Incidente mortale in Valle Aurina: il noto alpinista Hans Kammerlander guidava ubriaco

Confermata la guida in stato d’ebbrezza, con un tasso alcolemico di 1,48: il triplo di quello consentito. Ora prende forma l’ipotesi di reato di omicidio colposo. In ottomila su facebook chiedono verità e giustizia per René, giovane vittima



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BOLZANO. Il dato che mancava per completare il puzzle degli avvenimenti che sono costati la vita a René Eppacher è finalmente arrivato. Le analisi del livello di alcol nel sangue di Hans Kammerlander riportano un numero di tre volte superiore al livello consentito dalla legge.

La posizione processuale del notissimo alpinista in relazione all'incidente mortale di Villa Ottone  in Valle Aurina (una laterale della Val Pusteria) si è dunque notevolmente appesantita. Al momento della tragedia, Kammerlander era ubriaco ed aveva nel sangue un tasso alcolico pari a 1,48 grammi di alcol per litro di sangue. Lo hanno rivelato i risultati delle analisi  disposte dalla Procura poco dopo il sinistro.  Si tratta di un valore decisamente elevato se si pensa che il limite massimo consentito per legge è dello 0,5. Nell'incidente perse la vita  un giovane della zona, Renè Eppacher di 21 anni.

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Ora la posizione dell'alpinista sudtirolese, già iscritto sul registro degli indagati  con l'ipotesi di omicidio colposo, si è notevolmente aggravata. A kammerlande è stata ritirata la patente di guida. Tutti le auto coinvolte nel sinistro (complessivamente quattro) sono state poste sotto sequestro per consentire una verifica tecnica adeguata ed una ricostruzione dettagliata della dinamica dell'incidente. 

Nel sinistro lo stesso Kammerlander era rimasto ferito in maniera serie con un paio di fratture ad una gamba e ad un ginocchio. Il giorno successivo l'incidente  l'alpinista aveva detto di essere profondamente scosso e di ricordare due fari di un'auto che gli sarebbe venuta addosso. In realtà la dinamica dell'incidente sarebbe diversa e le condizioni psico fisiche dell'alpinista, alterate dall'alcol, potrebbero aver avuto un ruolo determinante.

Il popolo di facebook: "Vogliamo la verità"

Già nella giornata di domenica quando è stato aperto dagli amici, il gruppo Facebook che col suo stesso nome chiede "Gerechtigkeit für René - Giustizia per René" ha contato in poco tempo quasi ottomila sostenitori. Una nuova testimonianza, se ce ne fosse stato ancora bisogno dopo l'incredibile partecipazione, soprattutto ma non solo giovanile, che sabato si è registrata ai funerali del 21enne di Riva di Tures, di quando il disastroso incidente di martedì scorso a Villa ottone abbia scosso e colpito l'intera opinione pubblica, in particolare quella giovanile, che in René ha perso certamente un amico noto e conosciuto da molti.

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Allo stesso modo però, il gruppo Facebook non manca neppure nei suoi riferimenti neppure tanto velati, di chiedere la piena luce sulle responsabilità che, dopo l'interpretazione palesemente frettolosa diffusa nei primi minuti seguenti al sinistro, che credevano di individuare tutte le responsbilità dello sconquasso nel comportamento di guida di René Eppacher, la nuova e più ponderata lettura della dinamica dell'incidente, trapelata più che ufficialmente fornita e confermata dalle autorità inquirenti, sembra individuare nel comportamento di guida di Hans Kammerlander una delle cause del grave sinistro.

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Una versione che non è stata però confermata dalla Procura della Repubblica, che attende gli esiti delle analisi del sangue dei conducenti coinvolti, che arrivaranno in settimana se non addirittura già domani, prima di pronunciarsi ufficialmente in merito. Nel frattempo ieri Hans Kammerlander ha affidato al blog online del quotidiano in lingua tedesca "Tageszeitung" le sue prime parole ufficiali sull'accaduto: «sono profondamente scosso dall'incidente ed il mio primo pensiero è per Renè e per la sua famiglia oltre che per le altre persone coinvolte».

I funerali.

Mai, a detta degli stessi abitanti di Riva di Tures che si sono stretti ieri attorno alla famiglia di René Eppacher, la chiesa parrocchiale e lo stesso paese di Riva di Tures avevano avuto modo di assistere ad una tale partecipazione di folla in occasione di una cerimonia funebre.

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In particolare mai, la conca di Riva di Tures, aveva avuto modo di accogliere una tale moltitudine di giovani, accorsi spontaneamente, come richiamati da quel tam tam dei sentimenti che è capace di mobilitare oggi la gioventù, a testimoniare da una parte il loro orrore per la fine a cui è andato inconsciamente ed incolpevolmente incontro martedì sera René Eppacher, e dall'altra il loro dolore e la loro vicinanza tangibile, quasi fisica, alla famiglia della vittima, alla giovanissima sorellina Lena, che proprio ieri aveva il suo compleanno, alla mamma Monika ed al padre Herbert, attivo in molte associazioni del paese come del resto, lo era anche diventato anche René, sicuramente seguendo le sue orme.

La beffa dell'intitolazione

La piazza principale di Campo Tures, capoluogo della Valle Aurina è dedicata proprio al noto scalatore, idolo di casa. Un'intitolazione a un personaggio ancora in vita, caso politico-giuridico più unico che raro.

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