Il Papavero, nuovi spazi per aiutare chi soffre 

A sostegno delle cure palliative. Dopo undici anni, momento importante per l’associazione La presidente Zussa: «Al via percorsi di formazione per l’assistenza a casa o in casa di riposo»


Paolo Tagliente


Bolzano. La vita media delle persone si è allungata sensibilmente negli ultimi decenni ed è destinata ad allungarsi ulteriormente in futuro. Questo porterà ad un notevole aumento degli anziani bisognosi di cure palliative, alla necessità di realizzare nuove strutture ad essi dedicate e di potenziare il servizio di cure palliative a domicilio o nelle case di riposo. Una previsione da cui partono i nuovi percorsi dell’associazione “Il Papavero” che sostiene le cure palliative e che, dopo undici anni di attività, ieri ha presentato i nuovi locali, in piazza Firmian 1, e i suoi nuovi obiettivi. A illustrare i progetti dell’associazione ai tanti volontari e bolzanini presenti alla cerimonia, c’era la presidente Mara Zussa. «Vorremmo che “Il Papavero” diventasse un punto di riferimento anche per altre realtà associative e, anche per questo, abbiamo pensato all’istituzione di percorsi formativi rivolti a chi dovrà occuparsi di queste persone a casa o in casa di riposo e, allo stesso tempo, interagire con le equipe mediche. Perché – ha ribadito la presidente – non c’è altro posto in cui si sta bene come a casa e, per molti anziani, si tratta della casa di riposo». E così, dal 2020, anche grazie ai nuovi spazi, a “Il Papavero”, prenderanno il via iniziative formative rivolte ai familiari, con consigli pratici su come prendersi cura dei loro cari o anche come affrontare gli aspetti burocratici legati a questa situazione. Un percorso poi, sarà rivolto agli operatori socio-sanitari e socio-assistenziali, con informazioni su come seguire le persone, su come gestire il tempo, su come relazionarsi con loro, imparando anche a diventare collegamento tra paziente e hospice. Un terzo percorso è stato pensato per le badanti: «Si tratta forse della sfida più grande – spiega la presidente – perché la maggioranza di loro è straniera e ci saranno indiscutibili difficoltà di lingua. Per questo, proprio per loro, abbiamo scelto di elaborare un percorso originale, elaborato soprattutto sulle immagini». La quarta iniziativa formativa, invece, è rivolta ai volontari di altre associazioni che, operativi nelle altre case di riposo, nella sede di piazza Firmian possono trovare tutto il supporto possibile.

All’appuntamento di ieri, tra gli altri erano presenti il dottor Massimo Bernardo, primario del reparto di Cure palliative del San Maurizio, che ha sottolineato quanto sia importante, per la struttura sanitaria, l’apporto dell’associazione “Il Papavero”. In provincia di Bolzano – ha detto Bernardo, a cui è andato il ringraziamento di Zussa – i pazienti, oncologici e non oncologici, che ricorrono alle cure palliative sono 5 o 6 mila ogni anno e, raccogliendo le indicazioni dello stesso ministero, occorre potenziare i servizi domiciliari e in casa riposo. Il Papavero è una realtà fondamentale perché grazie all’impegno dei suoi volontari sostiene il lavoro di sanitari. Si tratta di persone fantastiche che non percepiscono alcun compenso».

Parole di encomio per l’impegno dei volontari sono arrivate anche da Angelo Gennaccaro, che, in passato, grazie a Il Papavero, ha celebrato matrimoni nel reparto di cure palliative. «Ho trovato un’atmosfera meravigliosa, che nulla aveva a che fare con l’ambiente ospedaliero e in cui “si respirava la vita”». La conferma di quanto detto poco prima da Mara Zussa: «Questo impegno va affrontato con leggerezza, che non è sinonimo di superficialità».













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Valeria Frangipane

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