Il dramma

In coma da tre anni dopo aver preso un pugno 

Il giovane colpito dal rivale in pieno viso non si è più ripreso. Le lesioni, in zona cerebrale, sono considerate irreversibili.  L'altro giorno è iniziato il processo a carico dell’aggressore accusato di lesioni personali gravissime. La vittima è ricoverata in un centro lungo degenti


Mario Bertoldi


BOLZANO. Qualche parola di troppo nel cuore della notte in discoteca. Poi la sfida a misurarsi non più con frasi ad effetto ma a pugni e calci. Era il 10 aprile 2019 quando l’ennesimo sabato sera vissuto con astio e rabbia in una discoteca alla periferia sud di Bolzano finì in dramma. Uno dei due contendenti, un giovane di Bronzolo di origine macedone di 35 anni, venne trovato a terra privo di sensi davanti alla discoteca.

Da allora non si è più risvegliato. Dopo un periodo di cure intensive all’ospedale di Bolzano la vittima è ora ricoverata in un istituto per lungo degenti sempre a Bolzano. La speranza, si sa, è l’ultima a morire ma la possibilità effettiva che l’uomo riprenda conoscenza dopo un periodo così lungo è davvero minimo .

L'altro giorno è iniziato il processo nei confronti dell’aggressore che deve rispondere davanti al tribunale collegiale di Bolzano di lesioni personali gravissime. Ricostruire nel dettaglio cosa è accaduto non sarà semplice. Ieri mattina sono stati sentiti in qualità di testimoni anche i due poliziotti che per primi giunsero sul posto, nel piazzale antistante la discoteca «Mayimba» di via Galvani. Furono proprio i poliziotti a chiedere l’intervento urgente di un’ambulanza. La vittima parse subito completamente esanime e da quella notte non si è più ripreso. I primi inquietanti particolari di quanto avvenuto furono rivelati dallo stesso aggressore, anch’egli macedone.

Nel corso del litigio all’esterno della discoteca la vittima sarebbe stata colpita in pieno viso da un pugno talmente potente da provocare lesioni interne molto gravi a livello cerebrale. L’aggredito non sarebbe caduto all’indietro battendo la testa. Sarebbe invece rimasto in piedi per una trentina di secondi per poi stramazzare al suolo privo di sensi.

Una dinamica che lascia presumere gli effetti di una devastante emorragia cerebrale. È probabile che proprio la potenza del pugno abbia determinato la fuoriuscita di un importante quantitativo di sangue nel cervello.

Saranno comunque i sanitari che hanno avuto a lungo in cura il giovane straniero a chiarire in una delle prossime udienze (la prima delle quali è fissata a settembre) che cosa abbia determinato lo stato di coma. Intanto genitori e parenti stretti della vittima si sono costituiti parte civile.

L’imputato, che ha voluto essere presente in aula, è difeso dagli avvocati Nicola Nettis e Corrado Faes.

Non sarà ovviamente una difesa facile. L’aggressore ha sempre sostenuto di essere stato aggredito dalla vittima e di essere stato costretto a reagire. In sostanza l’imputato sostiene di aver agito per legittima difesa e ha chiesto e ottenuto che agli atti del procedimento fossero acquisite le immagini di alcune telecamere di sicurezza che hanno registrato alcuni momenti del furibondo litigio.

Il documento però non è completo perché alcuni scambi di colpi sarebbero avvenuti fuori dalla portata delle telecamere. Ieri mattina, nel corso della prima udienza del processo, oltre ai due poliziotti sono stati sentiti dal tribunale anche quattro testimoni che hanno cercato di ricostruire i motivi del diverbio che nessuno pensava potesse portare ad un dramma simile.













Altre notizie

Assemblea

Amministrazione di sostegno: in Alto Adige 3.600 «fragili»

La direttrice Rigamonti: «Servono ulteriori finanziamenti provinciali per sostenere le associazioni e chi si rende disponibile ad aiutare gli altri». Il Tribunale di Bolzano conta più di 500 nuovi procedimenti l’anno 


Valeria Frangipane

Attualità