Il teatro «sociale» entra anche nelle case di riposo 

Lo spettacolo a Villa Europa. Con il supporto dello Stabile Un monologo sulla Grande guerra che ha emozionato gli ospiti



Bolzano. Sulla cultura che entra nel sociale e si fa anche terapia di vita e medicina contro l'emarginazione, di solito si parla nei convegni. Ed è una cosa. Vederla dal vivo è un'altra. Guardare donne e uomini dentro una casa di riposo con gli occhi incantati seguire i movimenti di un attore, trattenere il fiato di fronte ad un passaggio che commuove, davanti ad uno sfondo rosso fuoco e sopra un pavimento di rose fa capire che esiste sempre un'altra possibilità. Che non c'è solo un modo di portare avanti la politica. E la cultura. A Villa Europa, in fondo a via Milano, ben dentro i quartieri, è andata in scena "La tregua di Natale". Un monologo. Con Marco Continanza diretto da Giuseppe di Bello. Un uomo solo ma che sembrava un battaglione. Pareva di udire gli spari e le esplosioni in una trincea delle Fiandre, nel 1914. Quando, la vigilia di Natale, improvvisamente successe un fatto inedito: i due schieramenti smisero di fare i soldati e tornarono uomini, uscirono dai camminamenti e, nella terra di nessuno, si scambiarono gli auguri. Abbracci, strette di mano. Come in una magica sospensione delle ostilità. Lingue diverse d'un tratto tornavano a capirsi come può accadere davanti al fuoco o ad un cibo che viene offerto senza chiedere nulla. Poi, passato quel momento, tornò la guerra. Tutto questo a villa Europa. Per una inedita e altrettanto improvvisa sinergia tra politica, sociale e cultura. "Ci siamo ritrovati io, il sindaco e Zambaldi, il direttore dello Stabile - ha detto Juri Andriollo, assessore (appunto) alla cultura e al sociale - e abbiamo pensato che sì, si può fare. Trovati i fondi siamo partiti". Dal teatro nelle scuole al teatro tra gli anziani. Non è teatro di strada ma teatro che si mette in strada e raggiunge luoghi apparentemente non deputati. "Si può innescare così un percorso di reciproco aiuto e di scambio - ha aggiunto Zambaldi, anch'egli ieri a villa Europa - in cui tutti si fanno del bene. Noi che ci mettiamo in gioco e voi che ci state dentro". Perchè il teatro non è solo intrattenimento. Per questo basta la tv. E' anche partecipazione. E infatti ieri e in altre iniziative dei "laboratori" dello Stabile anche gli ospiti delle case di riposo sono stati e saranno coinvolti. "Voi siete dentro la società, non dovete sentirvi fuori - ha detto il sindaco -. Ho letto che, anche da anziani, le cellule del cervello non muoiono ma continuano a rigenerarsi. Tuttavia per farlo, occorre che restino in allenamento. Che leggano e guardino le cose. Che si continui ad interessarsi della vita. E la cultura è il miglior allenamento". Significativo poi il testo scelto dalla compagnia Anfiteatro. "C'è la necessità di ricomporre almeno a Natale il senso dello stare insieme - ha aggiunto Caramaschi - di ritrovarsi solo uomini e donne, senza odi o fazioni. Ritrovando anche il rispetto dell'altro". E dopo una dura campagna referendaria il sindaco pareva voler chiedere a tutti un passaggio di ricucitura e di riflessione come comunità. Certo, non è stato facile questo percorso tra cultura e sociale. Si è dovuto coordinare uffici e istituzioni, collaboratori interni ed esterni. Muovendosi comunque su un tracciato che lo Stabile aveva già disegnato con le iniziative nei bar, nelle scuole, nelle periferie. "La differenza con i teatri normali è che noi formiamo, abbiamo una missione al di là della rappresentazione scenica" ha commentato Zambaldi. E Bolzano, a sua volta, ha molto combattuto per mantenerlo il suo Stabile. "Ricordo quando ero ancora segretario e il direttore in pantaloni corti, quante battaglie ha dovuto fare il Comune per opporsi a chi lo Stabile voleva chiuderlo" ha ricordato il sindaco. Per non parlare del Teatro comunale. E' in giornate come quella di ieri che si giunge finalmente a comprendere come una istituzione culturale non sia solo intrattenimento ma rete e condivisione urbana. Tanto che lo spettacolo a villa Europa è passato l'altro giorno anche dentro la casa di riposo Don Bosco e sarà pure a villa Serena. Coinvolgendo ogni volta decine e decine di ospiti.













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Valeria Frangipane

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