Il Monteverdi cade a pezzi Crolla anche il cornicione 

Un cornicione in strada. Vigili del fuoco costretti a transennare parte di piazza Domenicani Il direttore del Conservatorio: «Basta interventi tampone, serve un progetto di ristrutturazione»



Bolzano. «Se serviva un'immagine per far capire quanto abbiamo bisogno di un intervento risolutivo, ecco, ci è arrivata...». Giacomo Fornari ha appena saputo del crollo. Il suo Conservatorio è sempre più a disagio nella sua immutabile e immutata convivenza con gli anni. Troppi. Ieri è venuto giù un cornicione, questa volta molto in vista, tanto da costringere i vigili del fuoco a transennare un tratto di piazza Domenicani. Molto a ridosso della farmacia comunale. Tecnicamente si è trattato di un problema di tenuta: la grondaia non sembra più in grado di far defluire tutta l' acqua nel caso che cada copiosa e una parte del sottotetto, di conseguenza, è marcita. «E non è la prima volta» aggiunge amaramente il direttore del Monteverdi. In sintesi: il Conservatorio è a rischio. Giorno dopo giorno sembrano moltiplicarsi i suoi punti critici. Che non riguardano più, o non più solo, l' intonaco che cede o le porte che cigolano. Ma elementi strutturali che pongono anche seri interrogativi in termini di sicurezza. Soluzioni? «Partire subito col progetto di completa ristrutturazione». Perché non bastano più interventi tampone. Troppo esteso il degrado. E troppo necessari anche i lavori sul fronte delle barriere architettoniche.

Continui rinvii

Dunque perché il Conservatorio è ancora in questa condizioni dopo decenni di ragionamenti sul suo futuro? Per due ragioni. La prima riguarda la messa a punto del progetto definitivo. Più volte reincorniciato, ultimamente ridefinito. Ma la ragione vera è che non è stata ancora individuata l’alternativa nella ricollocazione dell' istituzione. «Per consentire i lavori dobbiamo ovviamente spostarci - spiega Fornari - e su questo punto sembra ci si stia arenando. Anche se, mi dicono, la Provincia e i suoi uffici stanno lavorando con intensità in questa ricerca». Ricerca complessa. Il Monteverdi non è una semplice scuola. Ci sono centinaia di corsi, di docenti, di alunni. Soprattutto ci sono esigenze specifiche. Ad esempio: "Abbiamo la necessità di luoghi estesi in cui far provare l' orchestra - argomenta ancora il direttore - e dunque uno spazio in cui far provare in contemporanea dalle 80 alle 150 persone». Cosa chiede il Monteverdi? Si è immaginato di poter usufruire di una scuola non utilizzata, ad esempio. Ma non evidentemente le ex Pascoli visto il complicato destino che le attende, strette come sono tra il sogno di diventare Polo bibliotecario e la realtà fatta di ostacoli sempre crescenti con l' appalto di Condotte.

Le alternative

Dunque su cosa si sta lavorando? 1) All'inizio sul Tis, nei pressi del "Noi", ma questa ipotesi sembra essere stata posta in un angolo negli ultimi mesi col progetto di studentato fatto avanzare dalla proprietà; 2) un edificio industriale a Bolzano sud. Ci sono molte alternative ma per tutte sarebbe necessario un esteso lavoro di riqualificazione, pur per un uso temporaneo;3) infine un edificio scolastico esistente e sottoutilizzato. Pochi, a Bolzano. "Ma sarebbe interessante anche poter disporre di due immobili, magari non troppo distanti uno dall'altro" anticipa ancora Fornari. In questo caso la struttura stessa di una scuola sarebbe in grado di aderire anche all'esigenza del Monteverdi di locali estesi per le prove dell'orchestra.

Altro elemento che tiene ferma, per ora, l'agenda di una riqualificazione connessa al trasferimento delle classi altrove, è la trattativa tra Comune e Provincia per la farmacia Comunale in piazza. Fa parte dell'edificio e, dunque, sarebbe inimmaginabile un avvio di lavori con la presenza della farmacia operativa. Ma la trattativa è bloccata perché la Provincia vuole sì acquisire il bene immobile municipale ma il Comune non intende svendere un suo patrimonio cittadino e, soprattutto, chiede in permuta uno spazio altrettanto centrale. «Finora la Provincia ci ha offerto solo un luogo posto al primo piano in un edificio nei pressi - rivela Renzo Caramaschi, il sindaco - ma non possiamo accettare che i clienti della farmacia debbano salire un piano per farsi servire...». Dunque, il Conservatorio continua a vivere nel suo degrado. E i cornicioni crollano. P.CA.













Altre notizie

Attualità