il caso

Influenza, “assalto” ai pediatri.  In ospedale ancora 10 lattanti 

Ambulatori strapieni e specialisti impegnati sul doppio fronte tra virus “normale” e respiratorio (bronchiolite) Leuzzi (Fimp): «A peggiorare una situazione già difficile c’è la bassa percentuale di bimbi vaccinati contro l’influenza»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Ambulatori sotto pressione in tutto l’Alto Adige. Colpa dell’influenza che sta colpendo i bambini in maniera seria e del virus respiratorio sinciziale che provoca bronchioliti molto importanti nei neonati.

Ad oggi al San Maurizio - dice Laura Battisti, primaria di Pediatria - sono ricoverati dieci lattanti, due meno di ieri: «Sei in reparto (cinque dei quali ventilati), tre in Terapia intensiva neonatale e uno in Rianimazione. Il periodo più critico per i nostri pazienti dura in media 2-3 giorni, superati i quali il miglioramento è abbastanza rapido». Altri bimbi, meno gravi, sono ricoverati in altri ospedali della provincia. Battisti sottolinea la stretta collaborazione che c’è fra tutte le Pediatrie dell’Alto Adige, la Terapia intensiva neonatale (primario Alex Staffler) e la Rianimazione (primario Marc Kaufmann).

Ma esiste un vaccino contro il virus sinciziale? «Purtroppo no, è in fase di studio. È disponibile un anticorpo monoclonale che è destinato ai soli prematuri e che richiede una somministrazione al mese per 5 mesi. È stato recentemente approvato dall’Ema (Agenzia europea del farmaco) un altro anticorpo monoclonale che potrà essere usato in tutti i bambini (anche non prematuri), basterà una somministrazione unica che agisce per 5 mesi. Purtroppo non sarà disponibile a breve anche se gli studi sono molto promettenti per quel che riguarda la riduzione della gravità e i ricoveri». Il momento è delicato.

Leuzzi: pochi bimbi vaccinati

ambulatori presi d’assalto.

Rosalba Leuzzi, presidente provinciale Fimp (Federazione nazionale medici pediatri), spiega che in questi giorni si verificano situazioni difficili nei Pronto soccorso di tutta Italia e anche al Pronto soccorso pediatrico di Bolzano a causa dell’enorme accesso di pazienti. «A peggiorare una situazione già critica la bassa percentuale di bambini vaccinati contro l’influenza. Le società scientifiche di Pediatria da sempre raccomandano il vaccino, soprattutto nella fascia 6 mesi- 6 anni. Vaccinare i piccoli, oltre a evitare una malattia importante e che può portare a complicazioni serie, riduce di molto la circolazione del virus nella popolazione e protegge le fasce più deboli».

La pediatra parla di studi presi d’assalto e «linee telefoniche intasate, sale d’attesa strapiene, difficoltà a soddisfare tutte le richiesti». Per Leuzzi è necessario che tutti, medici e pazienti, collaborino per un uso consapevole delle risorse. «L’influenza è una patologia virale, la febbre alta dura anche 5-6 giorni, in assenza di complicazioni non servono antibiotici, la cura è solo sintomatica (antipiretici, riposo a letto, idratazione…). I sintomi sono sempre i soliti, febbre alta, malessere, tosse, raffreddore, però durano di più rispetto ad altre comuni malattie virali». A cosa fare attenzione? «Soprattutto all’età del bambino, se ha pochi mesi va valutato il più presto possibile. Particolare attenzione va riservata anche ai soggetti fragili perché affetti da patologia cronica, che sono più soggetti alle complicanze».

Pedevilla: tante bronchioliti

in bimbi di pochi mesi.

Attenzione anche al virus sinciziale che provoca bronchioliti e polmoniti e che vede lattanti ricoverati anche in Alto Adige.

La referente dei pediatri in seno all’Ordine dei medici, Emanuela Pedevilla, parla di superlavoro: «Stiamo in ambulatorio in media 8 ore al giorno, registriamo 40 accessi al giorno e rispondiamo da un minimo di 50 ad un massimo di 100 telefonate al giorno. Più dell’influenza ci preoccupano i casi di bronchiolite nei bambini di pochi mesi, Per i grandi con febbre chiediamo un po’ di pazienza da parte dei genitori». Pedevilla e Leuzzi ricordano di controllare sempre le condizioni generali del bambino: allarmarsi se è abbattuto, se non si alimenta, se beve con difficoltà, se il respiro è affaticato o sibilante, se è sonnolento, se la febbre non si abbassa e le condizioni non migliorano dopo l’antipiretico. In questi casi il bambino va portato in tempi brevi dal pediatra o in Pronto soccorso.

 













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