almeno 10 milioni e dovranno essere estirpate. si parla di peschi e kiwi, i più sensibili al ristagno idrico, ma anche albicocchi. In pratica, l’acqua rimasta nei frutteti ha “soffocato” le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di sostituire intere piantagioni. Ma il quadro potrebbe drasticamente peggiorare, perché nella già catastrofica stima non sono ancora stati inseriti i frutteti nelle aree collinari e pedemontane.Il rischio è che a dover essere espiantati possano essere circa 40 milioni di piante delle specie più resistenti e robuste tra cui melo, pero, susino, ciliegio, olivo e vite.

Oltre a questo va considerato che in molti casi si tratta di prodotti di stagione - pere, mele, susine, kiwi e vigne, ad esempio – in piena fase di maturazione e vi sarà una generale diminuzione della qualità e della quantità di questi prodotti già a partire dalle prossime settimane.

Previsioni pessime non solo per i prossimi mesi, ma per almeno quattro o cinque anni: il tempo necessario perché la frutticoltura romagnola si rialzi completamente.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità