Il sindaco scrive al governo «Via i migranti violenti»

La lettera inviata a Minniti per chiedere di accelerare i tempi delle espulsioni «Certi comportamenti generano apprensione e minano la coesione sociale»



BOLZANO. «Richiesta di accelerare le pratiche di espulsione dei migranti che commettono atti di violenza». È il titolo della lettera che il sindaco ha inviato al ministro dell’Interno Marco Minniti dopo che, una settimana fa, davanti al centro profughi aperto all’ex Alimarket era scoppiata una rissa con un’ottantina di persone coinvolte. Da quel giorno, davanti alla struttura di via Gobetti, c’è un presidio di forze di polizia 24 ore su 24.

Ma Renzo Caramaschi, dopo esser tornato a chiedere con forza anche nell’ultimo incontro al Commissariato del governo di alleggerire la presenza di migranti su Bolzano (nel frattempo però ne sono arrivati altri 50, ndr), ha scritto - come annunciato subito dopo la rissa - al ministro sollecitando l’espulsione immediata dal nostro Paese dei violenti, cosa che oggi non è possibile a causa delle procedure troppo lente e dei costi di accompagnamento elevati dei soggetti nel Paese d’origine.

«Come lei ben saprà - scrive Caramaschi - la situazione della presenza di immigrati nelle città si sta facendo sempre più complicata, anche perché i flussi migratori stanno aumentando (la presenza attuale a Bolzano è pari a circa il 7,5% degli abitanti, ben superiore al 2,5% concordato a livello nazionale) e saranno imminenti i dinieghi alle richieste di asilo per difetto dei presupposti fissati dal D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, con la criticità del permanere sul territorio cittadino di persone in attesa del rimpatrio. Nel darle atto che il governo su sua proposta ha adottato recenti interventi normativi in via d’urgenza, al fine di accelerare le procedure per il riconoscimento del diritto di asilo agli aventi diritto ovvero il diniego con i provvedimenti conseguenti. Le chiedo un forte intervento, nelle forme che riterrà più opportune, affinché venga sempre più utilizzato l’istituto dell’espulsione amministrativa nei confronti di quei soggetti richiedenti la protezione internazionale che manifestano comportamenti violenti, in spregio delle norme della civile convivenza e che generano apprensione nella popolazione e possono minare la coesione sociale della cittadinanza, oltre a comportare ulteriori costi derivanti dalla necessità d’intervento delle forze dell’ordine e dal risarcimento dei danni materiali provocati: costoro, che sono per fortuna un’estrema minoranza, andrebbero espulsi senz’indugio dal territorio nazionale. Ciò avrebbe anche un effetto deterrente per gli altri soggetti migranti con inclinazioni non propriamente “civili” e costituirebbe un esempio di accoglienza di tipo umanitario, doverosa, ma non incondizionata, segnando una demarcazione netta contro chi eserciti violenza sotto qualsiasi forma essa venga manifestata».(a.m)













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