I sub palmo a palmo nell’Adige
Prima giornata degli specialisti dell’Arma. I sub saliti da Genova hanno scandagliato un ampio tratto di fiume sotto il ponte Ischia Frizzi Scarsa visibilità e correnti forti non hanno intralciato le ricerche di Peter Neumair. Oggi i militari torneranno a immergersi in una zona più a sud
Bolzano. Un altro lungo giorno di ricerche sul fiume. Un altro giorno di lavoro per scandagliare ogni centimetro di fondale sotto il ponte Ischia-Frizzi, quello da cui si ipotizza che Benno abbia gettato i corpi dei genitori, dopo averli uccisi. Ma non si può dire che quella di ieri sia stata una giornata come le altre. A immergersi, infatti, e a passare al setaccio un breve tratto di fiume, c’erano i sub del centro carabinieri sommozzatori di Genova Voltri. Sette specialisti dell’Arma - tra loro anche Lorena Gaudiano, la prima donna a ottenere il brevetto per entrare in quella che è la più antica specialità della Benemerita e di prestigio assoluto - negli anni, impegnati in molteplici e diversi teatri di intervento. A Bolzano sono arrivati nella serata di venerdì e, ieri mattina, con il furgone del Nucleo e un grosso suv hanno raggiunto quella che, per loro, è stata la prima tappa in una settimana di ricerche. Inizio salutato da una splendida giornata di sole e da una temperatura quasi primaverile. Buona anche la visibilità sotto il pelo dell’acqua, la cui temperatura s’è mantenuta di poco sotto i 6 gradi. I due mezzi sono stati parcheggiati sull’argine destro del fiume e in quel punto, attorno alle 8.30, sono iniziate le operazioni di preparazione: sono stati approntati i due gommoni, è stata meticolosamente controllata l’attrezzatura e poi, alcuni dei sub, hanno indossato le mute. A vegliare su di loro, affinché nessuno intralciasse le operazioni, un buon numero di colleghi del comando provinciale dei carabinieri. Una volta messi in acqua i gommoni, gli specialisti si sono spostati sulla sponda sinistra e da lì, hanno incominciato a ispezionare il fondale, con almeno un sommozzatore sempre in acqua.
La prima parte della giornata s’è conclusa poco prima delle 13. Nel pomeriggio, invece, è stata tesa una corda tra le due sponde, qualche metro a nord del ponte. Una corda assicurata ai due mezzi dell’Arma, parcheggiati pressoché di fronte, sulle sponde opposte dell’Adige, che ha fatto da “guida” alle ricerche. Un gommone con ha bordo due militari, infatti, s’è spostato piano, seguendo il cavo, mentre un sommozzatore, legato con una lunga fune al collega sull’imbarcazione, risaliva ogni volta diverse decine di metri di fiume rimanendo sul fondale e controllandolo centimetro per centimetro. Un’operazione che s’è ripetuta molte volte, seguita da un folto gruppo di giornalisti e telecamere. Sull’esito delle ricerche viene mantenuto il massimo riserbo, ma anche se è chiaro che del povero Peter non sia stata ancora trovata traccia, i sub hanno prelevato dal letto del fiume alcuni piccoli oggetti, subito consegnati ai colleghi a terra. Di cosa si trattasse non è dato sapere, ma sono stati portati ed esaminati al comando provinciale di via Dante. Le operazioni si sono concluse alle 16, quando il sole è sceso dietro la montagna, e i militari hanno iniziato a riporre le attrezzature. A garantire bevande calde agli specialisti c’erano gli alpini di Bronzolo. «L’attività di ricerca è andata bene – spiega il luogotenente Maurizio Gargiulo, comandante del Nucleo sommozzatori – . Per noi, qualsiasi risultato è positivo. Importante è avere coscienza di ciò che abbiamo visto e di ciò che abbiamo rilevato, così da avere elementi per riferire all’autorità giudiziaria gli esiti delle indagini svolte fino a questo momento». Per quanto riguarda le condizioni del fiume, Gargiulo ha spiegato che le difficoltà che si sono trovati ad affrontare «sono quelle già ci aspettavamo: forte corrente e scarsa visibilità. Fortunatamente, per quanto riguardo la visibilità, avevamo aspettative peggiori: abbiamo potuto vedere a distanza di qualche decimetro e ciò ci ha consentito di lavorare nel migliore dei modi. Per quanto riguarda la corrente, invece – conclude il sottufficiale – ci eravamo preparati anche con la preparazione dei materiali per poter operare al meglio. Gli obbiettivi di oggi sono stati raggiunti».
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