sanità

Guido Mazzoleni se ne va: il 30 giugno lascia il “suo” ospedale

Bolzano, lo storico primario saluta il servizio di Anatomia patologica che guidava dal 2009 per la pensione



BOLZANO.. Il 30 giugno, ultimo giorno di lavoro. Guido Mazzoleni, 64 anni, primario di Anatomia patologica dal 2009 e responsabile del Registro tumori, lascia il San Maurizio per la pensione. «Se mi avessero riconosciuto i meriti accumulati sarei rimasto fino a 67. Devo comunque dire che in tutti questi anni ho lavorato bene e che la nostra Asl spicca per qualità e spirito di collaborazione». Il reparto - in attesa di concorso - resta in mano alla vice, Ester Hanspeter.

«Molto brava, farà molto bene». Mazzoleni dice di essersi impegnato nel solco ben tracciato dal suo predecessore - Eduard Egarter - implementando la telepatologia con gli ospedali periferici. Ma di che si tratta? «Dell’uso della tecnologia per facilitare il trasferimento di immagini ricche di dati di patologia tra sedi remote, ai fini della diagnosi. In estrema sintesi i colleghi eseguono esami intraoperatori senza che ci sia bisogno di avere un patologo sul posto, ci inviano le immagini da remoto e noi mandiamo le risposte». Fondamentale, sempre la diagnosi.

«Siamo un servizio ospedaliero aziendale ed in questi anni abbiamo cercato di lavorare il più velocemente possibile - sempre in maniera assolutamente accurata - per aiutare e sostenere i colleghi appunto nelle diagnosi. Purtroppo ultimamente la velocità si è ridotta perchè il personale amministrativo della segreteria non elabora subito il nostro lavoro e c’è una mancanza di personale tecnico la cui pianta organica non è mai stata adeguata alle nuove esigenze».

Mazzoleni lascia anche il registro tumori, messo in piedi da Egarter che poi lo specialista ha fatto funzionare molto bene. «Posso dire che è un assoluto fiore all’occhiello, mi auguro che la raccolta ed analisi dati, non si interrompa».

Da capire come mai il medico abbia scelto Anatomia patologica, branca dmolto particolare. «Mi sono appassionato verso la fine degli studi. Noi patologi vediamo la malattia al microscopio e riusciamo ad aiutare il clinico nella cura del paziente. Non vediamo però quasi mai la sofferenza dei malati ed i loro parenti. E per la psiche è tanto».

Dopo decenni di vetrini ed autopsie anche medico legali che sintesi ha fatto? «Dopo tutto quel che ho visto sono diventato fatalista. Finchè va tutto bene bisogna godersela. La vita è una». E il primario ha tutta l’intenzione di farlo.













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