Funghi, boschi pieni Ma attenzione, anche di quelli velenosi

L’esperto:« Grandi quantità di specie pericolose» Il suggerimento: «Con finferli e ombrelloni si va sul sicuro»


di Federico Sanzovo


BOLZANO. La stagione dei funghi, partita già da qualche settimana, sta vivendo una fase di grande abbondanza dovuta al clima che richiama centinaia di appassionati. Armati di cesto e guanti, riempiono i boschi della provincia, ma in mezzo ai tanti esemplari commestibili, devono fare attenzione a diverse specie velenose.

Karl Kob, vice-coordinatore della Federazione Gruppi Micologici Trentino – Alto Adige, descrive la situazione sulle nostre montagne, cercando di mettere in guardia soprattutto sui rischi che si corrono quando si mangiano i funghi sbagliati.

Dottor Kob, qual è il suo bilancio per la stagione fino ad oggi?

«L'inizio è stato davvero difficile e per le prime settimane era praticamente impossibile trovare anche solo una piccola manciata di funghi, quasi non se ne vedevano. Con il passare del tempo, però, grazie al continuo alternarsi di pioggia e sole, abbiamo avuto come un’esplosione, per certi versi improvvisa: di colpo sono venute alla luce le diverse specie che caratterizzano l'Alto Adige. Si è trattato, ovviamente, di un boom a 360 gradi, quindi oltre ai comuni funghi da tavola, si sono presentati anche gli esemplari più pericolosi per la nostra salute».

Quali sono i funghi più pericolosi e diffusi?

«Sicuramente bisogna fare molta attenzione al Cortinario Orellanoide che cresce nei boschi umidi di abete rosso e tra i mirtilli neri. Si tratta di un fungo a lamelle, di colore arancio o rosso-brunastro, spesso scambiato per il Chiodello (o Chiodetto), che invece è commestibile. Ultimamente sono stato a San Genesio e in quei boschi mi sono reso conto che il Cortinario Orellanoide era decisamente il più diffuso. Una ragione in più, quindi, per prestare grande attenzione».

Quali sono gli altri esemplari da evitare?

«L'Amanita phalloides, l'Amanita virosa, l'Amanita pantherina, l'Amanita muscaria. E non va dimenticata la Tricholoma pardinum, che gli inesperti spesso scambiano per funghi commestibili come Morette (o Moretti)».

Quali sono gli effetti che provocano quando vengono mangiati e cosa si può fare in caso di intossicazione?

«Gli effetti del Cortinario Orellanoide sono davvero pericolosi: se ingerito può causare danni irreversibili ai reni, tali da rendere necessario il trapianto. E quello che bisogna ricordare è che ne bastano tre o quattro. Nel caso di intossicazione da Amanita phalloides e virosa, invece, si riscontrano vomito, diarrea, dolori addominali e coliche, seguiti dai sintomi dell'epatite: in questa circostanza si viene ricoverati in terapia intensiva. Simili sono anche gli effetti della Tricholoma pardinum, mentre l'Amanita pantherina e l'Amanita muscaria sono allucinogeni».

Quali sono i consigli da dare a chi vuole andare a raccogliere i funghi?

«Auspico che i nostri comunicati, che ormai da circa dieci anni pubblichiamo regolarmente, vengano letti attentamente da chi decide di avventurarsi tra i boschi. Spesso ho visto persone andare in giro con il libro in mano, ma non ci si buon basare semplicemente sulle fotografie, per raccogliere determinati funghi è necessario fare corsi che durano anni. In caso contrario è molto meglio rimanere nell'ambito della raccolta delle specie comuni come finferli e ombrelloni. I funghi vanno conosciuti bene, altrimenti il mio consiglio è quello di comprarli al mercato: è sicuramente più conveniente che prendersi una grave intossicazione».

Un consiglio elementare, quest’ultimo, che con ogni probabilità è anche il più prezioso.

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