Generazione 100, plurilingui e ottimisti

Bolzano. Diplomarsi è una soddisfazione unica. Se lo si fa a pieni voti, poi, diventa il giusto riconoscimento dopo anni di impegno e costanza. Chiara Gianola e Antonio Timpone hanno da poco...


Valentina De Santis


Bolzano. Diplomarsi è una soddisfazione unica. Se lo si fa a pieni voti, poi, diventa il giusto riconoscimento dopo anni di impegno e costanza. Chiara Gianola e Antonio Timpone hanno da poco conseguito la maturità con il 100 e conoscono bene i segreti del loro successo scolastico. Chiara è stata alunna della sezione B dalla quarta ginnasio al liceo classico Carducci. Alle superiori si è trasferita dalle scuole tedesche ad una scuola di lingua italiana. Niente l’ha fermata dal superare l’iniziale disorientamento. Si è adeguata ai ritmi e ha assunto un metodo di studio autonomo. «Ripeto ad alta voce ed evito qualsiasi tipo di distrazione». Secondo lei, la dedizione è uno degli elementi che le ha permesso di ottenere risultati positivi a scuola. Sa bene che l’impegno va coltivato giorno dopo giorno e lo studio accompagnato dal meritato svago. In questi anni, il bilinguismo l’ha avvantaggiata. «Parlo italiano con il papà e tedesco con la mamma». Le è stato soprattutto utile nei mesi di scambio culturale al Franziskanergymnasium a Bolzano. Il ricordo dell’esame di Stato è ancora fresco. A partire da quest’anno, le prove si sono presentate in forma riadattata. «Il metodo con la scelta di una busta mi ha permesso di dirigere l’esame e collegare le materie in maniera libera». La sua preparazione eccellente è stata determinata anche dagli stimoli dei professori. «Ringrazio le prof Emanuela Scicchitano e Cristina Toniolo, mi hanno aiutato moltissimo». Per quanto riguarda il futuro, è stata ammessa a giurisprudenza a Trento, ma tenterà per la seconda volta il test per “Comparative, European and International Legal Studies” (CEILS), corso in relazioni internazionali interamente in inglese.

Antonio Timpone può vantare un diploma da 100 e lode conseguito al liceo scientifico Torricelli. Definisce la nuova foruma dell’esame come «una vera e propria incognita». La prova d’indirizzo era difficile da prevedere, trattandosi di quesiti di matematica e fisica. Ma Antonio se l’è cavata alla grande riuscendo a risolverli tutti. Sulla prova orale, dice, “ho pescato un estratto del romanzo di Fitzgerald insieme ad un’immagine futurista”. Ha sviluppato un discorso netto in più lingue collegando quante più materie possibili. Un anno di studio in Inghilterra gli ha permesso di acquisire buona padronanza dell’inglese e grazie alle attività formative organizzate dalla scuola, si è avvicinato alle biotecnologie. «Voglio fare il ricercatore», dice, e l’università di Trento appare come l’opzione migliore.

Restare vicino casa non gli dispiace affatto. «Voglio continuare a giocare a calcio nella mia squadra, la Virtus Bolzano, con la quale andrò in ritiro quest’estate». Lo sport conta molto nella sua vita. «L’organizzazione del tempo, il rigore e l’onestà sono valori che devo al calcio». Conciliare sport e scuola non è stato semplice in quinta liceo, ma il supporto della famiglia e degli insegnanti, “in particolare il professor Piergiorgio Cemin”, si sono rivelati fondamentali. «Il 100 è un elemento fine a se stesso. È solo un numero. La cosa più importate è la preparazione che raggiungi».













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