Bolzano

Gries, chiude dopo 74 anni la storica edicola di Tre Santi

Fu aperta nel lontano 1948. L'attuale gestione partì nel 1987: per Roberto Paris e Patrizia Grillenzoni 43 anni di giornali



BOLZANO. Un altro pezzo di Gries che se ne va. Stiamo parlando della storica edicola all’incrocio tra via Cesare Battisti e via Duca d’Aosta, di fronte ai Tre Santi, che ha detto ciao dopo 74 anni di onorato servizio. Come raccontano i titolari, Roberto Paris e Patrizia Grillenzoni, l’attuale gestione ha preso il via il 1° febbraio 1987, «ma l’edicola era già presente nel 1948, però dall’altra parte della strada. Poi la si era spostata di qua».

Paris, prima, lavorava all’agenzia giornali. «Mi sono occupato di distribuzione per otto anni, dal 1° febbraio del 1979. Allora avevo 19 anni, adesso sono 62...» Dunque, oltre 43 anni in mezzo ai giornali. «Da allora è cambiato il mondo, un po’ si sono perse le nuove generazioni». Che preferiscono consultare i giornali sul web o grazie agli abbonamenti digitali. Tre Santi però è ancora oggi una buona zona, «ci sono ancora clienti affezionati, che acquistano due o tre quotidiani al giorno. C’è un target diverso rispetto ad altri quartieri, più popolari. Tutti i giorni l’Alto Adige, un quotidiano nazionale, uno sportivo». Va bene anche con i bambini e i ragazzini, fino a 10-11 anni, Topolino, Paperinik, i giochi.

«I fumetti si vendono meno di una volta, ma vanno ancora forte tra chi ha più di 45-50 anni». A resistere sono gli adulti, anche grazie alle riviste specializzate: treni, aerei, chi ha un hobby. I titolari raccontano che avrebbero un libro da scrivere, su tutte quelle che hanno visto in questi decenni. «Episodi sgradevoli, però, mai. Il nostro è un bilancio decisamente positivo. Ci dispiace chiudere, ma è arrivata l’ora. Con tanti clienti siamo diventati amici, molti di loro sono “disperati”». Gestire un’edicola non è semplice. «Da quando abbiamo cambiato il chiosco, da uno piccolo a questo, la qualità di vita e lavoro è migliorata».

Ma caldo e freddo, soprattutto il freddo, si sentono tanto. «C’è la stufetta, ma sei vestito come se stessi fuori». Un mestiere duro, e forse anche per questo l’edicola non è stata rilevata da nessuno. «Il chiosco è di nostra proprietà, ci hanno chiesto per altre tipologie di prodotto, fioreria, gastronomia, ma al momento qui non si può. In passato era più semplice cambiare merceologia, oggi non più. I giornali portano un reddito ancora interessante, ma non c’è più chi voglia fare sacrifici». E poi bisogna saperci fare. «Un’edicola devi saperla curare, ci devono essere riviste straniere, specializzate. I Gratta&Vinci aiutano, ma non basta».

Ora l’edicola verrà smantellata. Patrizia andrà in pensione il 1° giugno, Roberto lo è da dicembre. E adesso? «Siamo camperisti... È il nostro hobby». E poi, racconta Roberto, «venti giorni fa, il giorno del mio compleanno, siamo diventati nonni. Avremo da fare...» DA.PA.













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