il rogo

Incendio alle porte di Bolzano, il bilancio: «Danni al bosco e alle infrastrutture»

Gli esperti: «Il danneggiamento della foresta nella fascia adiacente alle case ha indebolito le sue funzioni protettive»



BOLZANO. «Ci sono certi sospetti che l'incendio sul Monte Tondo a Bolzano non sia partito naturalmente, soprattutto perché è divampato in 3-4 punti diversi nello stesso momento. Resta perciò un gran dubbio».

Lo dice Rainer Ploner, direttore del distretto forestale Bolzano 1, dopo un sopralluogo sulle passeggiate di Santo Osvaldo.

«Il rogo - spiega Ploner - non ha avuto solo un impatto sulla natura ma anche sulle infrastrutture. Essendo un bosco di protezione con delle case a valle, con l'incendio ha perso almeno in parte la sua funzione protettiva».

Incerte le condizioni di salute delle piante: solo nelle prossime 2-3 settimane si riuscirà a capire se sopravviveranno o meno.

Sant’Osvaldo: ecco come sono i boschi della passeggiata dopo l’incendio

LEGGI L'ARTICOLO - L'incendio boschivo ha tenuto i vigili del fuoco ma anche molti bolzanini con il fiato sospeso. Le fiamme si sono avvicinate davvero molto alla città come dimostra un sopralluogo.

Ma c’è un filo di speranza: «Il bosco non sembra distrutto del tutto e i tronchi degli alberi hanno comunque una funzione protettiva» aggiunge l'esperto.

Thomas Sparber, capo plotone dei vigili del fuoco volontari di Bolzano, durante il sopralluogo ha illustrato le tre principali difficoltà di un intervento del genere. «La prima – racconta – è localizzare tempestivamente l'esatto luogo del rogo. La seconda è raggiungerlo visto che spesso si trova in una zona impervia non troppo vicina al sentiero. La terza è portare l'acqua per l'operazione di spegnimento sul posto dell'incendio che spesso è lontana dal luogo».













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