Il medico: «Curiamo i pazienti più gravi col plasma dei guariti» 

Parla Franzoni, coordinamento medico Covid. « Al Centro trasfusionale abbiamo la banca col plasma. Il virus? É rimasto invariato, lo stesso che abbiamo conosciuto a primavera ma oggi lo sappiamo combattere»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Il virus è rimasto invariato. È esattamente quello che abbiamo conosciuto a primavera solo che adesso lo sappiamo combattere. Sappiamo curare i pazienti più gravi anche col plasma dei guariti, come ha insegnato a fare lo Spallazani. Ma attenzione perchè come dice l’immunologo Anthony Fauci “non conosciamo le conseguenze che il Covid può provocare a medio lungo termine in chi l’ha avuto”. Quindi rispettiamo le regole».

Patrick Franzoni - responsabile coordinamento medico per l’emergenza Covid dell’Asl - spiega che l’Asl sta rimodulando l’attività di tutti gli ospedali per fronteggiare al meglio la seconda ondata.

«La situazione ci restituisce contagi e ricoveri in crescita ma oggi sappiamo intervenire subito con terapie corrette. Non siamo in balia del virus. In Alto Adige - come altrove - il Covid tende a manifestarsi nelle persone anziane con sintomi, mentre tra i giovani sono più frequenti gli asintomatici o chi ne presenta pochi. Ma questo non vuol dire che i giovani possono comportarsi come vogliono perchè restano serbatoio importante di infezione e perchè portano il contagio a casa. Gli ambienti ludici sono infatti veicolo di contagio, quelli di lavoro no».

L’età media dei malati - dall’inizio della pandemia ad oggi - secondo i dati della Sorveglianza integrata dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) è di 61 anni mentre il 38% delle persone con Covid ha più di 70 anni. Oggi in Alto Adige la fascia più colpita ha più di 40 anni.

«I malati cronici sono quelli più a rischio di sviluppare forme gravi di Covid».

Le concause più frequenti che contribuiscono ad aggravare il quadro generale sono le cardiopatie ipertensive, diabete, cardiopatie ischemiche e tumori. «Le complicanze di Covid più pesanti che ci troviamo ad affrontare sono principalmente la polmonite e l'insufficienza respiratoria. Altre meno frequenti sono lo shock, la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), l’edema polmonare, complicanze cardiache e ancora sepsi e altre infezioni».

Franzoni dice che nell’80% dei casi il Covid colpisce con sintomi lievi o senza sintomi. Ma il restante 20% porta con sè pazienti con sintomi importanti. «Che oggi, rispetto a marzo... aprile, sappiamo curare e dirò di più... siamo in grado di anticipare lo sviluppo clinico del virus. Tre gli step di avanzamento per le cure. Un primo step, per i primi 7 giorni circa, ci ha insegnato a intervenire immediatamente con la terapia antivirale. Il Remdesivir di cui tanto si è parlato. In un secondo momento utilizziamo il cortisone che aiuta il sistema immunitario a combattere l’infezione quindi passiamo alla terapia anti-trombotica».

I pazienti più delicati vengono seguiti all’ospedale di Bolzano - l’unico ad avere tra il resto la Rianimazione Covid “arriviamo fino a 30 letti a Bolzano ma in caso estremi possiamo attrezzarne fino a 100 totali in tutta la provincia. E ci sono anche reparti Covid per pazienti “normali” che in questi giorni vengono potenziati in tutti gli ospedali dell’Alto Adige. I malati più gravi sono ricoverati in Terapia subintensiva dove vengono aiutati a respirare anche con appositi caschi che immettono ossigeno ad alti flussi, graduato in maniera differente. Nel caso in cui il malato si aggravi passiamo all’intubazione quindi alla Rianimazione vera e propria. Abbiamo la possibilità - anche in Alto Adige - di curare i malati applicando il protocollo dello Spallanzani di Roma che utilizza il plasma iperimmune dei guariti. Riusciamo ad agire in questo modo grazie alla banca del plasma messa in piedi dal nostro Centro trasfusionale ed al lavoro dell’equipe della primaria Cinzia Vecchiato che ha conservato il plasma dei guariti. Nel caso in cui il paziente non dovesse rispondere nemmeno a questa cura ci sono 2 Ecmo. Macchinari che supportano le funzioni vitali con la circolazione extracorporea, aumentando l’ossigenazione del sangue, riducendo i valori ematici di anidride carbonica, incrementando la gittata cardiaca ed agendo sulla temperatura corporea».

Franzoni conclude ricordando che se il virus oggi è curabile è sempre meglio non ammalarsi anche perchè non si sa quali possano essere le ricadute cliniche di questa patologia a media lunga distanza. «Ricordo i capisaldi: distanza, mascherina, lavaggio mani e ventilazione degli ambienti chiusi. Penso soprattutto agli uffici. Così la carica virale si abbassa».













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