L'INTERVISTA IGOR JANES  

«Ho detto no alla candidatura Auguri a Zanin» 

Le elezioni comunali. L’avvocato conferma la rinuncia a correre come candidato sindaco del centrodestra: «Durante il lockdown ci ho pensato, poi l’ho comunicato a Maturi e Bosatra della Lega»


Francesca Gonzato


Bolzano. Igor Janes annuncia il ritiro dalla corsa per le elezioni comunali. L’inizio del lockdown si era portata via la sua candidatura a sindaco per il centrodestra unito, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Circolano versioni antitetiche su quanto accaduto alla vigilia del 6 marzo, giorno dell’annunciata e poi disdetta conferenza stampa per la presentazione del candidato.

Un racconto: «Alla fine Janes aveva rinunciato». L’altro racconto: «La Lega aveva ritirato l’appoggio».

La forzista Michaela Biancofiore martedì ha provato a rilanciare il suo candidato preferito dal 2016: «Igor Janes è ancora un candidato in campo». No, non lo è. Lo si dava per scontato e ora lo conferma Janes, che offre la sua ricostruzione di questi mesi.

Salvo sorprese (prudenza obbligatoria da pandemia) non dovrebbero esserci alternative alla candidatura del manager finanziario Roberto Zanin (vicepresidente dell’Fc Südtirol Alto Adige). Candidato di chi? Intanto della Lega, con una lista civica del candidato sindaco. Le candidature si stanno raccogliendo. Il resto del centrodestra in attesa di capire se avrà un ruolo nello spettacolo. Uno schema che Janes aveva rifiutato a priori.

Avvocato Janes, che fine ha fatto?

Il 3 marzo avevo annunciato che mi sarei preso 48 ore di tempo per riflettere sulla proposta di candidatura. Poi è stato tutto rinviato. E di elezioni comunali non era più il caso di discutere.

E ora si parla di Zanin.

È giusto che sia così. La mia candidatura non esiste più.

Quando lo ha deciso?

Nel lockdown ho avuto tutto il tempo per ragionare a fondo sulla proposta, senza quella fretta che si era creata a marzo, quando è trapelato il mio nome. E ho rifiutato. Pochi giorni fa, quando è ripartita una certa normalità e non si parlava più solo di Coronavirus, ho comunicato alla Lega che preferisco continuare a fare l’avvocato. Ne ho parlato con Filippo Maturi e con il commissario Maurizio Bosatra, le persone da cui era arrivata la proposta di candidatura.

Lei aveva di fatto deciso di accettare, perché ha ritirato la disponibilità?

Ho due figli piccoli, che voglio seguire bene, e due studi professionali, a Bolzano e Roma, di cui mi devo assolutamente occupare in questa fase di ripartenza economica tra mille difficoltà. In marzo e aprile ho sempre lavorato, ho dovuto affiancare aziende importanti alle prese con produzioni autorizzate o cassa integrazione. In marzo, prima della pandemia, avevo individuato con i colleghi di Roma una organizzazione del lavoro compatibile con la mia assenza. Ci ho riflettuto ancora e sono arrivato al no.

L’altra ricostruzione parla invece di una sua candidatura affossata già in marzo, perché la Lega si era ritirata.

Questo no. La proposta era arrivata in modo specifico dalla Lega. Devo ringraziare Maturi e Bosatra, che mi hanno dato il tempo per pensarci e garantito la riservatezza nella fase iniziale, come avevo chiesto. Rilevo la tenacia di Maturi, che ci teneva davvero. Sono stati leali dall’inizio e hanno continuato ad esserlo in tutto questo tempo.

Non ha avuto la percezione che il suo nome non ricevesse il gradimento ufficioso della Svp, a differenza di Zanin?

Assolutamente no. Ho una frequentazione non occasionale del mondo economico sudtirolese. Sono rimasto colpito dal clima che ho percepito attorno a me. Un appoggio sostanziale, non di maniera. Sappiamo che c’è una parte di Svp che preferisce continuare a governare con il centrosinistra, ma l’economia ha dato segnali chiari sulla mia persona.

E nonostante questo...

Le elezioni non si esauriranno con queste comunali.

Magari le politiche? Il suo nome era circolato in passato per il collegio di Bolzano.

Vedremo. Ciò che piaceva di me era il profilo tecnico. “Finalmente qualcuno che capisce la materia”. Si può ricevere un complimento più bello? Ho avuto attestati di stima insospettabili, anche da figure di vertice del centrosinistra. Se potessi parlare...

Che lei sia un professionista stimato, perfettamente bilingue, è noto. Ma in politica valgono anche altre regole. Tornando allo schema di gioco, lei potrebbe avere pagato la condizione posta per la candidatura: centrodestra unito.

E questo è un mio orgoglio. Con me c’erano tutti, anche il centro, che è quello che mi piace di più. Potete chiedere all’assessore Angelo Gennaccaro. Anche nel 2016, quando mi era stata proposta la candidatura, avevo posto la medesima condizione, ed è andata a finire come sappiamo: centrodestra diviso, Caramaschi sindaco.

L’Obmann della Svp Philipp Achammer lo ha detto apertamente: no a Fratelli d’Italia.

Certo, certo. Sono abituato per lavoro ad occuparmi di questioni delicate. Si sarebbe trovata una soluzione.

E come?

Se l’obiettivo comune è una buona amministrazione, su cosa dovrebbe basarsi una condizione escludente? Naturalmente bisogna lavorare per smussare, serve pazienza ed esperienza nelle trattative.

Allora cosa dice: in bocca al lupo a Zanin?

Ma naturalmente. A breve i partiti decideranno. Il mio sincero in bocca al lupo al candidato.

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