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Illuminazione, termosifoni, smartworking: ecco il piano di Bolzano per ridurre i consumi

La prossima settimana in giunta il pacchetto di proposte: si parte dalla riduzione dell’illuminazione pubblica e degli esterni degli edifici pubblici. In fase di approfondimento: l’abbassamento di un grado della temperatura delle piscine e una riorganizzazione dello smart working


antonella mattioli


BOLZANO. «Non più di 15 gradi in chiesa, impianto fotovoltaico sul tetto della canonica, riduzione dell’illuminazione delle facciate e dei campanili o addirittura farne a meno». Dal vescovo Ivo Muser sono già arrivate indicazioni precise ai parroci per risparmiare sulle bollette dell’energia; fra una decina di giorni, anche la giunta comunale di Bolzano discuterà il piano di riduzione dei consumi di energia elettrica e gas che dovrebbe prevedere anche una riorganizzazione dello smart working.

«Trovando ovviamente l’accordo con i sindacati - anticipa l’assessore al personale Angelo Gennaccaro - potremmo organizzarlo in modo che, dove possibile e senza che vada ovviamente a scapito dell’utenza, ci consenta di chiudere degli uffici».

La necessità e l’urgenza di intervenire sono emerse con forza dalle due ultime sedute del consiglio comunale: dai banchi dell’opposizione sono emerse diverse proposte. Ma il sindaco Renzo Caramaschi ha dato direttive chiare al gruppo di direttori di ripartizione, coordinato dall’ufficio energia, incaricato di predisporre un documento da portare già la prossima settimana in giunta: «Non voglio cose astruse magari difficili da attuare e per di più dispendiose; voglio cose semplici e di facile applicazione».

Una bolletta da 9 milioni

Tenuto conto delle indicazioni che arriveranno sia dal governo centrale che dal Consorzio dei Comuni che dalla Provincia, si sta cercando di individuare spazi di risparmio su una bolletta dell’energia che per il 2023 sarà di 9 milioni di euro, ovvero il doppio di quest’anno. Il Comune ha 161 edifici, tra cui case di riposo e scuole sulle quali è difficile intervenire. «Ma su tutto il resto - assicura l’assessora Chiara Rabini, che ha la competenza sull’energia e l’ambiente - ci sono margini di risparmio. Le proposte elaborate dal gruppo di lavoro prevedono innanzitutto la riduzione dell’illuminazione pubblica e dell’illuminazione esterna degli edifici pubblici. Altre misure sono in fase di approfondimento e saranno decise dalla giunta. Per esempio: riduzione di un grado della temperature delle piscine coperte e smart working. Si aggiungono gli interventi di sensibilizzazione del personale comunale sulle modalità di apertura delle finestre per il ricambio d’aria; sensibilizzazione anche del personale delle ditte di pulizia su accensione e spegnimento delle luci in ufficio e nei corridoi».

Il fotovoltaico

Poi ci sono gli interventi sul medio termine: «In programma un intervento di efficientamento energetico del teatro di piazza Verdi da fare anche con i fondi del Pnrr. Saranno installati pannelli fotovoltaici sui tetti di tre edifici comunali: il complesso di via Lancia e due scuole a Firmian».

Maglione a casa e in ufficio

Per gli edifici pubblici (eccetto ospedali e case di riposo) e privati si applicano le regole fissate dal governo: in Alto Adige il riscaldamento si accenderà il 22 ottobre e si spegnerà il 7 aprile; ovvero sarà in funzione 15 giorni in meno rispetto agli altri anni. Tra le misure previste una riduzione di 1 grado per il riscaldamento degli edifici che non dovrà superare i 19 gradi.

Smart working

Su mille dipendenti comunali, fra i 300 e i 400 (il dato si riferisce ad aprile) hanno stipulato accordi individuali per poter lavorare da casa uno o due giorni alla settimana. «La regolamentazione a livello nazionale - spiega l’assessore Gennaccaro - prevede che la parte prevalente dell’orario di lavoro debba essere svolva in ufficio. In Comune chi fa smart working, in media lavora da casa solo un giorno. Nel piano complessivo di risparmi, che si sta mettendo a punto in Comune, vorrei inserire anche la riorganizzazione del lavoro a distanza, facendo in modo che - nei servizi in cui è possibili - i dipendenti invece che un giorno ne facciano due; oppure si potrebbe concordare che il giorno in smart sia per tutti il venerdì o il lunedì. I cittadini non ne risentirebbero, ma potrebbe esserci un ulteriore accelerazione verso la digitalizzazione e a beneficiarne sarebbero le casse del Comune. In questo modo si potrebbero - come avviene in Germania - chiudere interi edifici per più giorni». Ma un’estensione dello smart working - di questi tempi- potrebbe non essere gradita ai dipendenti che, lavorando da casa, spenderebbero di più sia di riscaldamento che di energia elettrica. Improvvisamente anche gli amanti del lavoro a distanza potrebbero tornare ad apprezzare il ritorno in ufficio cinque giorni su sette.

 













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